“È stata una stagione indimenticabile”: Massimo ‘Maio’ Meregalli, team manager di Yamaha, usa l’ironia per descrivere il 2023. Per la Casa giapponese è stato un anno di tanti dolori e poche gioie, ma anche il momento in cui ha capito di dovere cambiare. Con questa nuova prospettiva (e le nuove concessioni) inizierà un 2024, importante per tanti aspetti. Dovrà cercare di tenere con sé Quartararo, di trovare un team satellite, di tornare a essere competitiva. Tanti obiettivi e poco tempo per raggiungerli.
Maio, iniziamo chiudendo, quest’annata: come è stata?
“Senza ombra di dubbio è stata la peggiore stagione da quando sono in MotoGP, è stata anche lunga con le gare sprint e magra di risultati. Purtroppo avevamo capito fin dall’inizio che la situazione sarebbe stata difficile e, a un certo punto, l’unica cosa che abbiamo cercato di fare all’interno del team era non recriminare, ma provare a ottimizzare il più possibile quello che avevamo, anche se… era già stato ottimizzato l’anno precedente”.
Sembra incredibile che siate passati da vincere il titolo nel 2021 a non vincere neanche una gara quest’anno.
“Ci siamo trovati in questa situazione all’improvviso, ma era già da 2 o 3 anni, se non 4, che miglioravamo poco, i problemi erano sempre gli stessi. Avevamo vinto nel 2021 perché noi eravamo partiti forte, mentre gli avversari avevano le moto nuove da sistemare, ma nella seconda parte del campionato avevamo sofferto. La stessa cosa era successa l’anno scorso, avevamo sfruttato il fatto di conoscere la nostra moto benissimo, ma quando i rivali hanno trovato una base, noi non ne avevamo più. Eravamo stati in grado di nascondere i nostri limiti negli scorsi due anni perché gli altri avevano avuto problemi all’inizio, in questa stagione, invece, sono partiti tutti forte, con moto competitive, e ci siamo trovati di fronte alla realtà”.
Quanto è difficile gestire una stagione del genere?
“Siamo stati bravi ad affrontare ogni GP come una gara nuova, fortunatamente qualche podio è arrivato e portava entusiasmo. A livello personale, mi è pesato partire da casa pensando che, a meno che non fosse successo qualcosa di particolare, sarebbe stato un altro fine settimana difficile. Alla fine di questa stagione, però, abbiamo iniziato a provare qualcosa di nuovo per la prossima, abbiamo anche preso dei rischi perché Yamaha non era abituata a dare ai piloti delle novità non ancora provate dai collaudatori. Non avevamo nulla da perdere e abbiamo cercato di anticipare qualcosa e, alla fine, qualche miglioramento c’è stato nelle ultime gare. Ora spero di partire da Sepang un po’ più avanti di come abbiamo finito a Valencia”.
"Quartararo non ha perso mai il suo spirito nelle difficoltà, non posso dirgli nulla"
Il campione si vede nei momenti difficili, come ha reagito Quartararo a questa situazione complicata?
“Fabio è sempre stato sul pezzo. A volte non è stato bravissimo a gestire le sue emozioni, ma una sua qualità è che, dopo una sfuriata, riparte a manetta come sempre, è sempre positivo, pensa a cosa si può fare per migliorare nella gara successiva. Quando, come succede a tutti, ha perso un po’ di spirito, l’ha recuperato immediatamente nella gara successiva. Non posso dirgli nulla per quanto ha spinto e per come ha gestito la sua stagione, è stato anche per lui difficile digerire il fatto di non partire per vincere, ma alla fine ha capito che dovevamo approfittare delle occasioni e continuare a lavorare. Tanto di cappello per Fabio perché non si è mai tirato indietro nonostante un pacchetto che non gli permettesse di dare quello che avrebbe voluto”.
Dopo i test a Valencia, Quartararo non era troppo entusiasta della nuova moto, ma contento dei cambiamenti interni in Yamaha.
“Quel cambio di mentalità è stato dimostrato anche dal fatto di provare del materiale nuovo prima dei collaudatori. Fabio è stato molto contento del nuovo pacchetto aerodinamico, era la prova principale a Valencia. A inizio stagione, a Sepang, avevamo portato un sacco di materiale ma, se avevamo ottenuto più carico, la moto non curvava, invece con questo nuovo pacchetto, sviluppato in Italia, la M1 era più bilanciata e aveva meno tendenza all’impennamento. Siamo riusciti a fare il primo passo in avanti nella direzione giusta con l’aerodinamica”.
A Sepang vedremo quel motore ‘made in Marmorini’?
