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MotoGP, Marc Marquez: "Avrei potuto essere egoista e guadagnare tanto da Honda"

"Ho fatto una scelta diversa perché secondo me HRC deve investire in sviluppo. Nel box c'è Joan Mir, un campione del mondo. E tutti vedono la situazione. Stupito da mio fratello Alex, ha fatto uno step"

MotoGP: Marc Marquez:

Marc Marquez non è riuscito oggi a centrare l'accesso alla Q2 con una Honda che non gradisce particolarmente il layout di Sepang. Il tracciato malese non esalta di certo le doti della moto giapponese, anche se in realtà in questo periodo storico è difficile trovare una pista che ci riesca. Marc ci ha provato, ha tentato come sempre di andare oltre i limiti della moto nel time attack ma pur non riuscendo nell'impresa, ha almeno trovato una moto che sul ritmo gara non l'ha deluso ma anzi sorpreso. 

Tutto questo per quanto riguarda il presente, ma poi nel corso dell'incontro con i giornalisti a fine giornata, a Marc è stata posta la fatidica domanda sul futuro pilota Honda, l'uomo destinato a raccogliere la sua pesante eredità in HRC. Come sempre, Marquez non si è sottratto ed ha affrontato la questione. 

"Honda ha un campione del mondo nel box che è Joan Mir e che sta soffrendo molto - le parole di Marc - secondo me, e l’ho detto altre volte, Honda ha bisogno di tempo. Stiamo parlando di Honda, ci vorrà del tempo ma arriverà. Mi pare chiaro che da due o tre anni la situazione è difficile e logicamente credo che sia giusto investire sulla moto più che su altro. Io avrei potuto essere egoista e restare nel box e guadagnare molto facendo il mio lavoro, ma secondo me la cosa migliore per Honda oggi è investire tanto nello sviluppo della moto. Io sono andato via perché voglio divertirmi in moto come ho sempre fatto e sapevo che ci sarebbe voluto troppo tempo".

Oggi non è andata bene, ma ci hai provato lo stesso. 
"Ho spinto tanto, ci ho provato fino in fondo come sempre. Ci sono delle giornate in cui abbiamo la velocità per il singolo giro, ma non abbiamo il ritmo. Oggi sembrava il contrario, ho fatto un ottimo run da solo con un buon ritmo. Ieri sapevo che avrei sofferto, ma in realtà quando già sai di essere destinato a soffrire l’impatto è minore. Vediamo, domani continueremo a lavorare anche se so che passare attraverso la Q1 sarà difficile. Ci proverò senza dubbio".

Chi sta andando forte è tuo fratello Alex.
"Alex qui è fortissimo, sta guidando davvero molto bene. L’ho seguito per un paio di giri ed ha fatto un bello step in avanti sull’ingresso curva, osservandolo da fuori sembra che abbia tanta confidenza. Sono felice per lui specialmente perché nelle ultime tre gare era infortunato alle costole. Era importante fare un passo in avanti per prepararsi per il 2024 con la squadra. Quando spingi al limite diventa anche più facile commettere errori, ma lui non li sta commettendo".

In cosa hai visto uno step da parte sua?
"Guidava bene, non si tratta di fare qualcosa di speciale. Staccava nel posto giusto, faceva un ottimo pick up con la moto in uscita. Ho provato a seguirlo nel primo time attack e sono quasi caduto per cercare di restare con lui perché in alcune curve davvero mi scappava via, come la 3 e la 4. Era troppo più veloce di me oggi, sono solo contento per lui".

Alcuni dicono che Martìn ha l'istinto da killer che ricorda molto te. Come la vedi?
"Si, direi di si. Martìn ha adesso un livello di confidenza con la moto altissimo, lo vedo ogni volta che sono alle sue spalle. Sa cosa fare, sa come essere veloce sul giro singolo, è velocissimo in ingresso curva".

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