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Giovanni Copioli, Presidente FMI: "tute con airbag obbligatorio nel 2024"

Dopo il tragico incidente al Mugello in Coppa Italia. Alcune riflessioni personali dopo l'affioramento nei social di una lettera inviata ad un gruppo ristretto dal Presidente della Federazione Motociclistica Italiana

Giovanni Copioli, Presidente FMI: "tute con airbag obbligatorio nel 2024"

Come sempre più spesso accade, i social sono il mezzo più veloce per intercettare fatti e reazioni ad eventi quotidiani. Ormai li usano piloti o politici per raggiungere direttamente i fan o l'elettorato. Perché usare i social? Beh perché raggiungono la platea più vasta possibile, si potrebbe dire. In realtà l'utilizzo dei social è un modo di far giungere la propria opinione in modo mirato ai propri sodali perché l'algoritmo, per esempio, di Facebook ci mostra prevalentemente i post di chi la pensa come noi: è un modo sottile di farci interagire con le persone a noi più simili per abitudini ed idee.

E' grazie a questo algoritmo che abbiamo intercettato la lettera che il Presidente della Federazione Motocilistica Italiana, Giovanni Copioli, ha indirizzato ad un gruppo ristretto che anche se precedente all'incidente che ieri ha funestato la Coppa Italia al Mugello fa pensare.

Il contenuto è abbastanza condivisibile - lo leggete qui sotto - ci domandiamo solo perché Copioli non lo abbia reso pubblico con un comunicato ufficiale. La FMI ha una struttura adeguata (o no?) per far giungere a tutti un messaggio scritto col bilancino ma che comunque è il punto di partenza per mettere mano ad una realtà che forse Copioli non frequenta, come invece chi scrive.

La realtà amatoriale-agonistica italiana infatti è composto per larghissima parte da amatori, ex piloti o meno, tutti largamente over 50 (se non over 60). Alcuni si limitano a frequentare i vari trackday organizzati dai gommisti, o dalle case, limitandosi a dividere il piacere con gli amici. Altri amano invece confrontarsi in competizioni. Tranne eccezioni di ex campioni, la maggior parte di coloro che hanno corso, a livello italiano od internazionale, pratica il motociclismo sportivo senza più gareggiare. Probabilmente appagato o perché comprende e sa per averlo provato che la competizione azzera quell'istinto di conservazione che dovrebbe sempre essere compagno di ogni pilota amatore.

Per cercare di mettere in sicurezza chi scende in pista 'per sport' i trackday sono suddivisi in categoria così si entra in pista con turni per amatori, esperti e veloci. Ci sono poi anche i turni per i piloti agonisti, a volte.

La distinzione fra le varie categorie è sempre difficile: personalmente ritengo il turno amatori uno dei più difficili e pericolosi, perché chi affronta la pista per le prime volte non sa né dove mettere le ruote, né come comportarsi, scegliere le traiettorie o rallentare o cosa fare in caso di guasto o di incidente occorso ad altri. Andare piano, molto piano, troppo piano, in pista spesso è più pericoloso che andare forte, molto forte. Se uno ti pianta una staccata 20 metri prima lo passi, ma se lo fa 100 prima lo centri.

Comunque ogniqualvolta si sceglie di salire su una motocicletta - e ricordiamoci che le moto di oggi, anche una Aprilia 660 Extrema ha i cavalli della MV di Giacomo Agostini - si corre un rischio. Né più e né meno di quello che corre un subacqueo mentre mette sulle spalle un bibombola prima di immergersi  od un alpinista che affronta una parete.

Il nostro è uno sport pericoloso, ma l'esperienza è tutto e non ci sono patentini o licenze che tengano. Anche se girare subito con un 1.000 non è auspicabile...ma chi gira subito con un mille da 200 e più cavalli? Forse su strada, ma in pista ci si arriva per gradi. Vietare i 1.000 non è la soluzione. Magari però alcuni circuiti sono più pericolosi di altri. Non in sé stessi, ma per conformazione.

La staccata della San Donato al Mugello, fatta in un track day, fra gente esperta non è un problema. Se si sa di non essere un Kevin Schwantz che prima di chiudere il gas voleva vedere Dio in faccia, si ha l'accortezza di frenare leggermente fuori dalla linea ottimale, ma in gara ognuno fa del suo meglio e questo non va bene. E poiché alla fine del muretto dei box quelle moto sono già poco oltre i 300 Km/h, beh il resto non ha bisogno di altre parole.

Non sappiamo quanto Giovanni Copioli conosca i problemi, che sono tanti e non esauribili in queste poche righe e soprattutto non conosciamo gli esperti a cui si affida. Che non possono essere gli organizzatori, naturalmente, per ovvi motivi. Si può fare molto, basta sempre tenere a mente una frase di un grande giornalista scomparso, Ezio Pirazzini: o smettiamo di correre, o smettiamo di piangere.

La lettera del Presidente FMI

Prima di tutto vi ringrazio per la vostra lettera, propositiva e incentrata sul dialogo. Un aspetto quest’ultimo, da sempre ricercato anche da noi della FMI. Ancor di più sul tema della sicurezza dei piloti che per noi è da sempre il più importante. Mi preme sottolineare come la vostra lettera sia arrivata alla mia attenzione solo ieri, a causa di un primo invio spedito ad un indirizzo non attivo.
Entrando nello specifico: quest'anno c'è stata più di una tragica fatalità nelle piste in cui si svolge la Coppa Italia, circuiti che sono eccellenze in tema di sicurezza. Tali fatalità ci hanno profondamente turbato e spinto a lavorare ancora di più. Come FMI, ed in particolare con la Commissione Sicurezza da me fortemente voluta, siamo da sempre sul tema, sia a livello professionistico che amatoriale.
In particolare, proprio lo scorso sabato al Mugello, nel corso del round della Coppa Italia, si è svolto un incontro tra la FMI e i Promotori dei maggiori Trofei della manifestazione per verificare l'attuale stagione e programmare la prossima. Nel corso della riunione sono nate diverse iniziative per un ulteriore miglioramento della sicurezza in pista. Altre novità importanti saranno annunciate sia per l'organizzazione degli eventi che per la riduzione dei costi.
Riprendendo proprio alcuni punti da voi espressi, posso anticiparvi che dal 2024 l'airbag sarà sicuramente obbligatorio. Così come già avviene al CIV, il primo campionato motociclistico nazionale al mondo ad avere introdotto tale obbligo. Riguardo alla patente a punti e alle sanzioni sportive, sono già disciplinate nelle norme, che dal 2022 prevedono una Giuria in Coppa Italia (così come avviene nel CIV) proprio per la migliore applicazione delle stesse. Da parte nostra, saremo ancora più attenti nella decisione di tali misure. Certi che anche i Team e voi piloti sarete in grado di fare sempre di più e meglio la vostra parte, perché l’impegno per la sicurezza non può che essere condiviso.
Come FMI siamo assolutamente disponibili ad affrontare e discutere quanto da voi espresso. Magari in un incontro a settembre, durante l'ultimo round della Coppa Italia, nel quale preparare e pianificare le novità e i cambiamenti della nuova stagione.
Cordiali saluti


Giovanni Copioli
Presidente Federale

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