Checa: Panigale, da incubo a sogno

"E' stato il rischio più grande della mia carriera ma adesso sappiamo che la base è buona"


Dicevano che il motore fosse fragile e che il telaio monoscocca ereditato dalla Desmosedici MotoGP non avrebbe  funzionato su una Superbike. Sbagliato. Al primo vero confronto diretto con gli avversari Carlos Checa ha disintegrato il primato di Phillip Island. A cinque giorni dal debutto Mondiale lo spagnolo sorride, gli altri tremano.

Ho accettato una sfida tecnologica molto rischiosa perchè la Ducati ha prodotto una stradale con un concetto mai utilizzato. Il monoscocca viene dalla MotoGP ma senza l'ammortizzatore laterale - spiega - La Panigale è molto particolare, è stata una scommessa. Però non mi vedevo con un'altra marca e loro mi vedevano come leader di questo progetto. Ho preso un bel rischio, il più grande della mia carriera”.

Dicevano che la Panigale fosse nata male...

Quando abbiamo provato per la prima volta a Misano (nel giugno scorso, ndr) c'erano delle mancanze e tante anche nella successiva uscita ad Aragon. A Jerez (a fine novembre e metà gennaio, ndr) abbiamo sempre trovato brutto tempo ma con un po' di cambiamenti di geometria già mi sono trovato un po' meglio. L'inizio, lo ammetto, è stato terribile. Mi sono detto che bisognava avere pazienza, che ogni nuova avventura parte con delle difficoltà. Ho cominciato a lavorare a testa bassa”.

Dov'è stata la svolta?

Il mio ingegnere di pista Marco Lozej e tutto il team hanno capito perfettamente quello di cui avevo bisogno riguardo al set up. La crescita è stata molto veloce e questo mi ha dato la confidenza per essere così veloce a Phillip Island, una pista con la quale ho un gran feeling”.

Cosa ti piace della Panigale?

E' la moto più sensibile alle regolazioni che abbia mai guidato. Fai piccoli cambiamenti e la moto cambia nel modo che tu pensi debba cambiare. E' una moto 'logica', la reazione è logica al cambio che hai fatto nel box. E' una dote rara, è questo che ci ha permesso di migliorare velocemente”.

La Panigale è già pronta per il Mondiale?

Non voglio pensarci in questo momento. A Phillip Island io e la Ducati siamo sempre andati bene, io volevo solo capire se possiamo essere competitivi, se possiamo giocarcela. La base è buona, adesso lo sappiamo. In questo momento è difficile capire se saremo in grado di vincere qualche gara o lottare per il Mondiale, vedremo cammin facendo. E' un anno di sviluppo, la partenza è buona ma non voglio che l'entusiasmo ci faccia smarrire la linea”.

Tu come ti senti?

Ho l'istinto vincente. Lo sento dentro di me, latente. Ma per vincere serve il lavoro, la serenità: è questo lo stato che perseguo. Domenica vedremo".

Sta per sbarcare in Australia Bernhard Gobmeier, nuovo capo di Ducati Corse che vive un momento difficile in MotoGP. La Panigale così competitiva è un raggio di sole.

“Con Gobmeier ho un rapporto splendido, lo conosco bene da quando sono stato vicino ad accordarmi con la Bmw (nel settembre 2011, a Mondiale vinto, ndr). Ho parlato con lui per tutto l'inverno, ha le idee molto chiare su quello che dobbiamo fare. A questo punto spero che la Superbike possa diventare la priorità della Factory”.

Hai cambiato moto e anche team: come va con Alstare?

Mi sto trovando benissimo. Hanno capacità per gestire la moto in pista ma anche per fare sviluppo a casa, in parallelo con Ducati. Alstare ha della gente al top per lavorare sul motore. Sono professionali, amichevoli, ciascuno sa cosa fare. Se non fosse così non saremmo finiti davanti così presto”.

Adesso sei davanti a tutti, tre giorni fa eri in ospedale. Ci racconti?

Nel 1998 ebbi un grave incidente con la 500 a Donington, mi operarono e subito dopo ebbi un'occlusione. Mi è successo di nuovo nel 2007, poi sono stato bene. Appena sono arrivato in Australia mi sono sentito poco bene: non riuscivo né a mangiare né ad evacuare: se dopo 48 non si fosse sbloccata avrebbero dovuto operarmi. Sono stato malissimo, ho anche vomitato, ed era un brutto segno. In ospedale mi hanno dato morfina per farmi dormire e nel sonno tutto è tornato a posto".

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