SBK, Checa: "Mai più a Monza!"

Lo spagnolo condanna la pista italiana che considera non adatta alle moto


Sereno, concentrato, disponibile come al solito ma in certi momenti determinato come lo abbiamo visto raramente. E' un Carlos Checa soddisfatto del risultato del primo giorno di prove su una pista, quella di Donington, dove lo scorso anno vinse gara 2, annullando la convinzione che la Ducati era in difficoltà su questo circuito: "E' stato un giorno di lavoro - ci ha detto - e domani vedremo se quello che abbiamo fatto oggi darà i frutti sperati. C'era molto vento che però non ha disturbato più di tanto sulla guida. Ha, invece, influito molto sulla temperatura perché in moto faceva davvero freddo. Speriamo che domani faccia più caldo".

- Meglio il vento della pioggia, quindi.

"Direi meglio Donington che Monza..."

Si vede, però, che Carlos ha voglia di dire altro e basta una nostra domanda per farlo parlare.

Checa al box- Speri in un week end che faccia dimenticare quello trascorso?

"Non sono venuto per dimenticare nulla - ci risponde Carlos - perché credo che l'insieme di fattori che ha contribuito al risultato di domenica non si ripresenterà per i prossimi quindici anni. Le condizioni meteo cambiavano ogni ora e non era possibile fare alcuna previsione. Era veramente difficile".

- Il problema era solo il meteo?

"No. A me piace correre in Italia, lo sanno tutti e ho molti tifosi, che approfitto per ringraziare di essere venuti domenica scorsa, ed è bello poter gareggiare vicino Milano ma Monza non è una pista per le moto. Si corre troppo veloce su una pista ormai inadeguata per le moto dalle prestazioni attuali. Se la MotoGP non ci ha mai corso qualcosa vorrà pur dire!"

- Un pilota con la tua esperienza pensa che non ci fossero alternative?

"Arrivare a 300 all'ora alla fine di un rettilineo e non sapere in quali condizioni si trova una curva è veramente pericoloso. A Monza le curve sono quasi tutte in ombra e rimangono a lungo delle parti bagnate mentre sui rettilinei il sole scalda. Così è impossibile correre quando ci sono quelle condizioni".

- Avresti corso?

"Innanzitutto io sono un pilota e sento anche gli altri. Se la maggioranza dei piloti ha detto che non si poteva correre io mi adeguo. Per rispondere alla tua domanda, dico: che gara 1 si poteva correre quando ha cominciato a piovere forte, così come si poteva anticipare o ritardare gara 2. Ma, ripeto, stiamo parlando di una serie di eventi eccezionali che si sono concentrati ma il vero problema è la pista dove spero davvero che non si torni più".

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