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MotoGP, Miller: “C'erano dubbi su me e Pecco, nel 2022 gli altri saranno nei guai”

“Se nel 2015 avessero chiesto a chiunque di salire su una Ducati, la risposta sarebbe stata negativa, oggi la vogliono tutti. Per il 2022 la lista dei pretendenti al titolo è lunga. Martin quest’anno è stato fantastico, a Petrux non viene riconosciuto il suo vero valore”

MotoGP: Miller: “C'erano dubbi su me e Pecco, nel 2022 gli altri saranno nei guai”

Dopo il terzo posto del 2019 e il secondo di Valencia-2 nel 2020, Jack Miller ha portato a casa il suo terzo podio in 3 anni sul Ricardo Tormo. Una pista ormai sua amica e che, assieme ai risultati suoi e di Pecco nelle ultime gare, hanno permesso a Ducati di conquistare, oggi, anche il titolo Team dopo il Mondiale Costruttori conquistato a Portimao. Un risultato storico per la casa di Borgo Panigale, al quale poi si unisce sia il primo 1-2-3 tutto Ducati nella sua storia in MotoGP e, anche, il quarto posto finale in campionato di Jack ai danni di Johann Zarco. 

“Sono felice di far parte di questo podio storico, con 3 Ducati in top 3, è fantastico, è anche la prima volta che succede. È fantastico per il team, è fantastico per tutti gli ingegneri perché hanno lavorato veramente duro: se si torna agli anni tra il 2011 e il 2014, i momenti di difficoltà sono stati tanti e siamo arrivati a questo momento dove ci sono tante moto e sono tutte veloci – ha esordito Miller in conferenza stampa – Quando io sono arrivato in MotoGP nel 2015, se avessero chiesto a chiunque di salire su una Ducati la risposta sarebbe stata: ‘Mmm, devo proprio?’. Ora invece tutti vogliono salire su una Ducati. Come ha detto Pecco, penso che sia merito dei piloti, degli ingegneri che hanno lavorato negli ultimi anni, è fantastico farne parte e far parte dello sviluppo di questi ultimi due anni”.

Sulla gara, Jack ha ammesso di averci messo qualche giro ad entrare in azione e nel finale una sua dimenticanza non gli ha permesso di attaccare Martin per il secondo posto.

“Valencia è un posto speciale, ma nei primi giri ero nel panico, sinceramente, perché ho provato a passare Jorge ma lui mi ha ripassato subito. Ho avuto qualche momento, poi ho visto le Suzuki e la Yamaha e mi sono chiesto che cosa stesse succedendo. Sono riuscito a ricompormi, diciamo che mi sono anche messo in una posizione un po’ vulnerabile, stavo cercando di gestire la situazione e di salvare la gomma. Ho provato a giocarmela sulla lunga distanza, sicuramente l’inizio della gara non mi ha aiutato. Sono anche stato fortunato che Alex sia caduto. Mi sono sentito comunque forte: ho guardato quanti giri mancavano una prima volta a 14 giri dalla fine e una seconda volta quando ne mancavano due e a quel punto mi sono detto che era il caso di fare qualcosa. Nel mezzo ho fatto degli ottimi tempi – ha raccontato l’australiano – Prima dell’ultimo giro, all’ultima curva ero vicino a Jorge, ero talmente concentrato nel cercare di fare una buona linea per avere una buona uscita che mi sono dimenticato di attivare il dispositivo di regolazione dell’altezza. La moto ha iniziato a impennare ed ero su una ruota anche in quarta marcia quando ho iniziato a pensare a cosa stesse succedendo, mi sono dato dell’idiota e ho toccato il tasto quando era praticamente il momento di frenare. Jorge ha preso del margine e quindi non c’era spazio per attaccarlo. Ci sono tre punti dove poter attaccare con sicurezza: curva 1, 2 e 4. Io non ero nella posizione di attaccare. Chiudo quarto nel Mondiale, poteva andare meglio. La Ducati ha vinto il titolo team e Costruttori, è stato un grande anno. Molti avevano dei dubbi su me e Pecco nel team ufficiale, ma penso che siamo andati bene, lui più di me ma abbiamo fatto un bel lavoro”.

Miller fa anche alcuni nomi che per lui saranno favoriti per il campionato il prossimo anno: “Le ultime gare sono state un grande modo di chiudere la stagione, penso che Pecco sia fortissimo, ma saranno in tanti. C’è Jorge che ha fatto un grandissimo lavoro, c’è Fabio, ci sono io, la lista è lunga. Proverò a migliorare le piccole cose, la costanza è tra queste”.

