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Franco Morbidelli: "La MotoGP è feroce, Marc Marquez ne è un esempio"

"Basta perdere un po' di fiducia e ti ritrovi in basso. Stiamo lavorando per il mio futuro, voglio darmi un'altra possibilità per vincere il titolo in MotoGP"

MotoGP: Franco Morbidelli:

Franco Morbidelli sta cercando la sua direzione. Sulla Yamaha, per finire questa stagione nel migliore dei modi, ma anche per il suo futuro. Ducati è un’opzione concreta, ma in questo momento Franky è ancora alla finestra per trovare una sistemazione.

Stiamo lavorando per fare sì che io riesca a correre il prossimo anno, e magari anche quelli dopo - spiega alla vigilia del GP al Red Bull Ring - Sono sicuro di potere dare ancora tanto a me stesso, alla squadra per cui correrò, ai miei amici e alla mia famiglia. Ho voglia di darmi altre possibilità per lottare per il campionato del mondo, è la cosa che voglio di più in questo momento della mia vita. Proseguiamo in questa rincorsa, VR46 e Gianluca (Falcioni, il manager della struttura di Valentino Rossi, ndr) mi stanno aiutando moltissimo, poi vedremo dove andrò”.

Quando gli si chiede se avverte un po’ di preoccupazione, scoppia a ridere: “Sono sempre ottimista… vi ricordo che sono metà brasiliano!”.

L’umore - almeno all’apparenza - è buono. Morbidelli sa di avere qualche carta da giocare, ma non abbastanza buona da condurre la partita. Così aspetta e non esclude nessuna possibilità. Neanche quella di un anno sabbatico: “tutto è possibile. Marquez ha fatto 3 gare all’anno ed è ancora in MotoGP, ci sono degli esempi”. È però un’ipotesi alquanto remota, come quella di un suo passaggio in SBK, come avrebbe voluto Yamaha, che si è sentita rispondere picche.

Certo, è incredibile che un pilota che appena 3 anni fa si era giocato il titolo in MotoGP, ora sia in cerca della sella. Si potrebbe dire che è in buona compagnia, se consideriamo il baratro in cui è sprofondato Mir, che nel 2020 vinse quel campionato.

Questa è la bellezza dello sport, ma soprattutto della MotoGP - la prende con filosofia Morbidelli - Abbiamo visto che negli ultimi anni c’è sempre stato un grande rimescolamento di carte, i valori in campo cambiano molto, secondo me il livello è talmente alto che quando viene a mancare un po’ di fiducia, o qualche altra piccola cosa, allora passi dall’essere lassù a un po’ più in giù, o abbastanza più in giù. Ci sono tanti esempi: il mio, quello di Mir, quello di Quartararo, quello di Marquez. Io sono un vice campione del mondo, ma ci sono anche campioni del mondo e pluricampioni del mondo che fanno questo ‘flip’. Il motivo? La MotoGP è feroce.

E sempre più difficile.

Lo sport va sempre avanti, la tecnologia aumenta, le gomme migliorano, ci sono gli abbassatori davanti e dietro, sicuramente la categoria è molto più competitiva. Una volta i team ufficiali si giocavano tutte le vittorie, dall’arrivo di Michelin e dall’introduzione della centralina unica ci sono stati sempre più vincitori diversi e da lì in poi la categoria si è sempre più compattata il pensiero di Franco.

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