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SBK, Baz: "Meglio protagonista in MotoAmerica con Ducati, che comparsa nel mondiale"

"A poco a poco mi sto affezionando agli USA ed al MotoAmerica, Rainey sta facendo un grande lavoro. La volontà è vincere il titolo per tornare nel Mondiale. Felice per Quartararo, bravo e fortunato nelle scelte fatte"

SBK: Baz:

Archiviata la delusione relativa alla non iscrizione del Ten Kate-Yamaha Racing Team nel mondiale Superbike, Loris Baz è ripartito dalla MotoAmerica Honos Superbike sotto le insegne Warhorse HSBK Racing Ducati New York, correndo in sella ad una Panigale V4R. Il francese, intervistato durante una LIVE dai nostri Paolo Scalera e Marco Caregnato,  ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a mettersi in gioco nella serie a stelle e strisce, tracciando un bilancio della prima metà del 2021 che lo vede al quinto posto in classifica con quattro podi all’attivo.

“Sul finire del 2020, l’obbiettivo principale non era gareggiare nella MotoAmerica, tuttavia, si sta dimostrando una bellissima esperienza. Mi sarebbe piaciuto proseguire nel mondiale SBK in virtù degli ottimi risultati ottenuti con Ten Kate, ho ricevuto delle offerte, però non me la sono sentita di fare la comparsa - ha esordito - qualche giorno prima del mio compleanno ho ricevuto la telefonata di Eraldo Fieracci, il quale mi ha esposto il progetto e, dopo averne parlato con il mio manager, ho ascoltato il mio cuore e ho deciso di accettare l’offerta. Anche se sono approdato tardi negli USA, a poco a poco mi sto affezionando al paese e campionato. Il progetto è nuovo, si respira un’atmosfera felice all’interno del box considerato il supporto diretto della Casa madre. Purtroppo, siamo stati un po’ sfortunati in avvio di stagione, adesso stiamo cominciando a ingranare le marcie giuste. La volontà è vincere il titolo, sperando di riabbracciare presto il Mondiale di categoria.

All’esordio assoluto negli States, dall’alto della propria esperienza, il 28enne ha esposto il personale punto di vista sulla realtà gestita dal tri-Campione del mondo 500cc, Wayne Rainey, da sette anni a questa parte.

“Wayne sta facendo un egregio lavoro, il campionato sto tornando ai fasti di un tempo, infatti il livello della top-6 è veramente elevato - ha proseguito - negli ultimi appuntamenti sono state aperte di nuovo le porte e il pubblico ha partecipato in massa, si è toccato quota 60-80.000 presenze. Inoltre, parte delle piste sono vecchie stile, proprio come piacciono a me avendo corso nel British Superbike. Rispetto all’Europa, gli asfalti sono vecchi, di conseguenza hanno meno grip e ciò rende difficile trovare il corretto set up della moto”.

Dai trascorsi in MotoGP, durante i test di Sepang del 2016, l’allora portacolori Avintia Racing finì nell’occhio del ciclone in virtù di una clamorosa nonché rischiosa carambola in pieno rettilineo dovuta all’esplosione della carcassa posteriore della sua Michelin.

Posso ritenermi soddisfatto di essere ancora vivo. Solitamente finisco a terra per un errore mio, invece, in quella circostanza, a causa di una gomma in fase di sviluppo dato che Michelin rientrava al termine di una prolungata assenza. Fortunatamente, hanno compiuto numerosi progressi da quell’episodio. Al contempo, mi arrabbiai molto nel leggere che la colpa venne attribuita alla squadra, più nello specifico alla bassa pressione degli pneumatici, cosa che non era assolutamente vera.

Non solo MotoGP e SBK, infatti, Baz ha avuto la possibilità di cimentarsi più volte nel contesto del Mondiale Endurance, oggi di scena in Portogallo per la 12H di Estoril. Basti pensare che nel 2011 concluse sul podio la 24H di Le Mans con YART-Yamaha.

“Quando ho conquistato il podio numero uno nel FIM EWC avevo appena 18 anni, a quell’epoca esisteva una differente concezione delle gare di durata. Si provano delle emozioni uniche, in cui sei triste nel 90% della corsa e felice nel restante 10 %. Tra l’altro ho avuto la fortuna di correre al fianco del mio migliore amico, Jérémy Guarnoni, un momento più unico che raro nel motociclismo. Sarebbe magnifico tornare nell’Endurance alla guida di una Ducati.

In conclusione, non manca neanche un pensiero nei confronti del connazionale Fabio Quartararo, attuale leader della MotoGP. Entrambi si conoscono quasi da una vita, senza negare di averlo coadiuvato in più di un’occasione.

“Ho conosciuto Fabio quando suo babbo chiese al mio allenatore se valesse la pena andare nel campionato spagnolo. Lo reputo un talento cristallino, sono felice per lui, se lo merita visto il complicato esordio nel Motomondiale. In quel momento mi trovavo sempre in MotoGP e, attraverso l’aiuto mio e dell’attuale manager, siamo riusciti a ‘sgrezzarlo’. Nelle scelte fatte è stato bravo e fortunato. Infatti, una volta vinta la prima gara in Moto2, successivamente ha subito firmato il contratto con Petronas, sono aspetti che fanno parte della carriera di ogni pilota”, ha terminato.

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