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MotoGP, Espargarò: "Vorrei Martin sulla mia Aprilia, ma si merita la Ducati ufficiale"

"Dopo la caduta a Jerez ho deciso di ritirarmi e l'ho detto a mia moglie. Mi hanno chiesto di rappresentare i piloti, ma è un impegno troppo grande. Con Aprilia ho vissuto un sogno, più di quello che speravo"

MotoGP: Espargarò:

Il Capitano lascerà la sua fascia a fine stagione, ma Aprilia rimarrà per sempre scolpita sulla sua pelle. È quella ‘A’ rossa sulla scritta sul braccio, sopra le due date: 2017 e 2024, il primo e l’ultimo anno da pilota di Noale. Aleix Espargarò ha deciso di smettere a fine stagione e con un tatuaggio ha sancito la sua decisione. “L’ho fatto nel motorhome la notte tra mercoledì e giovedì. Sono orgoglioso di tutto quello che mi ha dato Aprilia e volevo fosse con me per sempre” racconta con un sorriso.

Aleix, quando hai iniziato a pensare di smettere?
A inizio anno non ero sicuro della mia decisione ed era la verità, avevo voglia di divertirmi, sapevo che sarebbe potevo essere la mia ultima stagione ma non volevo pensarci troppo. Quando è venuto il momento di partire per il Texas, ho fatto fatica a fare la valigia. Sia io sia Laura capiamo che se in questo mestiere non sei al mille per cento, è meglio essere sinceri con se stessi. Dopo la caduta a Jerez il sabato, andai da Laura e le dissi che avevo deciso. Ho avuto la fortuna di potere scegliere quando smettere, è un enorme privilegio. Sono nella migliore squadra del paddock dal punto di vista umano, su una delle migliori moto, e non sarebbe stato giusto stare senza essere al 101%. Non ho pensato al futuro, per me era abbastanza, e ho detto ad Albert di organizzare tutto, per me sarebbe stato un sogno dare l’annuncio nel Gran Premio di casa e così è stato”.

Non hai avuto ripensamenti?
Ero abbastanza convinto, ma martedì e mercoledì sentivo un grande dolore del petto, come se dovessi saltare da un ponte. Non avevo mai provato quella sensazione. Sono una persone molto sensibile, sono qui da tanti anni e non è stato facile, ma sono assolutamente convinto della mia scelta. Quando fai il nostro mestiere, ti prendi tanti rischi e devi essere concentrato al massimo, quando hai anche un piccolo dubbio è il momento di smettere”.

Lo hai detto a tua moglie per prima?
“Sì, poi ad Albert (Valera, il suo manager ndr), a Jorge Martin, a mio fratello Pol. Ero curioso di vedere la loro reazione e sono stati felici per me, non è stata una decisione facile. Ho 34 anni, fisicamente sto bene, la testa mi dice che potrei essere ancora veloce, come sono, ma il cuore mi chiede di rimanere a casa”.

Ti ha influenzato la decisione di smettere di tuo fratello Pol?
“Molto. Non è facile spiegarlo in poche parole, ma quando sei in MotoGP e le cose non vanno bene, hai degli infortuni, la relazione con Pol negli ultimi anni non è stata semplice. Dopo quella brutta caduta ha scoperto un’altra vita, è cambiato molto ed è stato qualcosa di bestiale. C’è vita anche oltre alle moto, anche se non lo vedi quando sei un’atleta. Pol mi ha aiutato molto a prendere questa decisione e ora cercherò di godermi la vita.

Quali sono i tuoi programmi da ‘pensionato’?
Ho tanta voglia e curiosità di fare altre cose, di viaggiare con i miei figli. Però ho 34 anni e ho anche voglia ad andare in moto, ci sarà un grosso cambiamento nel 2027, quindi continuerò a farlo”.

Albesiano aveva detto che sperava non ti ritirassi mai…
Quando ho detto la mia decisione a Romano, si è emozionato molto e si chiedeva come sarebbe stato il box perché con me che grido e festeggio è una follia (ride). Io sono orgoglioso non solo dei risultati che ho ottenuto, ma dell’atmosfera nel mio box: questa è la migliore squadra del campionato, senza dubbio”.

Cosa sarebbe stata l’Aprilia senza di te e cosa saresti stato tu senza l’Aprilia?
“La mia vita sarebbe diversa e sono molto grato a loro di questo. La mia carriera è stata un sogno negli ultimi 3 anni, si potrebbe scrivere un libro con tutto quello che abbiamo fatto insieme. In Aprilia sono passati molti piloti forti, anche dei campioni del mondo, ma nessuno è stato in grado di portare avanti il progetto, a parte me. Il mio cuore sarà sempre per Aprilia”.

Non hai avuto una carriera facile, anche quando sei arrivato in Aprilia la situazione era complicata.
“L’ho detto molte volte, ho sempre visto in Pol un pilota con più talento di me. Quando non avevo moto competitive, dovevo sforzarmi molto, lavorare tantissimo, per sopperire a quella mancanza di talento. Tutta quell’esperienza ha fatto sì che non mollassi, mentre gli altri se ne sono andati”.

Chi ti piacerebbe che ereditasse la tua moto?
Lo sapete, vorrei che venisse Jorge Martin, però credo che lui si meriti più di tutti di andare nel team ufficiale Ducati. Se non dovesse riuscirci, allora mi piacerebbe vincesse il titolo con l’Aprilia. Vorrei che guidasse la mia moto il pilota più veloce possibile, la RS-GP è competitiva ma non è una moto facile”.

Qual è l’ultimo sogno che vorresti realizzare da qui alla fine della stagione?
Ho già ottenuto più di quello che avrei sognato. Se mi fossi ritirato nel 2018 - e ci ero vicino - avrei avuto un solo podio, mentre in questi ultimi anni ho vinto 3 gare. Non devo dimostrare più nella, voglio solo godermela”.

Gli altri piloti ti hanno chiesto di essere il loro rappresentante per l’associazione di cui si parla da tempo?
Sì e ci ho pensato, ma dopo averne parlato con Laura ho deciso di non farlo. Per quel ruolo devi essere sempre presente, ma io voglio rallentare, stare a casa con i miei figli e non potrei farlo con quel lavoro”.

Cosa pensi ti mancherà di più e cosa meno della vita del pilota?
Lo scoprirò poco a poco, quando non sentirò più queste tensione e pressione. Mi piacerebbe continuare a guidare una moto, ma non a tempo pieno, e stare con Aprilia, perché è la mia seconda famiglia”.

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