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Buche in Italia: situazione drammatica, non solo per James Bond!

Dopo l'emergenza maltempo di inizio anno, una strada su due è a rischio per la carenza di manutenzione

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In poche ore Daniel Craig - impegnato a Roma nelle riprese cinematografiche del nuovo capitolo di James Bond - ha potuto constare lo stato delle strade della Capitale: ma a noi italiani cosa accadrà? Chi ha uno scooter o una moto lo sa bene: le strade, specie in città, sono pietose. È un costante e ripetuto attentato alla sicurezza, con buche, asfalto rovinato, tombini che sporgono. Dove vadano a finire le multe che i Comuni incassano (oltre 2 miliardi di euro l’anno!) in multe stradali è un mistero italiano: di certo, i quattrini non vengono impiegati come la legge comanda, ossia nel rifacimento dell’asfalto. La situazione peggiora poi coi rattoppi eseguiti male e di fretta, cioè con un’azienda che vince l’appalto dei lavori al ribasso (magari con il bando pubblicato la sera prima per il giorno dopo, con un’unica ditta che si propone e vince…) e rattoppa i buchi. Questi si ripresenteranno alla prima forte pioggia. Lo dimostra lo studio dai risultati inguardabili condotto dal Sitebl, l’associazione dei costruttori e manutentori delle strade, che raccoglie ed elabora i dati relativi al consumo di asfalto, principale indicatore dello sviluppo dell’industria stradale.


Un 2014 horror


I dati evidenziano come anche nel 2014 sia proseguita la fase recessiva (ininterrotta da 8 anni), che ci ha portato dalle 44 milioni di tonnellate di asfalto alle circa 21,8 dello scorso anno (-2% sul 2013); un nuovo record negativo che riporta indietro le lancette degli investimenti sul patrimonio stradale (850.000 km di strade principali extraurbane, cittadine, secondarie o private) di quasi trent’anni, quando il parco veicoli circolante che le percorreva era decisamente meno consistente. Allo stato attuale, per tenere in salute le nostre strade occorrerebbe impiegare 40 milioni di tonnellate annue, ben 18 in più di quelle registrate lo scorso anno. Il denaro resta in cassa, anche quello delle multe. I Comuni non vengono né controllati né tantomeno sanzionati, e così hanno gioco facile a gestire i soldi delle contravvenzioni.


Conseguenze pesantissime


Inevitabili le conseguenze sulla mobilità di cittadini e merci, che appaiono oggi evidenti e vedono molti manti stradali al collasso cedere dopo i colpi delle violenti piogge e delle nevicate anche a bassa quota di un mese fa. Le arterie più colpite sono le comunali (urbane ed extraurbane). Situazioni di particolare allerta per la circolazione in sicurezza di auto e motocicli si segnalano a Roma e Milano: eppirre Fortunatamente in questa condizione critica non rientrano le autostrade (circa 6.600 km) su cui scorre una parte significativa del traffico merci e passeggeri. “La rete stradale - dichiara il presidente Siteb Michele Turrini - è un bene primario e fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese ed è un patrimonio che va preservato e tutelato. Non metterci mano oggi con ingenti investimenti vuol dire assistere inermi al suo depauperamento e rischia di peggiorare ulteriormente il primato italiano in materia di incidenti stradali”.


Ma quali grandi opere…


“Il nostro Paese - dice Turrini - non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sicurezza la rete stradale; è la più grande opera pubblica che il Paese può realizzare nell’interesse dei suoi cittadini e può fare da volano per l’economia in generale. Per dare nuovo ossigeno ai lavori occorrono misure concrete, compatibili con l’attuale fase economica: una grossa opportunità, a costi sostenibili, è offerta dall’impiego del fresato d’asfalto (riciclabile al 100%) per la realizzazione delle strade; attività, vantaggiosa sotto il profilo economico e ambientale, che vede l’Italia ancora fanalino di coda a livello europeo”. È la politica arretrata fatta da politici maneggioni che ci danneggia enormemente. Con ripercussioni anche sulle polizze Rca: più buche, più incidenti, più riparazioni e una giustificazione alle Assicurazioni per sparare la Rca alle stelle. Un circolo vizioso dal quale chi ci amministra a livello locale e centrale non è in grado di uscire.

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