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MotoGP, Espargaró: “L’anno scorso ho imparato che devi sempre guardare la tabella”

“Ho scritto sul casco ‘un giro in più’, così me lo ricordo” ironizza Aleix alla vigilia della gara in Catalunya: “Non cerco la rivincita, ma il Montmeló è un’ottima pista per provare a brillare”

MotoGP: Espargaró: “L’anno scorso ho imparato che devi sempre guardare la tabella”

È passato quasi un anno e mezzo da quella domenica 05 giugno in cui l’esultanza anticipata di un giro è costata ad Aleix Espargaró il secondo posto nel GP della Catalunya. Una difficile pagina della sua carriera che il pilota iberico punta a cancellare questo fine settimana, in cui andrà in cerca del riscatto sul tracciato del Montmeló.

Non si tratta di rivincita, ho commesso un grosso errore l’anno scorso. All’inizio è stata dura andare avanti, ma alla fine si è trattato di uno sbaglio. Sono umano e faccio un sacco di errori, uno dei quali l’ho commesso qui lo scorso anno, ma è una cosa che fa parte del passato. Ero molto veloce qui l’anno passato. Sono stato davanti in tutte le sessioni prima della gara ed è una buona cosa. Non vedo l’ora di scendere in pista, perché l’Aprilia 2023 è più veloce di quella dell’anno scorso e voglio vedere quanto riusciamo ad andare forte ha puntualizzato Aleix, sottolineando le caratteristiche che rendono il circuito catalano una pista particolarmente favorevole alla RS-GP:“Amo questo layout perché ci sono molte curve veloci, un po’ come a Silverstone, in Malesia, ad Assen e in Argentina mentre in Austria era completamente l’opposto, solo Stop&Go, e noi non siamo particolarmente competitivi con questo tipo di curve, perché lavoro con questa moto da tanto tempo e l’Aprilia riflette il mio stile di guida - ha spiegato - Credo che l’aspetto positivo di questo tracciato sia che possiamo mollare i freni e buttarci in curva. Credo sia un’ottima pista per noi per provare a brillare”.

Quasi come Troy Bayliss che teneva in moto una foto dei suoi meccanici con la scritta ‘Pensa a noi, dai più gas’, il portacolori dell’Aprilia scenderà in pista con uno speciale promemoria, in questo fine settimana davanti al pubblico di casa. 

Ho scritto ‘un giro in più' sul casco, così me lo ricordo. I marshal dovranno stare attenti perché, per ogni eventualità, spingerò un giro in più dopo aver visto la bandiera a scacchi. Cercherò di stare concentrato. Errare è umano e io ho già commesso molti più errori di un uomo medio e potrei commetterne un altro questo weekend, ma non sarà sicuramente quello” ha affermato il 34enne, spiegando come è corso ai ripari per non ripetere  la svista: “Ho fatto qualche piccolo cambiamento. Nelle FP1 mi accerto di riuscire a vedere bene la mia tabella e se non è così chiedo ai miei ragazzi di spostarla un pochino. Provi sempre a imparare dai tuoi errori e non penso di ripetere questo, ma proviamo anche a scongiurarne degli altri - ha spiegato - La cosa più importante che ho imparato l’anno scorso è che devi sempre guardare la tua tabella”.

Al di là di quanto successo nella passata edizione del GP, il Montmeló è un tracciato speciale sotto molti aspetti per Aleix, a cominciare dal fatto che si tratta della pista su cui lui e il fratello Pol hanno cominciato a muovere i primi passi. 

“Ricordo che avevo 10 o 11 anni la prima volta che ho girato qui con una moto da 50cc. È stato un sogno per me, perché questa è stata la prima grande pista su cui ho corso dopo i kartodromi. All’inizio era come un gioco, poi, passo dopo passo, l’obiettivo è diventato quello di arrivare in MotoGP. Adesso non ci facciamo molto caso perché è il nostro lavoro, ma è bello fare un respiro, guardarsi indietro e ricordare da dove arriviamo. Oggi siamo entrambi qui a correre in MotoGP ed è fantastico. È come un sogno - ha raccontato il pilota Aprilia - Sono molto orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto. Se dovessi fermarmi domani per me sarebbe già sufficiente. Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto. Sono molto rilassato e felice di ciò che mi ha dato la vita. Penso che anche Pol debba essere soddisfatto di ciò che ha fatto: ha vinto un titolo. Sento di avere ancora l’energia per disputare una o due stagioni, ma se non fosse sarei pronto a ritirarmi”.

Leader indiscusso del campionato, anche in Catalunya sarà Francesco Bagnaia l’uomo da battere. Ma qual è stato il punto di forza che ha permesso a Pecco di dominare questa prima parte di stagione? 

Per me è la conoscenza dell’intero progetto - ha risposto lo spagnolo - È consapevole di avere la moto migliore e un ottimo team intorno a lui. Il modo in cui lavora nel weekend in maniera tranquilla e attenta dal venerdì è dovuta a questo. Conosce tutto alla perfezione e si comporta come se fosse a casa a rilassarsi sul divano”.

Non certo rilassante sarà però la seconda parte di campionato, che conta nove appuntamenti, dopo la Catalunya, racchiusi in meno di tre mesi.

“Il problema è che ci sono ragazzi di 22 o 23 anni. Per me sarà difficile estendere la mia carriera come ha fatto per esempio Valentino in passato, per via dell’intensità dei fine settimana, dei viaggi e degli infortuni. Sarà mentalmente difficile mantenere il livello a lungo. Anche se ami la MotoGP quanto la amo io, che forse non quanto la amava Valentino, passi circa 200 giorni a viaggiare in giro per il Mondo e alla fine è difficile continuare a farlo per 10 anni. Penso che le carriere saranno più corte” ha sottolineato Aleix. 

Il capitano della Casa di Noale non vede però di buon occhio l’idea di Ezpeleta di far turnare i piloti come in una squadra di calcio: “Non sono d’accordo perché se perdi il ritmo fai fatica a recuperarlo. Mio fratello ne è un esempio. D’altra parte però, con il calendario che abbiamo e tutti gli infortuni che abbiamo visto in questa stagione, è molto intelligente avere un buon test team” ha ammesso Espargaró, che ha concluso con una battuta sullo strano caso di Sean Dylan Kelly: “È difficile capire se veramente non è fit o meno, ma la IRTA dovrebbe proteggerci di più perché noi non possiamo fare nulla. Non è giusto se protegge soltanto i team”. 

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