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MotoAmerica, Elias ed Herrin come Rins: Suzuki ufficiale per Toni e Josh

Lo spagnolo ed il californiano del team Yoshimura possono godere di un vero trattamento da MotoGP,  con la quale Alex ha vinto il primo Gran Premio ad Austin

MotoAmerica: Elias ed Herrin come Rins: Suzuki ufficiale per Toni e Josh

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Cosa hanno in comune Alex Rins, Toni Elias e Josh Herrin? Semplice: una moto da corsa marcata Suzuki. Nonostante siano due progetti dedicati a campionati assai differenti tra loro, sia in MotoGP che nel MotoAmerica l’impegno profuso dalla Casa di Hamamatsu è il medesimo, ovvero, diretto ed ufficiale.

Il catalano del team Ecstar - come il compagno di box Joan Mir - può godere del lavoro di ricerca e sviluppo compiuto dal reparto corse giapponese, che pensa, realizza, sperimenta e prova sempre parti nuove per la GSX-RR, per poi darle ai collaudatori locali, che ne sgrossano il tutto.

Ad operazione compiuta, i componenti arrivano al test team, nel quale è impegnato Sylvain Guintoli, francese con un ottimo trascorso da corridore. Sulla Suzuki numero 50 gommata Michelin prototipo ci sarà tutto ciò che serve a Rins per andare forte ed in Texas è arrivata la prima meritata vittoria. Alex - approfittando della caduta di Marquez - ha battuto Rossi con la Yamaha e Miller sulla Ducati, guidando appeso e da ranocchio, in uno stile strano ma assai redditizio.

Il discorso fatto fino a qui vale anche per le Superbike USA: a Chino, California, c’è la base Yoshimura, diretta emanazione della Casa dagli occhi a mandorla sul suolo statunitense. In una area immensa, ogni particolare ricevuto da Suzuki viene lì rivisto, sviluppato, migliorato e poi montato in un allestimento finale completato dagli pneumatici Dunlop. L’innesto di tanti ingegneri giapponesi completano l’opera e confermano quanto e come sia factory la struttura impegnata nel MotoAmerica e la GSX-R messa in gara.

I risultati? Di Rins e della sua perentoria affermazione al CoTA lo abbiamo già detto, per quanto riguarda Elias ed Herrin... bé, Toni e Josh hanno vinto proprio in Texas, bastonando le Yamaha super ufficiali di Beaubier e Gerloff. Il tris Suzuki è stato così completato ad Austin, di fronte agli occhi attenti di un certo Kevin Schwantz, ottimo conoscitore della filosofia riposta nelle “moto samurai” di Hamamatsu.

Guardando tutti i campionati importanti - come il Mondiale SBK, per esempio - viene da dire che Suzuki non sia azienda che investe in tutte le categorie ma, dove lo fa, vince ed è protagonista.

 

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