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Bagnaia: "Più difficile guidare una MotoGP virtuale che nella realtà"

Pecco scherza: "Se si fosse corso coi videogiochi, avrei fatto il primo podio anni fa! Fisicamente sarà difficile ripartire. Il mio futuro? L'obiettivo è stare in Ducati"

MotoGP: Bagnaia: "Più difficile guidare una MotoGP virtuale che nella realtà"

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Un podio al Mugello sulla Ducati sarebbe un sogno per qualsiasi pilota italiano, Francesco Bagnaia oggi lo ha realizzato con la moto del team Pramac… peccato si trattasse solo di un videogioco. Pecco ha accettato la sfida coi videogiochi e non ha sfigurato, partecipando a un esperimento dedicato ai tifosi in astinenza da gare.

Se fosse stato con un videogioco, avrei fatto il mio primo podio già tanti anni fa! - scherza - Ho sempre giocato a MotoGP e di podi ne ho fatti tanti, ma la realtà è un’altra cosa”.

Però un podio al Mugello con la Ducati è il sogno di ogni pilota italiano.

Vero, e anche con una caduta. Significa che sono andato più forte di tutti, non sarebbe male ripetersi”.

Se fossimo in conferenza stampa, ti chiederemmo: cosa è mancato per vincere?

“Alex Marquez ha guidato molto pulito, io ho fatto troppi errori. È stato giusto che abbia vinto lui. Dopo il primo giro sono stato tranquillo, volevo attaccarlo alla fine ma non ci sono riuscito, dovrò rifarmi”.

Anche in una gara virtuale si può dare la colpa alle gomme?

Purtroppo no, sono uguali per tutti e neanche i motori si rompono, non ci sono scuse. C’era anche il bilanciamento delle prestazioni, quindi tutte le moto avevano le stesse prestazioni”.

E gli assetti?

Confesso di averne chiesto uno buono a Andrea Severi, il campione eSport che corre con la Ducati, ma probabilmente non sono stato il solo. Anche Marquez, Quartararo e Vinales devono avere avuto la mia stessa idea. Ero tanto tempo che non giocavo a MotoGP ed è stata tosta, è quasi più difficile guidare una MotoGP nel videogioco che nella realtà!.

È stata comunque una bella esperienza?

È stata un’iniziativa rivolta più ai tifosi che a noi piloti, mi è piaciuta e dovremmo farne più spesso, con gare più lunghe, non di soli 6 giri. Ho sentito che ci sarà un’altra gara fra un paio di settimane e ci sarò sicuramente”.

Passando dal virtuale alla realtà, come stai passando queste giornate?

Guardo film, serie tv, gioco alla Playstation e nel mio piccolo cerco di allenarmi come posso. Resto in contatto con gli altri piloti e con gli amici”.

Come avevi reagito alla notizia dell’annullamento della prima gara in Qatar?

“Ero pronto a partire quando me l’avevano detto, è stata sconvolgente. Nei primi giorni era difficile anche solo trovare la motivazione per andare in palestra, la prima settimana è stata la più dura”.

Dopo uno stop così prolungato, sarà strano anche tornare a correre?

In un certo senso è come fosse una pausa invernale, forse anche più lunga. Il problema sarà che ricominceremo senza test, partiremo con il fine settimana di gara. Fisicamente saremo meno pronti, sarà tosta affrontate prove e gare”.

C’è anche una grande probabilità di avere molte gare ravvicinate.

Bisognerà saperle gestire anche dal punto vista mentale, ma penso anche che tutti avranno una grandissima voglia di andare in moto. Dovremo scoprire quante gare faremo, non so quanto possa essere una buona idea andare a correre a fine novembre a Valencia, ma sono tutti problemi minori. La cosa più importante è che le cose si mettano a posto e che si possa ricominciare”.

Questa pausa come influisce sul tuo futuro non avendo ancora un contratto per il 2021?

“Sarebbe peggio se stessimo correndo e non avessi un contatto, siamo tutti fermi e il mercato piloti si sposterà semplicemente più avanti. Il mio obiettivo rimane quello di rimanere in Ducati, impegnandomi al massimo per arrivare nella squadra ufficiale”.

In questi giorni si possono fare dei ‘compiti a casa’ da un punto di vista tecnico?

So praticamente a memoria tutte le mie gare (ride) le ho viste e riviste miliardi di volte. La scorsa settimana mi sono sentito con il mio capotecnico, Cristian Gabarrini, e abbiamo parlato un po’, anche se si fa fatica non avendo i dati davanti, ma si possono fare dei discorsi un po’ più generici”.

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