Stoner: la moto meglio di me

"Chattering nella seconda metà di gara, ma il vero problema era la mia mobilità"


Casey Stoner non si aspettava una gara facile a Motegi. L'australiano rientrava dopo un assenza lunga due mesi, durante la quale ha visto tre GP dal divano di casa. Nonostante questo, il pilota Honda ha dato l'impressione di poter quantomeno lottare per il podio prima di cedere nelle fasi finali, e la quinta posizione si è rivelata un boccone amaro.

"Sono deluso, perché nei primi 10-15 giri la moto si comportava molto bene e avevo il passo per stare coi primi – ha detto Stoner – Ma verso la fine ho accusato il chattering. Forse perché con meno benzina la moto è più leggera, ma non riuscivo a caricare il peso in avanti e l'anteriore vibrava molto. Ho dovuto fare un passo indietro, ma a fine gara avevo trovato un modo per guidarci sopra. Frenavo più forte e prima, rilasciando i freni più gradualmente per sentire meglio l'anteriore. Avevamo trovato un buon bilanciamento, e la moto comunque andava meglio di quanto andassi io".

Quanto ti ha influenzato l'infortunio, e in che condizioni è la tua caviglia dopo la gara?

"Mi ha reso più cauto, sia a Indy che qui. So che se succedesse qualcosa al piede, dovrei ricominciare la riabilitazione da capo. Se non addirittura sostenere danni permanenti. Però durante la gara non mi faceva particolarmente male, solo la sentivo troppo immobilizzata. Era difficile perché su questa pista bisogna sollevare la moto in fretta, soprattutto nelle curve a destra che sono qui predominanti. Anche Sepang sarà difficile per il fisico visto il caldo, ma almeno non ci saranno curve lente come qua dove tirare su rapidamente la moto. Ora sono affaticato, la terrò in ghiaccio".

Puoi chiarire la dinamica dell'incidente di Indianapolis?

"C'era una chiazza umida e solitamente la potevi evitare facendo derapare la moto e giocando con il gas per cambiare direzione. L'avevo già fatto in precedenza, ma nel caso dell'incidente l'elettronica è stata più intrusiva e la ruota ha ripreso aderenza, bloccando di fatto la moto e causando un highside. In quel senso l'elettronica mi ha giocato contro. Tutti sanno che mi piace avere molta libertà con i movimenti della moto e poter gestire di più il posteriore, ma a volte la mia squadra non vuole spingersi così lontano, specialmente su una pista che aveva già tradito alcuni piloti. Se però avessi avuto più controllo avrei potuto scivolare sopra la chiazza".

Hai commentato la gara della Moto3 prendendo le difese di Kent su Twitter. Puoi spiegarci meglio il tuo punto di vista?

"Personalmente, non capisco come qualcuno possa incolpare Kent per quello che è successo. Sia lui che Tonucci hanno passato Cortese in modo pulito all'interno. Poi è stato lo stesso Cortese a colpire Tonucci, ma Kent era lontano. Ha fatto un ottimo lavoro per tutta la stagione, e credo si meriti il giusto riconoscimento".

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