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MotoGP, Vergani: “Marquez? I contratti devono regolare non essere una galera”

“A Marc non cambia avere 100 o 120 milioni sul conto. A lui interessa soltanto tornare a divertirsi con la moto perché questo vale più dei 20 milioni di contratto. Fossi in Honda offrirei un contratto in bianco a Dall’Igna, perché lui è l’uomo del cambiamento come Newey in F1 con RedBull e così attiri i campioni”

MotoGP: Vergani: “Marquez? I contratti devono regolare non essere una galera”

Alberto Vergani ha siglato la scorsa settimana l’ultimo colpo di mercato della Superbike, ovvero il passaggio di Axel Bassani in Kawasaki. Di questa operazione di mercato ne abbiamo parlato con lui in un’intervista che leggerete nei prossimi giorni su GPOne.

A parte il discorso legato al futuro pilota Kawasaki, il manager meneghino non si è sottratto all’argomento clou della settimana, ovvero l’addio di Marquez alla Honda. Sul tema Vergani ha voluto dare il proprio punto di vista tra presente e futuro.

“Di Marquez che lascia la Honda ne parlai in occasione di una trasmissione televisiva a maggio – ci ha detto – in queste situazioni la differenza la fa quelli che sono i segnali deboli. Lo abbiamo visto tutti il Marc dell’ultimo anno: un pilota sofferente, non entusiasta, vittima di tante cadute. Quando un pilota non si diverte più le opzioni sono due: ritirarsi oppure cambiare. Marc ha deciso la seconda, ovvero andare alla ricerca di una nuova sfida”.

Ti ha sorpreso la sua scelta di lasciare Honda?
“No! Anzi, ad essere sincero è una scelta che esalta e valorizza ulteriormente Marc Marquez come pilota e persona. Lui lascia un colosso come Honda e va in Gresini per rimettersi in gioco con l’obiettivo di ritrovare quell’entusiasmo che gli è venuto a mancare e ovviamente riconquistare la vittoria. A Marc di avere 100 o 120 milioni sul conto non gliene frega nulla. La sua priorità è quella di essere felice e divertirsi facendo il pilota. Questo aspetto conta più dei 20 milioni di contratto del 2024”.

Ad attenderlo c’è Gresini.
“Io ho sempre pensato ad una cosa. Suo padre lo vediamo spesso nel box a seguire Alex e quando vanno a casa di sicuro se ne raccontano tante di storie. Gresini è un grande struttura dove sono convinto si stia molto bene. Marc ha capito che in Honda non era più felice e ha trovato subito l’alternativa. Se non fosse andato da Gresini si sarebbe ritirato”.

Pernat è rimasto molto basito in merito, sottolineando che i contratti ormai sono diventati carta straccia.
“Carletto lo conosco da una vita e posso ben capire la sua posizione, dato che ha due piloti come Bastianini e Arbolino, quest'ultimo attualmente in Moto2 che vuole fare il salto. La cosa che dico io è questa: i contratti non devono essere una galera, ma un mezzo per regolare i rapporti tra le parti. Questo è il mio punto di vista, un po’ come fece Melandri ai tempi di Ducati, che decise di lasciare perché non era più felice oltre che in pista anche quando era a casa nel quotidiano”.

Alberto, facciamo un gioco. Sei il nuovo direttore generale della HRC: cosa faresti adesso che è andato via Marquez?
“La prima cosa che farei è offrire un contratto in bianco a Gigi Dall’Igna, cercando di prenderlo ad ogni costo.  Dall’Igna è l’uomo del cambiamento, uno capace di rivoluzionare e l’abbiamo visto in Ducati. Nel momento in cui hai uno come Gigi, che ti cambia la moto, di conseguenza questo attira i piloti. L’esempio è proprio la Ducati, una moto che tutti i piloti vogliono senza che sia l’azienda ad andare alla loro ricerca. Basti pensare in ultimo a Marc Marquez, che ha rinunciato a 20 milioni per di salire su una Desmosedici. Per me Dall’Igna è l’uomo del cambiamento come lo è stato Adrian Newey in Formula 1. Bisogna però valutare se la mentalità dei giapponesi ti spinge o meno a fare simili azioni"

Qualcuno dice che Marc in Ducati cambierà gli equilibri?
“Marc su una Ducati penso sia una grande occasione per tutti di rilancio del Campionato. Non solo: avere su una Ducati un pilota come Marquez diventa un metro di paragone per i vari Bagnaia, Bezzecchi, Martin ecc. Ancora oggi ricordo Petrucci quando vinse al Mugello contro di lui. Confrontarsi con un pilota del genere ti fa crescere, ma soprattutto valorizza”.  

   

 

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