Dovizioso: voglio una moto ufficiale

Andrea: "nel 2013 punto alla Yamaha, ma non escludo Honda o Ducati"


Il fulmine del ritiro di Casey Stoner caduto a Le Mans ha elettrificato all’istante il mercato piloti, ancora in letargo nei primi Gran Premi della stagione, mettendo in fibrillazione team manger e agenti. La sella della RC213V che rimarrà vuota a fine anno fa gola a molti e per occuparla potrebbe innescarsi un effetto a catena che farebbe cambiare casacca a più di un pilota. Una situazione che potrebbe fare il gioco di Andrea Dovizioso, che dal manubrio della M1 satellite del Tech3 guarda a un futuro ancora da ufficiale. “Non sono nella posizione di decidere in quale team andare, le pedine più importanti sono Lorenzo, Rossi e Pedrosa. Le loro decisioni influenzeranno quelle degli altri, comprese le mie” spiega il Dovi che osserva la scacchiera tenendo ben presente l’obiettivo da centrare. “Voglio ritornare su una moto ufficiale e la mia prima scelta è la Yamaha” dichiara il forlivese, che poi chiarisce “questo non significa che in questa squadra non mi trovi bene. C’è un clima molto familiare, cosa rara in questo mondo, ma per puntare a certi risultati in MotoGP non puoi essere su una moto satellite”. Inoltre una nera M1 è già occupata nel 2013 da Bradley Smith, che ha un contratto con la squadra che prevede il passaggio dalla Moto2 alla MotoGP nella prossima stagione. “E’ senza dubbio una situazione strana per Hervé (Poncharal, il team manager ndr). Ha meno possibilità di scelta” commenta Andrea.

Il suo sogno è il campionato del mondo e non è una mera chimera: “penso di avere raccolto meno di quanto merito – afferma Andrea – In 125 ho vinto tutto, poi mi sono giocato qualche campionato con un livello altissimo” ma l’iride gli è sfuggito. A 26 anni non è certo un pilota a fine carriera, ma sa che il talento non basta, servono i mezzi per puntare al tetto del mondo. “L’obiettivo è restare in Yamaha, ma non escludo nulla a priori – sottolinea - Se si parla di moto ufficiale tornerei anche in Honda, il nostro è stato un divorzio che non ha intaccato il rapporto, o andrei in Ducati”. Perfino la Superbike non è un’ipotesi troppo remota. “Guardo le gare in tv e mi piacciono – dice Dovizioso – anche se non so cosa aspettarmi dalle moto. Ma il mio obiettivo è comunque quello di rimanere in MotoGP, non voglio prendere in considerazione altre alternative per il momento”.

E neanche il ritiro, a differenza di Stoner con ha condiviso il box l’anno scorso e la paternità ora. “Condivido alcune cose che ha detto – risponde Andrea a chi gli chiede cosa ne pensi delle motivazioni che hanno spinto l’australiano a dire basta – ma non voglio entrare nel dettaglio”. Per il pilota del team Tech 3 essere padre non è certo un limite, tutto il contrario. “Sembra assurdo, ma pensare che mia figlia un giorno guarderà le mie gare mi spinge a rischiare ancora di più – spiega – Voglio che possa essere fiera di me. Penso che anche i veri motivi per cui Casey ha smesso non siano quelli legati alla famiglia”.

Fra tanti punti interrogativi una sicurezza, la gara di domenica su una pista che Andrea adora. “Mi piaceva anche con la 250 – ricorda - una moto con cui è difficile divertirsi perché richiede precisione e pulizia estreme”. La curiosità è massima per come si comporterà la M1 sui saliscendi alle porte di Barcellona. “Soprattutto nelle curve 3 e 4 che sono ad ampio raggio e lì la Yamaha richiede delle linee diverse da quelle delle Honda. Bisogna entrare più piegati e raddrizzare prima, con la M1 non è conveniente derapare, ma solitamente in questa situazione si verifica il pompaggio del posteriore. Vedremo cosa succederà”. Per avere la risposta a questo interrogativo basterà attendere qualche ora, per quelli sul futuro qualche mese in più.

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