Nella nostra intevrista LIVE con Danilo Petrucci (che potete rivedere integralmente qui sopra) gli argomenti toccati sono stati tantissimi ed abbiamo pensato valesse la pena dividere in due parti tutto quanto ci ha raccontato il Petrux, che in questi giorni è impegnato nella prima Dakar della sua carriera. Dal futuro in pista in MotoAmerica, ai tanti messaggi ricevuti dai colleghi su due ruote che si sono appassionati alla sfida di Danilo, anche in questo caso Petrucci ci ha regalato un bellissimo spaccato di quello che è il suo presente e di quello che sarà il suo futuro.
"In questi giorni la maggior parte dei piloti mi ha chiesto informazioni sulla Dakar - ci ha detto Danilo - Ho parlato con Valentino, che mi ha chiesto delle cose e io gli ho detto che mi farebbe piacere farla con lui al volante ed io a fare il navigatore. Un pilota come lui potrebbe vincerla, ma non sono certo sia possibile farlo con me come navigatore. Valentino non è molto compatibile con gli orari della Dakar, ma le macchine partono più tardi quindi magari ce la facciamo, sarebbe una figata".
Tu sei stato il primo ex MotoGP a vincere a Dakar, un risultato impressionante. Anche un campione come Alonso nelle quattro ruote, non ci è riuscito.
"Qui abbiamo Coma che fa il supervisore ed ha fatto il navigatore di Alonso. Alla Dakar Fernando aveva fatto un terzo posto di tappa, quando l’ho fatto io sono andato da Coma e gli ho detto che anche io ero riuscito a fare un terzo come Alonso, quindi ora siamo uguali tranne che per un paio di mondiali in F1 e qualche centinaio di milioni di euro sul conto! Poi in realtà ho fatto anche meglio e ieri ho fatto una foto con Jacky Ickx, che ha vinto sia in F1 che alla Dakar ed è una leggenda".
Ma il tuo futuro adesso lo vedi in off-road, oppure il richiamo della pista è troppo forte?
"Riguardo il mio futuro, diciamo che adesso faccio il trasformista. Un po’ come quelli che fanno l’idraulico, il giardiniere, il muratore. Faccio quello che trovo!".
Sembra che tu abbia trovato il MotoAmerica con la Ducati.
"Il MotoAmerica? Ancora non è ufficiale, ma voi chiaramente già lo sapete. E’ una decisione che avevo preso già prima della Dakar, ma ho chiesto che fosse data dopo la fine. Per prima cosa per rispetto, poi perché me la volevo godere e basta. Adesso bisogna vedere cosa fanno qui (probabilmente Danilo intende in KTM, ndr) però ci sono state delle cose che non mi sono piaciute nel corso dell’ultimo anno ed anche di come è stata gestita questo operazione. Mentre ci sono state delle cose che mi hanno fatto piacere da parte dei miei ex datori di lavoro, perciò ho preferito i tortellini alla Wiener Schnitzel (piatto tipico austriaco, ndr)".
Magari ti viediamo a Portimao a febbraio, quando fanno i test SBK lì.
"A Portimao magari vado in vacanza, si sta bene in Algarve, c’è una temperatura sempre mite in quel periodo (ride)".
Tu non hai passato un bel 2021, pensi che ci sia anche una parte della tua rabbia agonistica dietro questi bei risultati ala Dakar?
"Si, penso di riuscire ad andare così forte qui anche per tutta la rabbia agonistica accumulata in questa stagione. Qui posso essere egoista, pensare solo a me stesso e ad andare al massimo quando posso farlo. In certe fasi riesco ad essere più veloci degli specialisti assoluti e questo mi da un gusto incredibile".
C'è chi dice che questa non sia più la vera Dakar. Ti piacerebbe correrla senza l'assistenza dei team, come si faceva una volta?
"Mi piacerebbe farla come si faceva una volta. Con qualche amico, per condividere l’avventura e stare due settimane lontano dal mondo. Qui non sai che giorno è, sei su un altro pianeta per qualche giorno. Correre senza l’assistenza sarebbe impegnativo, ma anche molto bello".