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MotoGP, Jorge Martín: "Ducati è come la Ferrari: appassiona, la senti dentro"

"E' la Ferrari a due ruote, mio papà aveva una 748. In Pramac troverò l'ambiente giusto per andare forte ma dovrò avere pazienza. Marquez? Dopo quello che gli è successo i medici ci andranno piano"

MotoGP: Jorge Martín:

Jorge Martín sarà uno dei tre Rookie della MotoGP nel 2021 e durante una diretta organizzata con lui sul nostro canale YouTube abbiamo parlato del suo futuro in Ducati, della stagione appena conclusa in Moto2 e della preparazione che sta affrontando in questi giorni in sella ad una Panigale V4S che gli serve per prendere le misure a potenze e peso simili a quelle di una MotoGP. 

Lo spagnolo ha parlato con noi di tantissimi argomenti, sfoggiando anche un italiano davvero esemplare dovuto anche agli anni trascorsi nel team Gresini in Moto3, che gli hanno anche regalato il titolo iridato nel 2018. Martín debutterà in MotoGP in una stagione particolare, con il calendario di test ridotti all'osso a causa della pandemia, ma questo non gli ha affatto tolto il sorriso o la determinazione. 

Come sta andando in questi giorni, abbiamo visto le tue prime foto in sella ad una Ducati. 

"Sto girando in pista con la Ducati Panigale V4S, perché non ho mai guidato con questo tipo di moto e di potenza in pista. Mi sto trovando abbastanza bene, dovevo capire tante cose. Non so quanto somigli alla Desmosedici che guiderò, ma di certo è una delle moto più belle che ho guidato, perché ha una potenza incredibile. Mi piace la Ducati, da sempre e adesso che ho questa moto per me sono davvero contento. Il primo giorno è stato un po’ difficile, la moto si muove tanto, è un po’ particolare. Ma adesso riesco a fare un buon passo e questo è importante. Visto che la situazione è difficile per il Covid, ci siamo organizzati con tanti altri piloti come Xavi Fores e Tito Rabat, così stiamo dividendo i costi e ci stiamo divertendo. Andiamo tutti forte e questo aiuta". 

Martín: "Mio padre aveva una 748, non potevo dire no alla Ducati"

Tra poco salirai sulla Desmosedici, ma come è andato il tuo primo approccio con Ducati? Tu avevi un contratto con KTM per a MotoGP, cosa ti ha convinto a cambiare?

"Ho parlato con Ducati già quando ero in Moto3, parlavamo già all’epoca. Mi avevano detto che quando sarebbe stato il momento di passare in MotoGP ci saremmo sentiti. Poi sono andato in Moto2 e l’interesse era mutuo sempre. Avevo altre opzioni ma penso che la Ducati sia sempre stato il posto giusto per me. Penso che lo stile di questa moto è aggressivo, e poi c’è una passione attorno alla Ducati che nessun altro Costruttore può avere. Poi anche mio padre guidava una Ducati 748. Non potevo dire no alla Ducati, e sono molto contento della mia decisione. Ho un rapporto molto bello con Ducati, con Pramac. E’ tutto come una famiglia e questo mi mancava altrove". 

La Ducati è un po' la Ferrari delle due ruote, non ti mette pressione questa cosa?

"Per me non c’è pressione, ma solo un bel sentimento. Ducati è come la Ferrari, lo senti dentro. Vedo che loro sono molto concentrati su di me, vogliono capire quali siano le mie esigenze, in cosa si può migliorare. E questo è molto importante. Per i tifosi spero di fare il massimo, io darò tutto e spero di fare bene. Con Gigi Dall'Igna è andata subito molto bene. Sono andato a trovarlo in qualche GP, ho parlato con lui nel motorhome. Ma non era facile, perché lui era molto impegnato come anche io lo ero. Però abbiamo parlato un po’ di test, della Panigale, di come preparare tutto. Sono contento che lui sia il leader del progetto. Anche con Ciabatti ho parlato molto per il discorso del contratto, della moto. Mi ha organizzato anche per la macchina, una bella Audi Q3 RS. Per la Lamborghini mi sa che aspettiamo! Anche con Tardozzi ho un ottimo rapporto, mi segue da quando ero bambino. Il mio manager è lo stesso di Lorenzo e si conoscono bene. Già quando ero in Moto3 parlava con me, mi spingeva e penso che abbia sempre avuto fiducia in me. Sono molto contento di questo".

