Moto semplici e tuttofare, sono andate in declino perché sono emersi nuovi segmenti. Ora però potrebbero riprendersi il loro vecchio ruolo. Se nella carta d'identità la data di nascita rientra al amssimo negli anni '70 del secolo scorso, si ricorderà di moto come la Honda CB750, la Kawasaki Z1, la Suzuki GT750 e la Yamaha XS750. Così le Big Four si sono imposte sulle strade asiatiche ma anche in quelle occidentali. Moto che dominavano i mercati mondiali e conosciute come moto universali, comode quanto basta per l'utilizzo quotidiano, pesanti ma agili per affrontate il traffico dell'epoca (non certo ai livelli di quello attuale), robuste per caricarle di bagagli e affrontare un viaggio di medi-lungo raggio, potenti e veloci per permettersi una guida sportiva. Poi il mercato si è evoluto, come normalmente succede: il loro ciclo è finito, con l'avvento delle naked, dei maxi scooter, delle crossover.
IL RITORNO DELLE MOTO UNIVERSALI
Negli ultimi 10 anni però abbiamo assistito al prepotente ritorno delle modern classic, moto ispirare ai modelli del passato riviste in chiave moderna. All'inizio sembrava una nicchia ma ora si sono ritagliate una buona fetta di mercato che ha influenzato anche altri settori, come la moda e il lifestyle, facedo nascere un corollario di eventi internazionali. Le Big Four, Honda, Kawasaki , Suzuki e Yamaha mantengono a listino modelli che si ispirano ai modelli del passato: Honda CB1000R, Kawasaki Z900RS, Suzuki Katana 1000 e Yamaha XSR900 (cliccando sui modelli potete leggere le nostre prove su strada) infatti sono i discendenti delle moto dello scorso secolo, ovviamente caratterizzate da soluzioni tecniche, ciclistiche e soprattutto tecnologiche, adatte ai tempi attuali. Sappiamo benissimo che la vita è un ciclo continuo, un periodo è caratterizzato da una moda e quello successivo ne va un'altra. Ci sono stati quelli delle naked bike, delle superbike, ora siamo alla ricerca delle crossover. Ora potrebbero tornare in voga queste moto, le moto universali giapponesi, fatte per un ampissimo utilizzo stradale, capaci di combinare sportività, versatilità ed eleganza senza tempo.
I MODELLI
Dopo un po' di anni di gestazione, le quattro discendeti delle moto universali giapponesi hanno tutte le caratteristiche per togliere la polvere a un modo di concepire la moto. Honda CB1000R, Kawasaki Z900RS, Suzuki Katana 1000 e Yamaha XSR900 sono arrivate in commercio tra il 2019 e il 2020, ma forse quanto basta per seminare il seme della consapevolezza e farlo germogliare. Sono quattro diverse interpretazioni dei giorni di gloria dello standard giapponese, con un proprio carattere e un proprio sapore di nostalgia, riportati all'esperienza di guida attuale. I tempi ineluttabilmente cambiano e quindi non sono solo moto fatte di serbatoio, sella, ruote e manubrio ma c'è una buona dose di tecnologia, più o meno richiesta dal codice della strada, come per esempio l'ABS per l'impianto frenante ma restano sempre moto senza tempo. Vediamo nel dettaglio come sono questi modelli.
IL MOTORE
Honda CB1000R, Kawasaki Z900RS e Suzuki Katana 1000 sono quadricilindriche con distribuzione con doppio albero a camme in testa, raffreddamento a liquido e iniezione elettronica, mentre la Yamaha XSR900 è un tricilindrico. L'unità più potente è quella della Katana con ua potenza di 149,6 CV a 10.000 giri e una coppia di 108 Nm a 9.500 giri, seguita da quella della CB1000R con 145 CV a 10.500 giri e 104 Nm a 8.250 giri. Poi il tricilindrico dell XSR900 da 115 CV anche lui a 10.000 giri e una coppia di 87,5 Nm a 8.500 giri, mentre chiude il quadro la Z900RS con 111 CV che arrivano prima, a 8.500 giri e una coppia massima di 98,5 Nm già a disposizione a 6.500 giri.
LA CICLISTICA
Se Honda, Suzuki e Yamaha presentano un'immagine quasi scultorea, dovuto alle caratteristiche del telaio (monotrave superiore in acciaio scatolato con piastre laterali in alluminio per Honda, doppio trave in alluminio per Suzuki e a diamante in alluminio per Yamaha), quella della Kawasaki è influenzato dal telaio a traliccio.
