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Moto2, Bertulessi: "Bastianini è da moto ufficiale, ma deve mettersi in coda"

"La top class è la bagarre delle Case ufficiali, Italtrans non ci andrà mai. Siamo interessati alla MotoE con Ducati, ci penseremo. Giovanni Sandi figura fondamentale per il team"

Moto2: Bertulessi:

La Moto2 cerca un padrone dopo il passaggio in top class dei primi tre classificati dellos corso anno. E perché non guardare in casa, in Italia, con il team Italtrans che dopo una stagione da sogno nel 2020 con la vittoria del mondiale di Bastianini ha vissuto un 2021 complicato.

“Siamo diventati campioni del mondo dopo un po’ di anni di sofferenza – ci ha detto in una intervista nella sede Italtrans, Laura Bertulessi proprietaria del team - Lo scorso anno siamo stati sfortunati, la stagione è stata complicata anche per via della pandemia e poi entrambi i piloti hanno subito degli infortuni. Arrivavamo da campioni del mondo, eravamo sull’iceberg della soddisfazione ma siamo fiduciosi. Ora voltiamo pagina, dobbiamo mettere sul piatto tutta la nostra esperienza: abbiamo una squadra importante, un capotecnico estremamente capace e i piloti hanno buone doti e tutti gli strumenti per fare bene. L’obiettivo è quello di tornare sul podio. La soddisfazione del podio non è solo nostra ma anche della squadra, dei piloti, degli sponsor”. 

Avete mai pensato di abbandonare il motomondiale in questo difficile periodo?

“No, assolutamente. Negli anni abbiamo avuto tanti piloti importanti, siamo contenti di aver cresciuto talenti che, arrivati da noi quasi per caso, hanno trovato un team capace e professionale che gli ha fatto svoltare come Morbidelli, Bastianini e Nakagami. Ora sono in MotoGP anche grazie a Italtrans. Mi auguro che anche Dalla Porta possa fare questo salto, Joe Roberts lo hanno già cercato in tanti, non solo Aprilia, lo volevano tutti”.

Dal punto di vista economico, infatti, sembrate una delle squadre più solide della vostra categoria.

“L’impegno nel motomondiale è sostenibile grazie ai nostri sponsor che dobbiamo veramente ringraziare. Non ci hanno mai abbandonato, nemmeno in questi anni complicati per via della pandemia. Il budget è diminuito per qualche gara in meno fatta lo scorso anno ma ora aumenterà per le 20 gare che ci aspettano in questa stagione”. 

Prima ha parlato di un “capotecnico estremamente capace”. Quanto è importante la figura di Giovanni Sandi per una squadra come la vostra?

“Tutto dipende da Giovanni, è una figura fondamentale. La sua esperienza e la sua competenza ci aiutano a capire su cosa puntare. Lui è una persona con una certa autorità ed autorevolezza e riesce ad entrare in sintonia con la squadra per rendere il contesto più armonioso. È il nostro direttore d’orchestra, gestisce tante persone che sono in giro per il mondo per 20 weekend l’anno. La Moto2 è il campionato più difficile dove la differenza la fanno il pilota ed il team ed allora una figura come la sua diventa importantissima”. 

"La MotoGP è la bagarre delle squadre ufficiali, non ci andremo mai"

Qual è la mission del team in ottica futura? Rimanere in Moto2 ed affermarsi lanciando piloti giovani o si può alzare l’asticella per entrare in MotoGP? 

“La soddisfazione sta nell’arrivare nel campionato e poi arrivare sul podio. Se si vuole vivere quell’emozione bisogna rimanere in Moto2. La MotoGP è accessibile, basta alzare il budget e trovare altri sponsor, ma non ci darà mai la soddisfazione di andare sul podio o vincere un mondiale. In MotoGP da team satellite le possibilità di successo sono quasi inesistenti, pur con tutta l’esperienza e la volontà mancherebbe l’impronta di una Casa ufficiale. La MotoGP è la bagarre delle grandi Case motociclistiche che investono tantissimi soldi per sviluppare un motore, noi non facciamo questo di mestiere. I piloti che vanno sul podio in MotoGP sono gli ufficiali, se non qualche eccezione. In Moto2 siamo tutti alla pari, ci si differenzia con la squadra, con la professionalità dei meccanici e con la scelta dei piloti. Si spenderebbe 10 volte tanto per non vedere mai il podio, noi non andremo mai in MotoGP. Abbiamo pensato alla MotoE, lì si può competere partendo tutti alla pari”. 

Quindi niente MotoGP per voi. Però come ha ricordato prima qualche vostro pilota ora è in top class.

“La MotoGP è per le Case ufficiali, che però hanno bisogno delle squadre satellite per provare, per fare comparative. Lo stesso Enea Bastianini è uno da moto ufficiale, ma deve mettersi in coda e aspettare che scadano i contratti dei piloti, poi sarà anche lui uno di quelli. La nostra è passione e competitività, in MotoGP si vendono le moto, quello non è il nostro lavoro”. 

"Roberts un matto, Dalla Porta gran lavoratore"

Cosa ne pensa del vostro pilota Joe Roberts, è molto osservato nel paddock.

“Joe è il classico americano un po’ matto, un po’ diverso dagli italiani. Italtrans lavora solo sul territorio nazionale e non abbiamo alcun business con l’estero. Noi preferiamo dare opportunità a dei ragazzi italianI ma Joe è risultato essere disponibile nel momento in cui a noi serviva un pilota e non c’erano ragazzi italiani. Giovanni Sandi ha pensato che lui fosse pronto per salire sul podio”.

Però, ad un certo punto, c’è chi ha pensato di portarvelo via.

“Si, Aprilia ci ha provato. Joe aveva già firmato con noi anche se a Rivola non interessava molto. Ho avuto modo di conoscere Rivola in quella circostanza ed è stato molto serio e comprensivo, che ha capito di stare forzando un ragazzo a fare qualcosa di poco conveniente per lui, così ha fatto un passo indietro, è stato un galantuomo. Anche Joe è stato molto serio in quella circostanza”.

Dalla Porta ha sicuramente deluso le aspettative. Cosa credete che possa fare in questa stagione con voi?

“Lorenzo è al terzo anno, dovrebbe essere il suo anno di svolta, ha avuto delle difficoltà. Lui è un campione del mondo e ha tante potenzialità ma ha dovuto capire la moto, l’assetto, mettersi a posto fisicamente. È un grande lavoratore, si impegna molto ed è determinato. Magari fa un po’ più fatica di Bastianini che è un grande talento, se gli dai due ruote di bicicletta va comunque sul podio”. 

Cosa dobbiamo aspettarci per il 2023?

“Giovanni Sandi aspetta sempre almeno il Mugello per prendere una decisione sui piloti. Ci pensa lui, già è difficile decidere in uno, figurarsi di più. L’idea dell’azienda continua ad essere quella di portare ragazzi italiani. Ci sono molti talenti e pochi posti nel motomondiale, ci sono famiglie che si mettono in condizioni disastrose per provare a correre. Noi non abbiamo mai chiesto soldi ai piloti. Se ci fosse un ragazzo italiano pronto per la Moto2 saremmo sicuramente interessati”.

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