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MotoGP, Quartararo: “Resto in Yamaha per orgoglio, avevo paura a sostituire Valentino”

ESCLUSIVA - “Quando sono arrivato nel team ufficiale temevo di essere criticato dal pubblico in Italia. Amo la moda perché mostra la mia personalità e mi rende diverso. Il Mondiale perso contro Bagnaia? A inizio 2022 non pensavo di stare tra i primi tre”

MotoGP: Quartararo: “Resto in Yamaha per orgoglio, avevo paura a sostituire Valentino”

La moto, la pista, il privato, la vita fuori dal paddock e tanto altro: c’è tutto Fabio Quartararo in questa lunga intervista che il pilota francese ci ha voluto concedere alla vigilia del round di Buriram, ultimo appuntamento del trittico di ottobre della MotoGP di scena in Thailandia.

Lo abbiamo incontrato nell’hospitality Yamaha, condividendo assieme una lunga chiacchierata in cui El Diablo non si è voluto sottrarre alle nostre domande, aprendoci le porte del suo mondo. Stiamo parlando di un ragazzo di 24 anni, che due stagioni fa vinse il titolo iridato e 12 mesi fa se lo fece soffiare da Bagnaia nonostante 91 punti di vantaggio.

In questo 2023 Fabio è chiamato a rincorrere, ma lui non ha la minima intenzione di gettare la spugna prima del tempo.  

“Sto vivendo un periodo della mia vita particolare – ha esordito – vorrei essere più avanti nel Mondiale, lottare per le vittorie, ma al tempo stesso c’è anche una vita fuori dal paddock. Penso ad esempio alla mia famiglia, gli amici, le persone a cui vuoi bene. Avere al proprio fianco persone che ti vogliono bene significa avere la felicità. Quando tutte queste cose vengono poi a meno subentra la sofferenza. Ovviamente mi dispiace per l’attuale situazione in Campionato, ma fuori c’è un altro mondo da vivere e io devo ritenermi soddisfatto per quanto fatto ad oggi nella mia carriera”.

Molti ti considerano un pilota veloce e anche fashion perché curi particolarmente il tuo look.
“Mi piace la moda, lo faccio anche per essere diverso. Alla fine ho una mia personalità e anche una maglia con i buchi per me ha un suo valore. Non mi preoccupa indossarla. Sono fatto così e non mi preoccupo di ciò che pensano gli altri, perché poi alla fine gli altri ne parlano e quindi, vuoi o non vuoi, interessa”.

Quanto ti sta mettendo a dura prova questa Yamaha?
“Con Yamaha ho una bella relazione che dura da tempo. Questo non è un momento facile e penso sia evidente a tutti. Fino allo scorso anno però siamo riusciti a lottare per il vertice, portando a casa un Mondiale nel 2021. Io ho scelto di restare qua perché il mio orgoglio vuole riportare la M1 al top. Spero che nel 2024 avremo le armi per lottare nuovamente per qualcosa di importante”.

Quanto è stato difficile da accettare il Mondiale contro Bagnaia?
“Molto. Ad inizio 2022 non mi aspettavo nemmeno di finire tra i primi tre. Anche se non si vedeva facevamo fatica. La gente si ricorda solo la seconda parte di stagione, ma non la prima, dove Pecco aveva commesso degli errori. Di sicuro è stato brutto perdere il titolo nel finale, ma Ducati è stata veramente forte nel fare un gran lavoro”.

Lottare contro otto Ducati in pista non ti rende un Supereroe come nei film della Marvel?
“Forse di più lo scorso anno, dove ho potuto imparare tanto. Quest’anno lo scenario del Mondiale è diverso, perché ci sono anche le KTM. Non è facile, dobbiamo solo lavorare per tornare al vertice”.

Se dovessi cambiare vita per 24 ore, cosa vorresti essere o chi sceglieresti di essere?
“Mi piacciono tantissimo le macchine, vorrei provare il brivido di essere un pilota di Formula 1, correre una gara e capire cosa vive un pilota nell’abitacolo. Ricciardo è un mio caro amico e gli sono stato a lungo vicino quando si è infortunato alla mano. Lui era molto preoccupato e decisi di confortarlo nel superare il dolore”.

In Yamaha hai raccolto il testimone di Valentino Rossi. Ricordi quel giorno in cui la Casa ti comunicò la scelta?
“Certo! È stato difficile e mi viene ancora la pelle d’oca a ricordare quel momento. Me lo hanno detto il 24 dicembre. Inizialmente avevo paura, perché Valentino non si sarebbe ritirato ma continuava nel team Petronas. Temevo che i tifosi italiani, in occasione dei GP di Misano o Mugello, potessero criticarmi nel vedermi sulla moto ufficiale al posto suo. Alla fine però è andata bene, perché ho vinto il titolo e sono diventato campione”.

Di cosa hai paura?
“Sinceramente non saprei. Forse l’unica paura è il non fare bene qualcosa, ma non in relazione agli altri, ma per me. Durante la prima parte di stagione ho avuto dei dubbi su me stesso, però ho continuato a lavorare e alla fine siamo riusciti a toglierci qualche soddisfazione come a Mandalika”.  

Se Quartararo non fosse pilota MotoGP cosa sarebbe?
“A dir la verità non ci ho mai pensato. A me interessava solo essere pilota MotoGP. Se inizi a nutrire dubbi su te stesso hai perso in partenza ed è meglio che pensi a fare altro nella vita”.

Torniamo indietro nel tempo, stagione 2019: sei arrivato ad un soffio dalla tua prima vittoria, ma Marquez non ti ha mai voluto dare tregua. Cosa pensi di lui?
“Marquez è un esempio perché è anche grazie a lui sono cresciuto. Lui nel 2019 poteva anche accontentarsi, invece gli interessava solo di vincere come fanno i grandi. Tanti piloti dovrebbero prendere spunto da lui”.

Il prossimo anno scadranno quasi tutti i contratti. Molti parlano di Aprilia, cosa deve fare Yamaha per convincerti a restare?
“Non ho fretta di decidere, credo in Yamaha e nella possibilità di avere una moto forte per il prossimo anno. Honda e Yamaha sono due colossi e sono convinto che torneremo entrambe al vertice. Al momento la mia priorità è quella di avere una moto competitiva per tornare al successo”.

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