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Le moto a Pitti Immagine Uomo N.84

La moto sbarca nel mondo della moda diventando leit-motiv di Pitti Uomo. Ci siamo stati, ma di moto vere ne abbiamo viste ben poche…

Moto - News: Le moto a Pitti Immagine Uomo N.84

Firenze è in questi giorni la capitale del menswear mondiale, di quella moda adatta a tutti i giorni e a tutte le età. A Pitti Uomo trovano posto ben 1043 marchi da tutto il mondo arrivati a Firenze per esporre le proprie nuove collezioni. Per chi non è ben addentro il mondo della moda (e noi non lo siamo), una mostra come il Pitti Uomo appare un caleidoscopio di immagini, colori, suoni misto a un via vai di gente abbigliata nelle maniere più stravaganti… padron… di tendenza.
Siamo stati a Pitti Uomo, è vero, ma perché c’era il pretesto di andare a vedere il nuovo Honda SH300i Blauer e, con l’occasione abbiamo visitato tutta la kermesse fiorentina per vedere se realmente le moto sono presenti a Pitti Uomo. Sì perché negli intenti degli organizzatori, l’edizione n. 84 dell’evento ha come mood proprio il mondo della moto; le parole di Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine, in merito sono state: "Parleremo di moto, del piacere e della passione delle due ruote, del senso di libertà e del divertimento che dà guidarle. Parleremo di stile, stili e lifestyle. Parleremo naturalmente di abiti e accessori che fanno parte del mondo delle moto. Pieghe in curva e pieghe dei pantaloni, seta e chiavi inglesi, lini pregiati e chiazze d’olio per terra, borchie e sport, denim e tessuti high-tech, leather, helmets and velvets. Vroom Pitti Vroom: a Pitti Uomo si sentira’ il rombo delle moto e della moda".

DALLA MODA ALLA MOTO, O VICEVERSA?
Ok, gli intenti degli organizzatori ci sono, noi anche, quindi non ci resta che immergerci in questo girone dantesco fatto di tessuti e pellami, per andare in caccia di moto a Pitti Uomo. Mentre entriamo ci viene in mente l'impressione che potrebbe ricevere un "esperto di moda" catapultato all'Eicma... e il pensiero è: "ma dove sono finito?". Partiamo subito dalla fine… Sì perché di motociclette alla Fortezza da Basso ne abbiamo viste davvero poche, ma ciò che abbiamo visto di sicuro è l’idea che il mondo della moda ha della motocicletta… e possiamo sostenere che, a parte casi davvero molto isolati, questa idea è davvero molto molto lontana dal mondo della motocicletta reale…

Chiarito questo, la prima immagine che si trova a Pitti è una gigantografia su tutta la parete del palazzo che si incontra all’ingresso e questo fa pensare che dentro incontreremo moto a tutto spiano… e invece no. Girovaghiamo tra gli stand sommersi da scarpe dai colori più improbabili e di tanto in tanto ci imbattiamo in qualche vespetta, più nascosta in un angolo che esibita con fierezza. Usciamo all’esterno e finalmente incontriamo qualcosa di familiare. E’ lo stand degli amici della rivista Riders, che nell’area dello Spazio Belfiore hanno impiantato la Riders Station una specie di stazione di servizio dove sostare per un drink e guardare dei lavori fotografici sul tema "officine e garage", sui tattoo, sulle biker’s girl e sulle vecchie glorie del racing. Pochi metri più in là e troviamo lo stand della Deus, il brand australiano da poco sbarcato nel nostro paese. Alla Deus incontriamo alcune delle realizzazioni ormai conosciute su base Yamaha, il tutto in un ambiente vintage molto ben curato e contraddistinto dalla presenza di una spettacolare roulotte americana in alluminio ovviamente trainata da un pick-up Chevrolet della stesso periodo storico. Qualche passo ancora e ci affacciamo allo stand Pirelli, che all’esterno ha un fondale coloratissimo con esposta una Moto Morini Scrambler altrettanto colorata che finisce per fare la fine del camaleonte mimetizzato…

Tutto qui? Beh, a conti fatti questi sono gli spunti motociclistici più curiosi che abbiamo visto, ai quali si aggiungono una Borile B450 Scrambler, esposta allo stand Guru, una Vespa 946 nello stand della Alpha Studio, e una bellissima NSU ben esibita nello spazio di Minoronzoni 1953. Un po’ nascosta all’interno della lounge del magazine Monsieur, poi, abbiamo trovato una bella Matchless (che perdeva un po’ d’olio per la verità…) a fare da quinta ad alcuni capi d’abbigliamento marchiati Matchless. Peccato che della famiglia Malenotti, proprietaria attuale del brand non ci fosse nessuno, ci avremmo volentieri scambiato quattro chiacchiere.

Peccato anche non essere arrivati in tempo per assistere a uno dei flashmob sul tema "La febbre dei Cinquantini", con sedici "piccoli" gioielli della meccanica made in Italy degli anni Sessanta e Settanta, che sono stati portati alla Fortezza da Basso dalla "longa manu" di Silvio Manicardi.
Insomma, usciamo da Pitti Uomo un po’ con l’amaro in bocca, perché ci aspettavamo di vedere delle moto e invece, come già detto, abbiamo incontrato solo un’idea molto vaga di come il mondo della moda vede il mondo delle due ruote. Abbiamo come l'impressione che qualcuno del mondo della moda si sia fatto un giro a Milano in zona Isola, in quello che è diventato realmente il "quartiere modaiolo della moto", quello che sta dettando le tendenze, e abbia pensato di attrarre quel mood verso Pitti Uomo, ma con risultati ancora acerbi a nostro avviso.

Prima di uscire però, diamo un ultimo sguardo all’installazione "Motociclettismi" nel cortile centrale di Pitti Uomo, fatta da una ventina di rottami recuperati da uno sfasciacarrozze, variamente dipinti e resi "unici" con l’aggiunta posticcia di marmitte a go-gò, selle multiple e fanali automobilistici… Ecco… se si voleva parlare di motociclette attraverso un tocco artistico, forse sarebbe stato meglio interpellare qualche vero artista del mondo della moto, e lasciare quei poveri rottami ad arrugginire sotto il sole invece di finire ingloriosamente addobbati in modo carnevalesco come nelle foto che vedete…

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