Rossi e Furusawa: gemelli diversi

Un libro racconta i retroscena della coppia più vincente degli ultimi anni


Come preannunciato la scorsa settimana, è arrivato sugli scaffali "Il Capolavoro", altro libro sulle gesta del pilota di motociclismo più vincente e famoso dell’era moderna, Valentino Rossi. Le pagine ripercorrono i sette anni trascorsi dal “Dottore” in Yamaha. Tra alti (come quattro titoli mondiali) e bassi (come Valencia 2006 e Mugello 2010). Comunque, indimenticabili sia per Rossi che per la casa di Iwata.

La loro relazione comincia in segreto, in una camera di albergo a Phillip Island nel lontano 2003. Presenti: Valentino Rossi, il capo-meccanico Jeremy Burgess, il team director Yamaha Davide Brivio, e l’ingegnere capo-reparto corse Masao Furusawa. Il resto è storia. Enrico Borghi, già autore dell’autobiografia di Rossi “Pensa se non ci avessi provato”, ci racconta ciò che è accaduto dietro le quinte. Dettagli inediti, che mettono in luce le dinamiche di un gruppo internazionale, tra Italia, Giappone, e Australia, capace di vincere tutto.

Alcuni episodi ironici danno un carattere più umano agli artefici dell’impresa. Come la leggenda che Burgess si fosse recato al suddetto incontro con i vertici Yamaha in stato di ubriachezza. In realtà, era semplicemente nervoso, in attesa del perenne ritardatario Rossi, e rispondeva impacciato a chiunque gli domandasse cosa facesse sul marciapiede fuori dall’albergo. “Avevo bevuto qualche birra con gli amici, ma niente al di fuori del normale – ha confessato scherzosamente l’australiano – O almeno per noi australiani”.

Tuttavia, il protagonista assoluto dell'opera è Masao Furusawa, deus-ex-machina dell’avventura che ha trasformato una moto mediocre nella regina del paddock“Furusawa è stato un giapponese illuminato – ha dichiarato Brivio alla presentazione del libro – Ha saputo unire la fantasia italiana alla razionalità giapponese, un contrasto che poteva rivelarsi difficile e invece è stato l’elemento vincente di questa impresa”.

Giapponese atipico e uomo rinascimentale per eccellenza (si diletta, tra le altre cose, di disegno, scultura, e fotografia), Furusawa si era originariamente accordato con Rossi per un sodalizio di due anni, in previsione di un trasferimento del "Dottore" in Formula 1 con la Ferrari. Un'intesa sorprendente ha però portato i due a prolungare il rapporto ben oltre la scadenza temporale. “Eravamo così diversi – ha detto Rossi – Eppure ci siamo capiti subito. Credo che la nostra avventura sia stata una specie di laboratorio di idee. Siamo stati innovativi.

A questo proposito, basti pensare alla progettazione di un quattro cilindri in linea con albero motore a 90º per contrastare l’allora dominante V5 della Honda. Oppure allo spostamento di un intero team di meccanici e ingegneri con il pilota, divenuto prassi tra i top rider di oggi.

Tra Rossi e Furusawa si è quindi attuata una fusione sinergica di culture diverse, con pianificazione analitica, convinzione nei propri mezzi, e umiltà nell’apprendimento come tratti comuni. Da qui l’intesa perfetta con Valentino. “Furusawa è stato la chiave di tutto – ha detto Burgess – È la migliore persona che abbia mai incontrato, tra i dirigenti nella sua posizione”.

Tuttavia, il rapporto tra Furusawa e Valentino si è poi rivelato un'arma a doppio taglio. Dopo aver fatto da collante per un gruppo eterogeneo, il giapponese ne ha poi innescato il processo di disgregazione con il suo annuncio di pensionamento. “Il gruppo che Furusawa ha creato con Valentino non poteva proseguire il suo cammino senza la presenza di tutti e due – ha dichiarato Burgess – Se lasciava uno, allora doveva lasciare anche l’altro”.

Lo stesso Rossi ha dichiarato: “Ad un certo punto, capii che senza di lui non sarebbe stata più la stessa avventura. Per la nostra amicizia, per il rapporto che ci legava, lui era il mio solo riferimento."

Tra i due resta comunque un sodalizio umano che trascende quello professionale, ormai terminato. "Quella tra me e la Yamaha è stata una di quelle storie d’amore, molto rare per la verità, che finiscono bene", ha concluso Valentino.


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