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SBK, L’anomalia del regolamento Superbike e il ritorno del peso minimo moto-pilota

L’aggiustamento dei giri motore a stagione in corso non si è rivelata una misura abbastanza efficace da riuscire a riequilibrare il campionato, ecco perché Dorna e FIM hanno deciso di tornare sui propri passi e zavorrare Bautista nel 2024

SBK: L’anomalia del regolamento Superbike e il ritorno del peso minimo moto-pilota

Il Mondiale Superbike si appresta a vivere una vera e propria rivoluzione a partire dal 2024, anno in cui verranno introdotte diverse novità rispetto all’attuale regolamento tecnico. Tra le modifiche annunciate dalla Commissione Superbike, quella che salta subito all’occhio è senza dubbio l’introduzione del limite minimo di peso moto+pilota, che andrà a sostituire l’attuale bilanciamento delle prestazioni attuato attraverso l’aggiustamento dei giri motore, a stagione in corso. Non ci saranno più calcoli del famigerato algoritmo, quindi, ad aumentare o limitare le prestazioni delle moto, perché il numero massimo di giri consentito per ogni modello verrà stabilito prima dell’inizio del campionato e resterà invariato per l’intera stagione. 

Un cambio di rotta rispetto a quanto deciso nello scorso febbraio, quando FIM e Dorna hanno fatto dietrofront rispetto all’idea di introdurre il limite minimo di peso. Andando così a chiudere la porta a qualunque ipotesi di zavorrare la Panigale V4R di Alvaro Bautista, finito nell’occhio del ciclone per il suo peso, sin dal suo ritorno in Ducati. Tanto che è stata proprio la superiorità mostrata dallo spagnolo nel 2022, soprattutto in termini di accelerazione, la principale motivazione a spingere le Case e i piloti avversari a chiedere in coro di bilanciare il campionato introducendo un limite minimo di peso.

Cosa è cambiato in otto mesi?

Perché il provvedimento accantonato a inizio 2023 diventerà realtà il prossimo anno? La risposta è semplice e sta nel fatto che mettere mano ai giri-motore non ha dato i risultati sperati, dimostrandosi una misura insufficiente a riequilibrare il campionato e ad arginare la supremazia del binomio Alvaro-Ducati. Il campione in carica è riuscito infatti ad aggiudicarsi 24 delle 33 gare sin qui disputate, nonostante il doppio taglio di 250 giri-motore inflitto in stagione alle Rosse di Borgo Panigale, che è andato invece a penalizzare Michael Ruben Rinaldi e le moto satellite di Danilo Petrucci, Axel Bassani e Philipp Oettl. 

Evidente è apparsa la frustrazione di Toprak Razgatlioglu nello scorso Round a Portimao, dove il turco ha preso a pugni la sua R1 dopo essere stato battuto due volte consecutive da Bautista, all’ultima curva. “La mia moto non aveva la stessa accelerazione della Ducati, sembrava che guidassi una 600” ha detto rassegnato il 26enne, a cui non sono bastati i 500 giri-motore in più concessi alle Yamaha da Most per avere la meglio sul suo rivale. Ma a dimostrare l’inefficacia della formula è stato anche il caso dei 500 giri-motore che sono stati concessi alle Kawasaki ZX-10RR a partire da Imola, nonostante le Ninja non possano sfruttare il potenziamento. 

Un’azione mirata contro Bautista?

La scelta di tornare al piano originale e introdurre il limite minimo di peso moto-pilota nel 2024 potrebbe dunque essere vista proprio nell’ottica di un tentativo di riequilibrare il campionato, mettendo i bastoni tra le ruote del suo dominatore: il pilota più minuto e più leggero dello schieramento, che si troverà a fare i conti con una Ducati zavorrata e resa più fisica da guidare dall’aggiunta di peso. 

Ancora non si conoscono i dettagli relativi al limite minimo di peso e il reale impatto che avranno i chili aggiuntivi sulle prestazioni di Alvaro. Quello che è certo però è che questa norma del regolamento tecnico è destinata a far discutere a lungo, visto che in Spagna si inizia già a parlare del limite minimo di peso moto+pilota come della “legge anti-Bautista”.

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