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MotoGP, Quartararo: "Chi vincerà il titolo? Ho altro a cui pensare"

"Credo comunque che Bagnaia sia il favorito. La mia gara? Positiva, le concessioni ci stanno aiutando e io ho giocato di astuzia sul finale". Rins: "La mia corsa si è decisa in partenza quando per evitare il contatto con Martin mi sono trovato ultimo, poi tanti problemi"

MotoGP: Quartararo:

Nono al traguardo del GP del Montmelo Fabio Quartararo guarda finalmente al bicchiere mezzo pieno. L'aver potuto godere di tempo extra in pista al Mugello, ha certamente dato una mano al team Yamaha a riprendersi un po' e anche se rispetto ad altri periodi continua ad arrancare, qualche buona notizia c'è e la lotta per i primi dieci posti non sembra più così impossibile come prima.

Anche oggi però, non tutto è filato liscio, perché se il francese è tornato a casa con un discreto piazzamento, il compagno di squadra ha faticato nelle retrovie, alle prese con qualche intoppo tecnico che lo ha colto alla sprovvista e lo ha costretto a navigare in fondo allo schieramento nonostante inizialmente le sensazioni non fossero negative.

Considerato il nostro livello attuale aver concluso a cinque secondi dalla top 5 è positivo. Le sensazioni sono state migliori del previsto. Sappiamo cosa ci manca e ci stiamo lavorando. Nel complesso abbiamo confermato quanto fatto a Le Mans, dove il passo era già stato buono. Speriamo di poter fare ulteriori progressi. Grazie agli aggiornamenti si riesce ad entrare più velocemente in curva e ad affrontarle meglio. L’aerodinamica non comporta un improvviso cambiamento, ma devo dire che nel test eravamo tornati sulla 2022 ed è stato un disastro. Credo che quella attuale ci consentirà di fare passi avanti. La cosa fondamentale è macinare tanti chilometri, perché solo così si riesce a farsi un’idea di quello che funziona. Questi sono i benefici delle concessioni, per cui dopo la sessione privata in Toscana potremo sfruttarne un’altra due giorni a Valencia. Anche se è tanto lavoro, credo ne valga la pena. Avere l’opportunità di girare da soli in pista è cruciale per comprendere il valore degli aggioramenti. Yamaha non ha mai tenuto questo approccio, ma ora, finalmente, le novità non vengono portate tanto per, ma con una finalità e focalizzate su nostri punti deboli.  Si tratta di piccoli miglioramenti e ovviamente si vorrebbe sempre di più, ma onestamente per un anno e mezzo siamo stato bloccati, mentre ora vediamo la luce

Tornando alla cronaca della corsa e alle due posizioni recuperare nelle battute conclusive ha infine detto: “Ho visto che Bezzecchi e Oliveira stavano lottando. Sapevo che la curva 1 sarebbe stata complessa, per cui ho frenato molto in anticipato, in modo da avere poi maggiore velocità e li ho superati. Bene anche essere stato in grado di mantenere la posizione fino alla bandiera a scacchi. Sono stato intelligente.  Chi è il favorito al titolo? Non mi interessa, ma Bagnaia anche quando cade riesce a recuperare bene e lo ritengo il più forte”.

Decisamente meno positiva, come anticipato, la prestazione di Alex Rins, fanalino di coda del gruppo. “E’ stata una gara complicata, sin dal principio. Al via ho recuperato qualche posizione, ma poi, alla prima frenata forte sono stato risucchiato da chi avevo davanti, ossia Martin. Per evitare di colpirlo ho preso la traiettoria lunga e mi sono ritrovato ultimo. A quel punto ho cercato solo di non surriscaldare le gomme, sorpassando qualcuno in modo da avere un po’ di margine sul finale, andando del mio passo, ma quando mancavano 12/13 giri al termine ho cominciato ha soffrire problemi di erogazione, in particolare alla curva 4, 9 e 12, anche se spingevo sull’acceleratore i giri motore non salivano, probabilmente a causa dell’iniezione, ma soprattutto il pneumatico posteriore ha iniziato a scivolare. E’ stata davvero dura, ma perlomeno abbiamo raccolto informazioni per il futuro e nello specifico per le piste a bassa aderenza.  Di buono c’è che da qui a cinque giorni saremo di nuovo in sella Mugello. Abbiamo provato diverse strategie in termini di elettronica avendo sofferto molto per la scarsa aderenza. Nel warm up abbiamo cercato di intervenire, ma non ha dato frutti”.
 

 

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