Tu sei qui

SBK, Taccini: “Felice di ripartire dal CIV, prima di Cecchini stavo facendo il carrozziere”

INTERVISTA - “Può sembrare assurdo con i miei trascorsi, ma essere sulla griglia del CIV è già una gran cosa per me. Dopo l’incidente del 2022 ho temuto che la mia carriera fosse finita, ma mi sono ripreso e voglio dimostrare che sono ancora competitivo”

SBK: Taccini: “Felice di ripartire dal CIV, prima di Cecchini stavo facendo il carrozziere”

A più di un mese di distanza dall’appuntamento di Misano, il Campionato Italiano Velocità arriva a Vallelunga per il secondo Round della stagione. Una tappa dal sapore speciale per i piloti di casa e in particolar modo per Leonardo Taccini. Cresciuto nelle vicinanze dell’autodromo intitolato a Piero Taruffi, il 21enne romano si appresta a disputare il suo primo weekend di gare casalingo in sella alla Ducati Panigale V2 del Cecchini Racing Team, con cui compete da quest’anno nella classe Supersport 600 NG della serie tricolore. Un vero e proprio ritorno a casa per Leo, in cerca del rilancio nel panorama nazionale dopo una stagione nell’ESBK e tre gare nel Mondiale di categoria, dove spera di riprendersi quel posto da titolare che ha perso in seguito al brutto incidente sofferto nel 2022 a Portimao.

Tornare a correre a Vallelunga è veramente bellissimo, perché la pista di casa è sempre la pista di casa - ci ha raccontato Taccini alla vigilia del Round a Vallelunga, che ha presentato nella giornata di ieri al Campidoglio - Da una parte quindi sono molto contento, anche se dall’altra un po’ meno, perché non corro più nel Mondiale. Vedremo di tirare fuori il massimo quest’anno e soprattutto in questo weekend a Vallelunga, dove verranno a vedermi praticamente tutte le persone a me care”.

Una spinta in più per salire sul quel podio che hai sfiorato a Misano.
“Sì, purtroppo non l’abbiamo preso per 58 millesimi. Però non ci potevamo aspettare nulla di diverso perché non avevamo fatto test, eravamo andati direttamente in gara, dunque per me era tutto nuovo. Ho provato la moto giovedì e non conoscevo le gomme, per cui siamo stati comunque molto contenti, perché abbiamo fatto un ottimo lavoro e sono riuscito a capire molto velocemente la Ducati, che è una moto realmente fantastica. Al momento sono soddisfatto per questo inizio di stagione ma vorrei raccogliere un pochino di più, perché ce lo meritiamo e perché stiamo lavorando bene sia io che il team. La moto è molto competitiva, quindi arriveremo carichi a Vallelunga, per provare a dimostrare davvero il nostro potenziale e cercare di riuscire a fare un piccolo passo avanti, che ci permetterà di salire sul podio, o qualcosa di più”.

Ci racconti come è stata la prima presa di contatto con la moto e la squadra?
“Con la squadra mi sono trovato subito molto bene. Anche se Fabrizio Cecchini ha lavorato molti anni nel Mondiale, ed è una persona di alto spessore, è abbastanza umano nei rapporti e riesce a capire cosa piace al pilota e cosa no, e sotto questo punto di vista sono molto contento. Con la moto, invece, ero abbastanza preoccupato all’inizio, perché al giovedì sentivo tutti dire che andavano fortissimo con quella moto, mentre io non l’avevo ancora ben capita, anche perché era completamente diversa dalla 1000cc che avevo guidato l’anno scorso e dalle 600cc giapponesi a cui ero abituato. Ha uno stile di guida completamente diverso e tutta un’altra erogazione, quindi appena ci sono salito sono andato un po’ nel panico, poi, fortunatamente, mi ci sono trovato molto bene”.

Come stai vivendo questo ritorno nel CIV? È un anno di ripartenza per te?
“Sì, anche se sembra assurdo, in realtà sono molto contento di essere tornato nel CIV. Perché è pur vero che ho militato in squadre molto importanti come Ten Kate, dove ero pilota ufficiale Yamaha, ma poi la fortuna non si è mai incastrata al momento giusto e quando stavo iniziando a raccogliere i risultati con loro, con cui avrei dovuto continuare, purtroppo c’è stata la caduta in cui mi sono rotto il braccio e per cui ho quasi rischiato l’amputazione. L’anno scorso mi è servito un po’ per capire se potevo correre ancora in moto, mentre spero che questo sia un anno di rilancio. È anche per questo che ho cambiato numero, perché con l’incidente che ho avuto, il fatto che ho fatto un passo indietro rispetto al Mondiale e che quest’anno non avrei dovuto correre, dato che fino a un mese prima di firmare il contratto stavo facendo il carrozziere, per me anche essere in griglia al CIV è già una gran cosa. Ho trovato una squadra che crede in me e questo già è tanto. Poi ripartire dal Campionato italiano è una gran bella cosa a mio parere, perché il livello è altissimo e stiamo girando su tempi molto competitivi, quindi è un’ottima categoria per poi rilanciarmi nel Mondiale”. 

Come sei passato dal fare il carrozziere a correre per il Cecchini Racing Team? 
“È stata un po’ questione di fortuna. Loro avevano già in mente di fare una moto in più per correre nella 600 e poi c’è stato un incontro abbastanza fortuito, perché ero andato a Misano da appassionato per vedere la MotoGP e ho incontrato Fabrizio. Ci siamo messi a parlare, gli ho detto della mia situazione, e poi ci siamo visti un po’ di volte e abbiamo costruito questo sodalizio”.

Quanto è stata dura per te accettare di essere rimasto fuori da Mondiale?
“In realtà, meno di quanto si possa pensare, perché mi rodeva ma lì per lì pensavo più che altro a non perdere il braccio. Fortunatamente ho un’equipe di lavoro fantastica a casa, che va dal mio fisioterapista al mio medico, il Dottor Di Sanzio, che ringrazierò a vita perché riesce sempre a risolvere i miei problemi. C’è stato un momento in cui ho pensato che la mia carriera potesse essere finita, ma per fortuna sono riuscito a riprendermi e adesso voglio far vedere che sono ancora competitivo”.

Articoli che potrebbero interessarti