Per tutte, forcella a steli rovesciati da 41 o 43 mm, con regolazioni più o meno complete con escursioni da 120 mm per Honda e Suzuki, da 137 mm per Yamaha e 130 mm per la Katana. Al posteriore la CB1000R prevede un ammortizzatore Showa regolabile da 131 mm di escursione, la Z900RS una soluzione back-link orizzontale, ammortizzatore a gas con regolazione dello smorzamento in estensione e del precarico della molla con escursione di 140 mm, la Katana un monoammortizzatore tipo link mentre la sospensione posteriore della XSR900 è un monocross regolabile nel precarico molla e in estensione da 130 mm.
Tutte e quattro hanno ruote da 17” con un'anteriore che monta una gomma da 120/70 mentre quella posteriore è 190/50 per Honda, 190/55 per Suzuki e comune per Kawasaki e Yamaha con uno pneumatico da 180/55. Per quanto riguarda l'impianto frenante, la CB1000R prevede due dischi anteriori flottanti da 310 mm con pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini e un disco posteriore da 256 mm con pinza a 2 pistoncini, la Z900RS una coppia semi-flottante da 300 mm con pinza doppia ad attacco radiale, monoblocco a 4 pistoncini opposti mentre dietro un singolo da 250 mm con pinza a singolo pistoncino. La Suzuki Katana monta due dischi da 310 mm e uno singolo da 250 mm mentre la Yamaha XSR900 due dischi anteriori idraulici da 298 mm e un singolo posteriore da 245 mm.
La Katana è quella con la sella più bassa da terra, 825 mm, la CB1000R e la XSR900 830 mentre la Z900RS è la più alta: 835 mm. La XSR900 è la più leggera delle quattro universali: il peso liquidi compresi resta sotto i 200 kg, per la precisione 195 kg, seguita dalla CB1000R con 213 kg, mentre la Katana e la Z900RS pesano entrambe 215 kg.
TECNOLOGIA MODERNA
Le discendenti delle moto universali giapponesi si ispirano alla storia dei modelli che le hanno precedute, alle radici del design motociclistico resi attuali da tecnologie innovative. Ovviamente sono tempi moderni rispetto a quelli vissuti 40-50 anni fa: il traffico è molto diverso da quel tempo, i ritmi di vita sono cambiati e sono più frenetici e anche le distrazioni alla guida sono purtroppo maggiori e più frequenti. Ecco perché una dotazione tecnologica con sistemi di assistenza alla guida diventa necessaria, in alcuni casi obbligatoria come i freni con ABS. L'impianto di illuminazione a LED, oltre ad essere un elemento di design, risponde alla necessità di avere i fari sempre accesi garantendo un basso consumo della batteria e una maggior visibilità.
La Honda CB1000R ha una gestione elettronica che si basa sul comando dell’acceleratore Throttle By Wire che rende disponibili quattro Riding Mode, in modo da adattarne perfettamente la risposta alle condizioni della strada e al tuo stile di guida. Inoltre, vanta il sistema di connettività con lo smartphone Honda Smartphone Voice Control.
La Kawasaki Z900RS ha una strumentazione a doppio quadrante con schermo LCD multifunzione inserito tra due quadranti analogici, combinando l’aspetto retrò con la tecnologia moderna. Come da tradizione Kawasaki, la Z900RS è infarcita di acronimi tecnologici: KTRC (Kawasaki Traction Control) disinseribile, frizione assistita e altisaltellamento derivata dal reparto corse, sistema Ergo-Fit per permette a piloti di diverse altezze e corporature di sentirsi a proprio agio e sicuri in sella; sistema Dual Throttle Valve (aspirazione a doppia farfalla) che offre una maggior potenza e un miglior controllo grazie ad una seconda serie di valvole a farfalla controllate dalla centralina e infine l'indicatore dello stile di guida, per ottimizzare i consumi.
La dotazione standard della Suzuki Katana comprende il Suzuki Easy Start System e il Low RPM Assist, che facilitano avviamenti e partenze; controllo elettronico della trazione (disinseribile), che rende più semplice e sicura la gestione della potenza su tre livelli.
Il motore tricilindrico della Yamaha XSR900 è coadiuvato dal controllo di trazione, la frizione antisaltellamento, l'acceleratore YCC-T e le regolazioni della centralina D-Mode che permette di scegliere i tre livelli di erogazione della potenza.
VERSIONI E PREZZI
La Honda CB1000R è disponibile in due colorazioni, rosso e argento, a un prezzo di partenza di 13.390 euro.
Anche la Kawasaki Z900RS è disponibile in due colorazioni, nero/grigio (Ebony, 11.990 euro) e verde/giallo (Candytone Green, 12.290 euro).
La Suzuki Katana è offera a un prezzo di 13.690 euro indipendentemente da uno dei due colori preferiti (grigio o nero).
La Yamaha XSR900 parte da un prezzo di 9.990 euro (Dynamic White e Garage Metal), mentre la versione 80 Black costa 10.199 euro.