Sei già stato in fabbrica a Borgo Panigale?

"Sono stati in Ducati nel 2013. Correvo la rookie e mi ero fatto male a Brno, ma ero andato a Misano per vedere il Gran Premio. Mio padre prese due inviti per andare a visitare la fabbrica a Bologna. E’ stato molto bello, ricordo che c’era la prima Panigale, stavano facendo qualche prova lì e per me è la moto più bella che ci sia. Abbiamo guardato un po’ tutto, ma senza fare foto! Poi al museo c’erano tutte le moto di Bayliss, Capirossi, Stoner. Non avrei mai pensato sette anni dopo di trovarmi in Ducati come pilota. Sono contentissimo, adesso spero di tornarci presto". 

Martín: "Ho parlato della Ducati con Lorenzo: per lui è difficile ma ha un potenziale enorme"

Hai già parlato con qualche pilota che ha guidato la Ducati MotoGP per fartela un po' spiegare o almeno ci sei salito sopra da ferma? Cosa ti aspetti?

"Devo provare ancora la Desmosedici, non ci sono salito neanche da fermo. Proverò in Qatar. Tardozzi mi ha detto di non aspettarmi niente, di arrivare al test con una mentalità aperta. Quando ho visto la Panigale V4S l’ho vista grande ed ho pensato che sarebbe stato difficile. Poi in realtà mi sono trovato benissimo. Se penso che andrà altrettanto bene con la Desmosedici, magari sbaglio e non andrà così. Quindi preferisco non avere preconcetti ed avere la mente aperta. Ho parlato con Jorge Lorenzo quando era un pilota Ducati e secondo lui è la moto più difficile ma anche quella con il maggior potenziale. Sicuramente il primo anno sarà difficile, ma lavorando penso che arriverò. Sono il secondo Jorge che arriva in Ducati. Penso che se fosse rimasto in Ducati forse avrebbe vinto il mondiale. Lui è fortissimo, difficile andare al suo livello". 

Debutterai in MotoGP in una stagione particolare, con qualche giorno di test in meno rispetto al solito. Ti preoccupa?

"Penso che sarà difficile con così pochi test. Abbiamo perso tre giorni noi Rookie, e questo sarà uno svantaggio. Le prime gare saranno come un test. Certo sarà difficile, perché poi quando sei in gara vuoi andare forte. Ma so che dovrò stare attento all’inizio, girare senza cadere e prendere fiducia. Comunque con sei giorni di test in Qatar e poi subito la gara, penso che non andrà male. In ogni caso ho due anni di contratto, e l’obiettivo è andare forte soprattutto nel secondo anno". 

Arriverai in una squadra come la Pramac che ha sempre fatto crescere i giovani talenti. Che rapporto hai con Campinoti e Guidotti?

"Conosco i ragazzi del Team Pramac ancora poco, ma tutti quelli con cui ho parlato mi hanno parlato solo benissimo del team. Sono carico, non vedo l’ora di lavorare con loro. Vedo una squadra con un clima familiare, un po’ come con Gresini dove mi trovavo molto bene. In KTM non dico che non ci fosse questo ambiente, ma lì avevano una mentalità dedicata di più al lavoro, una metodologia di lavoro un po’ diversa. Mi trovavo bene, ma penso che sentirmi di più in un ambiente familiare mi farà andare bene e credo che troverò questo in Pramac". 

Troverai anche un osso duro come Zarco come compagno. Lo conosci già bene?

"Sarà tosta con Zarco. Ho un buon rapporto con lui, il primo contatto è stato buono. Lui ha vinto il mondiale in Moto2 con la stessa squadra con cui ho corso io. Veniva al box ed abbiamo parlato qualche volta. Penso che lui sia allo stesso livello di Jack e Pecco e penso che quest’anno sia uno dei favoriti per vincere. Già in Avintia è stato forte e adesso farà un upgrade con la Ducati di Pramac. Sicuramente imparerò tanto da lui". 

Che obiettivo ti sei posto per questa prima stagione in MotoGP?