E per Martin riserva solo elogi vista la stagione disputata dal Rookie of the Year: “Oggi è stato bravo, l’ho seguito per 27 giri. Come ha detto Pecco, questa non è una moto facile, ha un suo carattere. Tutti i rookies mi rendono nervoso, perché diventano sempre più veloci. Lui (si riferisce a Pecco, ndr), da rookie, è arrivato qui e nei test in Malesia si è messo davanti a tutti e poi è diventato sempre più rapido. Jorge è stato fantastico, è mancato in alcune gare, ma ha mostrato una professionalità che a me sicuramente mancava quando sono arrivato. Le sue capacità sono una delle cose per le quali, per quanto mi riguarda, mi ci è voluto tempo per imparare. È un pilota completo. E si, mi innervosisce, quando ci passa con la sua moto ora so cosa provavano Dovi e Petrux con me e non è bello. Mi piacerebbe se i rookies andassero più piano, ma mi rendono voglioso di migliorare e diventare migliore”.

Miller si lancia anche in un proclama per il 2022, dando un segnale agli avversari: “Abbiamo già provato qualcosa per il 2022 a Misano, onestamente penso che queste cose siano già migliori. Gli altri saranno nei guai il prossimo anno”. Un segnale che potrebbe preoccupare ulteriormente avversari come Joan Mir, che ritiene come la Rossa rispetto al 2020 abbia fatto un salto di qualità enorme: “La moto non è cambiata più di tanto. Abbiamo capito il setting, abbiamo compreso tutto – ha ammesso Jack – Sui tempi di gara, l’anno scorso io e Franco abbiamo spinto tantissimo ma come ha detto Pecco, il meteo oggi era migliore. In curva 4 si poteva lasciare il freno ed entrare senza esitazioni perché c’era una buona temperatura. Quest’anno siamo anche riusciti ad usare la H davanti rispetto alla media dell’anno scorso. Ci sono tante variabili in quel commento, sicuramente siamo migliorati ma non abbiamo cambiato tanto. Abbiamo iniziato con il setting dell’anno scorso ma non stava funzionando, siamo tornati a quello che abbiamo usato a Portimao e che abbiamo usato per tutto l’anno e il lavoro è terminato lì, abbiamo fatto delle correzioni qua e là ma poco nulla. Ci troviamo bene, abbiamo trovato un pacchetto che funziona e non abbiamo dovuto fare altro”.

Dopo quelli per Martin, Miller esalta anche Danilo Petrucci che nella sua conferenza stampa ha detto che in MotoGP non c’era mai stato un pilota delle sue dimensioni capace di vincere una gara. “Danilo è uno di quei piloti per i quali non si riconosce il suo vero valore – ha detto l’australiano, che da Petrucci è stato elogiato a sua volta – Nelle nostre carriere tutti hanno alti e bassi, guardate Fabio: quando è entrato nel Mondiale non ha mantenuto le aspettative che si erano create su di lui nel Mondiale Junior. Il mio primo anno qui è stato un battesimo del fuoco e poi sono riuscito piano piano a costruirmi facendo molto per me stesso. La stessa cosa Pecco: lui mi aveva battuto quando era alto la metà di adesso. Nel Mondiale ha dovuto affrontare delle debolezze, il primo anno aveva la FTR Honda, per me era un’ottima moto, lui invece era perso. Molti piloti arrivano con la reputazione del fenomeno, tornano sulla terra e poi si rialzano. Questa cosa del fenomeno non è per tutti, forse per uno come Acosta. Danilo è uno di talento e ha lavorato per costruirselo, guardate le foto di lui sulla Ioda e poi guardate come è cambiato il suo corpo per essere competitivo sulla Ducati. Lui ha lavorato tanto, per me è una leggenda”.

Ultime parole per un suo connazionale che oggi ha vinto il Mondiale della Moto2, Remy Gardner: “Penso che oggi sia stato il riassunto perfetto della stagione di Gardner. Ha gestito la situazione, penso che abbia fatto tutto perfettamente. Se l’anno scorso qualcuno avesse detto che quest’anno Remy avrebbe vinto il titolo, nessuno ci avrebbe creduto, perché in passato non era costante. Ha avuto grande costanza, maturità, e oggi lo si è visto, ha fatto quello che doveva fare. È bellissimo per l’Australia visto che è il primo a vincere il Mondiale da Stoner. Sono felice per lui e Wayne, hanno sacrificato tutto, è venuto qui, ha lavorato duramente, è tornato nel campionato spagnolo, è ritornato qui e ora è campione. Complimenti alla sua famiglia e anche ad Ajo che ha avuto entrambi i campioni (di Moto2 e Moto3, ndr)”.


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