Gardner: Stoner? colpa del padre

"Il ritiro? Ha iniziato prestissimo e forse il padre lo ha spronato troppo"


A Barcellona si è visto Wayne Gardner, indimenticato campione del mondo della 500 nel 1987 con la Honda e primo campione del mondo australiano.

Wayne, si è recentemente trasferito a Cheste, in Spagna, per favorire la carriera dei suoi due figli, Remy e Luca. Il maggiore, peraltro, è stato recentemente costretto ad interrompere l'attività per problemi economici del suo team, mentre Luca (ci siamo dimenticati di chidere a Gardner se questo nome è stato imposto in onore di Cadalora) verrà molto presto a fare qualche gara in Italia grazie al supporto di Carlo Florenzano Terenzi, uno dei collaboratori storici di Honda-Italia.

Gardner si è ritirato nel 1992, dopo un sesto posto nel mondiale. Per lui, oltre al titolo, 18 vittorie in Gran Premio, 20 secondi posti, 14 terzi per un totale di 52 podi collezionati in nove anni di carriera che includo anche due secondi posti assoluti collezionati nel 1986 e 1988 alle spalle di Eddie Lawson.

Era una tigre, Gardner, capace di correre - come molti piloti dell'epoca a dire il vero - senza assetti perfetti ed addirittura con la moto storta, come dimostrò in più di una occasione. Wayne, più di ogni altro, è rimasto addolorato per il ritiro del connazionale, Casey Stoner, ma non sorpreso.

"Casey ha iniziato a correre nel mondiale nel 2001, in 125 - ha ricordato "the Wollongong Wizard" - giovanissimo e da allora sono passati  già dodici anni: una carriera più lunga della mia che, peraltro, ho iniziato a correre più tardi di lui. Inoltre conoscendo un po' suo padre credo sia stato piuttosto duro...metaforicamente ha usato la frusta per spronarlo e capisco che ora ne abbia abbastanza. E' un ragazzo piuttosto particolare, ed ovviamente un pilota non può che pensare che il suo ritiro priverà il motomondiale di un talento incredibile e forse irripetibile. Con le 800 ha vinto più di qualsiasi altro...e nell'era di Valentino Rossi".

Come padre Gardner si trova ora a percorrere la stessa strada della famiglia Stoner.

"Anche io mi sono trasferito in Europa perché da noi, in Australia, la Federazione non ci è di alcun aiuto. Sia Remy che Luca hanno corso nel dirt track, che è fondamentale per la guida moderna, ma ovviamente il loro futuro è qui, se avranno abbastanza qualità. Io non li spingo, stanno facendo ciò che desiderano fare. A volte è molto impegnativo ed io provo a fornire loro supporto, ma se un giorno mi dicessero che non ne hanno più voglia accetterei tranquillamente il loro desiderio. Nel frattempo fanno anche altre attività sportive, come tutti i ragazzini della loro età ed ovviamente vivendo qui impareranno altre lingue. Un'altra cosa importante".

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