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Aspar lascia Ducati: 12 MotoGP nel 2012

Le CRT non decollano, per Suzuki e Pramac programmi ancora incerti

MotoGP: Aspar lascia Ducati: 12 MotoGP nel 2012

Chi gridava allo scandalo per le 17 MotoGP in griglia quest’anno dovrà ricredersi, la situazione è destinata a peggiorare il prossimo anno. Il team Aspar, colosso che schiera i suoi piloti in tutte e tre le categorie non continuerà il suo rapporto con Ducati in MotoGP nella prossima stagione. Martinez le ha tentate tutte, offrendosi anche di rilevare, a costo ridotto, il materiale non utilizzato quest'anno nelle innumerevoli evoluzioni create per Rossi, ma ha avuto risposta negativa. Lo spagnolo vorrebbe rimanere comunque nella classe regina ma con una CRT e, come tutte le squadre che hanno detto di aderire alla nuovo categoria, non c’è ancora sicurezza sulla moto da utilizzare. Potrebbe decidere per la Suter-BMW, unica CRT a essere scesa in pista per dei test e abbandonata dal team Marc VDS che ha rivisto i propri programmi, o indirizzarsi sul motore Aprilia. In quest'ultimo caso avrebbe il vantaggio di ritrovarsi praticamente con una moto già pronta... anche se non si può dire.

Sperando in Suzuki ancora reticente per il prossimo anno, anche se sembra che la nuova 1000 sia scesa in pista in Giappone, il massimo numero di MotoGP in griglia nel 2012 potrebbe fermarsi a 12. Sicure 4 Yamaha, con il team ufficiale e il Tech 3, altrettante Honda, 2 del team HRC, una per Gresini e una per Cecchinello ancora senza pilota, e 3 per Ducati. Due Desmosedici saranno guidate da Rossi e Hayden e una da Abraham, unico ad avere confermato il contratto con la Casa di Borgo Panigale. Il team Pramac non ha ancora preso una decisione sul suo futuro, potrebbe schierare solo una moto ma la crisi economica non fa sconti a nessuno.

La cosa più preoccupante è che i CRT, che avrebbero dovuto risolvere il problema di una scarsità di iscrizioni ormai cronica, non decollano. Le Superbike travestite da MotoGP non esaltano nessuno e l’unica certezza al momento è Edwards con il team Forward, con una moto probabilmente motorizzata Yamaha (ma non c'è alcuna conferma). Dei cinque team che avevano dimostrato interesse nel corso dell’anno non c’è più traccia e l’unica sorpresa potrebbe essere l’ingresso della struttura di Paul Bird, che quest’anno ha gestito le Kawasaki in Superbike. Un’altra CRT potrebbe essere schierata dal team Gresini, ed in questo caso si tratterebbe di una CBR 1000 RR Honda, ma rimane valida l’ipotesi di usare una Honda 800 che l'HRC ha detto di poter comunque dare in leasing, anche se ad un prezzo, 1,5 milioni di Euro, piuttosto elevato.

I tempi stringono e anche i piloti di punta ancora sul mercato scarseggiano, Bautista è l’unico nome appetibile, ma se la Suzuki facesse un passo indietro potrebbe approdare alla corte di Cecchinello. Barbera si è offerto alla Ducati, sperando nel team Pramac i cui chiaroscuri abbiamo già detto, e De Puniet, forte del passaporto francese, attende alla finestra. Impossibile pescare un top rider anche dalle derivate di serie, anche lì i giochi sono già fatti e comunque nessuno sembra voler rischiare una stagione su un mezzo tutt’altro che competitivo.

Chi rischia di più è la Dorna, rea di avere puntato su un cavallo sbagliato. Intanto i costi per i leasing delle MotoGP hanno continuato ad aumentare alla faccia della crisi, con la conseguenza di allontanare ancora le squadre già impegnate nella massima categoria. La CRT sta correndo sempre più il rischio di diventare una formula in cui correranno moto messe insieme all’ultimo minuto con piloti senza alcuna speranza di ben figurare. Tutt’altro che una bella pubblicità per un Mondiale in cui l’unica cosa ad aumentare sono i costi e a diminuire le squadre e gli sponsor.

Però Hervé Poncharal, presidente dell'IRTA, dice giustamente: "I team CRT saranno il futuro della MotoGP, e le cose non possono cambiare da un anno all'altro".

Vero, però la situazione del 2012 è quella che abbiamo appena descritto. Quantomeno la politica poco chiara adottata dalla Dorna per non far infuriare la Honda e la totale assenza della FIM sul piano regolamentare non hanno aiutato. Servono regole chiare, di lungo termine. E subito.



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