"Il mio obiettivo di quest’anno è essere Rookie dell’anno. Difficile lottare con piloti che hanno tanta esperienza e penso che quello sia il mio obiettivo. Enea ha un grande potenziale, fa paura. Abbiamo fatto qualche lotta in pista ed è davvero tosto da battere. Penso che siamo i più talentuosi che potessero arrivare in MotoGP e anche Luca è fortissimo, lavora tanto ed ha fatto delle gare incredibili. Sarà fortissimo quest’anno. Il livello in Moto2 è altissimo adesso. Aragon è la mia pista preferita e partivo dodicesimo, quindi…siamo tutti pronti per andare in MotoGP, vedremo come andrà. Quartararo non era fortissimo in Moto2 e invece è andato bene subito in MotoGP. Bagnaia invece aveva vinto in Moto2 ed al primo anno ha avuto qualche problema in più. Non si sa mai, ma credo che tutti possiamo fare bene". 

Martín: "Il livello in Moto2 è altissimo. Bezzecchi, Lowes e Canet i favoriti"

Ti dispiace di aver lasciato la Moto2 senza aver vinto il titolo? Chi vedi adesso come favorito?

"Nel 2020 ho dato tutto, sono tranquillo. Senza il Covid avrei lottato fino alla fine, ero uno dei cinque candidati al titolo. Io sono tranquillo con me stesso, ho dato sempre il 100%. Sono pronto per la MotoGP. Tanti piloti in Moto2 sono forti. Anche i rookies andranno fortissimo. Lowes, Bezzecchi, Canet. Lui è qui e dovresti vedere come va, secondo me è pronto per vincere. Anche Arbolino sta andando forte. Ieri a Cartagena l’ho ripreso in pista con la Gopro e guida bene. Ho provato a dargli qualche consiglio, ma lui va già tanto forte. Per me la Moto2 è stata bella tosta. Il livello è altissimo, se vuoi crescere devi imparare presto ed andare forte. Anche la gestione delle gomme è molto  complessa. É un’ottima scuola, ho imparato tanto e questo è importante". 

Hai anche provato due telai diversi, prima il KTM e poi il Kalex. Sono molto diversi tra loro?

"Due telai molto diversi. Secondo me il problema che abbiamo avuto in KTM è che abbiamo provato sette telai ed era difficile capirci qualcosa. Io ero rookie e ricordo che al Montmelò abbiamo provato cinque telai prima della gara. Non sapevo cosa avevo sotto le gambe ad un certo punto. Dopo quando si è fermato lo sviluppo ed ho tenuto lo stesso telaio ho iniziato ad andare forte. Abbiamo migliorato la moto passo dopo passo ed a fine stagione ero sul podio, partivo in prima fila. La Kalex era più svelta in entrata curva, ma la KTM aveva molta stabilità e ti permetteva di frenare tardissimo e fortissimo. Mi sono abituato a tutte e due alla fine. Penso che al secondo anno se avessi continuato con il telaio KTM avrei fatto molto bene".

Martín: "Spero che Fausto Gresini sia presto full gas. Senzi di lui, non sarei qui ora"

Hai sentito qualcuno del Team Gresini in questi giorni?

"Ho ancora un bellissimo rapporto con il Team Gresini e mi sono informato sulle condizioni di Fausto in questi giorni. So che ancora non sta bene e spero che si riprenda bene. Deve stare a full gas, non deve mollare. Senza Fausto io non sei qui ora, perché mi ha dato una moto competitiva quando stavo in una situazione non buona. Venivo dalla stagione in Mahindra. Spero che si riprenda davvero presto". 

Arrivi in MotoGP in un periodo difficile per il dominatore delle ultime stagioni, ovvero Marc Marquez. Che idea ti sei fatto riguarod quello che gli è successo?

"Non so niente di particolare di Marc, stanno gestendo le cose molto in privato. E’ di certo un caso particolare. Io dopo Brno, quando mi sono rotto il polso, dopo sei giorni ero in moto ed ho fatto podio. Alla fine siamo tutti piloti e vogliamo tornare presto. Se un medico ti dice che puoi andare, tu vai e provi. Almeno ci provi. Lui ha provato e non penso che abbia fatto niente dell’altro mondo, ma dopo si è fatto male ed è stato un disastro per lui. Non so come sta, ma queste cose dopo costano molto. Sicuramente lui tornerà con la voglia di vincere e forte come sempre. Ma dopo un anno e mezzo senza moto farà fatica all’inizio". 

Credi che cambierà qualcosa dopo questo episodio?

"Secondo me non cambierà tanto per i piloti, ma dipende anche da che obiettivo hai. Se stai lottando per il titolo secondo me ci provi. Adesso che sono rookie, se dovessi farmi male aspetterei, come ha fatto Pecco nel 2020. Credo che i dottori non ci lasceranno fare queste cose come prima. Ci faranno aspettare di più".

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