“La collaborazione non significa che Luca stia facendo un nuovo motore, ma c’è uno scambio continuo di idee, di informazioni, di soluzioni tra il suo gruppo di lavoro e Yamaha. La cosa positiva è che le concessioni - che a livello di orgoglio personale avrei preferito non avere - ci permetteranno di potere sviluppare il motore nel corso delle stagione. I giapponesi sono sempre un po’ conservativi, non siamo ancora riusciti a snaturarli del tutto (ride), ma è significativo che ci sia questo tipo di collaborazione, come il fatto di avere sviluppato l’aerodinamica in Italia: sono i frutti di quel cambio di mentalità che Fabio chiedeva”.
"Senza un team satellite, ci darà una mano provare con i piloti ufficiali. Wild card? Per il momento ne abbiamo in programma 3"
Le concessioni quanto accelereranno il processo per tornare al top?
“Sicuramente sarà importante potere avere i test con i piloti ufficiali: faremo con Fabio e Alex lo shakedown a Sepang, poi probabilmente proveremo il lunedì dopo i GP di Portimao e Le Mans. Il limite è il quantitativo di gomme disponibili, ma per noi è molto utile poterlo fare perché non avere un team satellite è uno svantaggio. Fare dei test privati ci darà una mano, anche se non è facile infilarli in un calendario così pieno”.
Le 6 wild card saranno utili?
“In questo momento abbiamo in programma di iniziare a farne 3. Sono utili perché Crutchlow potrà portare avanti altro lavoro, come è successo a Motegi. Possiamo dividerci gli impegni, cosa che quest’anno non siamo riusciti a fare”.
Quanto sarà importante il 2024 per Yamaha non solo per ritrovare competitività, ma anche per riuscire a trovare un team satellite? Uccio ci ha detto che sta parlando con voi.
“Dobbiamo essere obiettivi, nella situazione in cui ci troviamo non possiamo pensare che a metà campionato saremo in grado di vincere le gare. Mi aspetto un miglioramento, mi accontenterei di essere sempre vicino ai primi 5. Anche quest’anno Fabio è sempre stato competitivo sul passo, il nostro problema - per un motivo che dobbiamo ancora capire - è che in qualifica non siamo stati in grado di migliorare quanto gli avversari. Quando è partito in seconda o terza fila, o è salito sul podio o ci è andato vicino”.
"Team satellite e rinnovare con Quartararo gli obiettivi per il futuro"
Parlando di team satellite, Pramac, VR46 e LCR sono le squadre in scadenza di contratto. Quanto sei fiducioso di riuscire a strapparne una alla concorrenza?
“È uno dei nostri obiettivi e la sua gestione sarà diversa rispetto a quella che avevamo in passato, quando fornivamo semplicemente le moto. L’idea che abbiamo ora è di avere una sinergia diretta con il team satellite per lavorare insieme. Sicuramente il primo team da scegliere per noi sarebbe quello di Valentino, è ambasciatore Yamaha e i nostri rapporti sono conosciuti”.
Hai paura di perdere Quartararo a fine anno?
“Come per il team satellite, tenerlo è un altro nostro obiettivo. Sappiamo che c’è questo rischio, ma faremo di tutto per convincerlo a rimanere”.
Qual è stata la prima impressione che ti ha dato Rins nei test di Valencia?
“Gli abbiamo chiesto solamente di girare, nella prima parte del test non ha toccato la moto e non gli abbiamo assolutamente detto di fare un time attack. Gli abbiamo solo fatto fare chilometri perché volevamo conoscere le sue impressioni, anche per avere un confronto diretto con Honda. I piloti si abituano fin troppo velocemente a una nuova moto (ride), quindi i commenti dopo le prime due uscite sono le più veritiere”.
Cosa vi ha detto?
“Che la nostra moto è meno fisica da guidare. Il suo approccio è stato buono, anche se stiamo parlando di una sola giornata e le sue condizioni non erano perfette”.
"I cavalli non sono il solo problema, la M1 andava aggiornata"
A Sepang cosa dobbiamo aspettarci da Yamaha?
“Sicuramente, come siamo soliti fare, non ci sarà uno stravolgimento. So già che non vedremo lì la M1 definitiva, ma me l’aspetto più competitiva. Le concessioni ci permetteranno di lavorare durante l’anno sotto tutti gli aspetti. Certamente avremo un’evoluzione per l’aerodinamica e mi aspetto lo stesso per il motore. Ci sarà qualcosa di nuovo anche per la ciclistica”.
Cosa vorresti trovare sotto l’albero di Natale, cavalli come dice sempre Quartararo?
“Sono sempre stato convinto che non sia stata solo questione di potenza, era tutto il pacchetto che andava aggiornato. Recuperare mezzo secondo con il motore è impossibile, non era quello il solo limite”.