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SBK, Petrucci: “La Ducati, Bautista, Suzuka e… un fioretto verso il sacerdozio”

L’INTERVISTA - Danilo a cuore aperto: “Questo non sarà il mio ultimo anno in Superbike. Nel 2020 avevo la Spada di Damocle puntata mentre lo scorso anno ero preoccupato, ora sono sereno e non rinuncio al sogno di essere ufficiale. I 7kg non impensieriranno Bautista, se Ducati vuole vado alla 8 Ore di Suzuka e…”

SBK: Petrucci: “La Ducati, Bautista, Suzuka e… un fioretto verso il sacerdozio”

“Ciao Riccardo, sto prenotando i voli per l’Australia per me, la mia fidanzata, mia mamma e gli amici. Spero di non fare cazzate a scrivere i nomi o scegliere le date, perché poi mi tocca ripagarli. Ormai mi tocca fare pure l’agenzia viaggi. Business? Macché business, tutti in economy si viaggia”

Sorridente, scherzoso, vitale e come sempre simpatico: gli anni passano, ma Danilo Petrucci è sempre lo stesso, un pilota che non puoi non amare o volergli bene. Tra poco più di due settimane lo rivedremo nuovamente in pista per i test di Jerez con la Panigale del team Barni e allora ne abbiamo approfittato per realizzare una lunga intervista in attesa che si alzi il sipario.

“Ormai le vacanze invernali sono terminate e ci tocca ripartire – ha detto – sono convinto che il prossimo anno il livello della SBK si alzerà, perché BMW lavorerà molto per consentire a Toprak di essere veloce mentre Rea ha fatto una scelta da campione scegliendo Yamaha. Penso che il salto sulla R1 confermi quanto sia grande la sua motivazione”.

E da Petrucci invece, cosa dobbiamo aspettarci?
“Anche per il Petrux gli anni passano, però siamo sempre qua, pronti ad affrontare con fiducia il nuovo anno. Ormai trascorro le mie giornate facendo palestra, ginnastica e mi sono iscritto pure a pilates. Inoltre  alla sera vado a letto presto e mangio tanta verdura. Sto facendo una vita verso il sacerdozio (scherza). Battute a parte sono pronto, perché nell’ultimo periodo mi sono allenato molto per essere al meglio in vista dell’inizio del Campionato. Un anno fa ero preoccupato e nervoso, perché la SBK era una cosa completamente nuova, ora invece sono sereno e consapevole della sfida che mi aspetta”.

Non è che vinci una gara e poi saluti tutti?
“No, quello no. Il mio sogno è vincere una gara in SBK e al tempo stesso cercare di essere con costanza nei primi cinque in ogni round. Davanti a me non ho la palla di cristallo, ma non penso che questo sarà il mio ultimo anno in Superbike, perché questo mondo mi piace e l’ambiente è molto rilassante e famigliare”.

Il tuo manager Alberto Vergani sogna di portarti nel team ufficiale qualora Bautista decidesse di ritirarsi…
“Non sarebbe male e non nego che sarebbe anche il mio sogno. Vediamo però, noi dobbiamo cercare di fare un passo alla volta ripartendo dalle sensazioni con cui abbiamo finito l’ultima stagione”.

Dici che Bautista sarà l’avversario da battere anche coi 7 kg di zavorra?
“Dico proprio di sì! Alvaro è ad un livello incredibile e i 7kg non lo impensieriranno. Noi dovremo cercare di fare del nostro meglio e sono fiducioso, perché abbiamo una moto versione factory, la stessa squadra dello scorso anno e alcune migliorie interessanti provate in Galleria del Vento”.

Ci sarà anche il tuo amico Iannone al via della prossima stagione.
“Andrea sarà fortissimo e me lo aspetto competitivo fin da subito come già detto in più occasioni. Mi fa piacere rivederlo in pista, perché è un pilota talentuoso. Non ci siamo sentiti recentemente, ma lo faremo presto”

Danilo, questa sarà la tua seconda stagione con Ducati. Cosa cambia rispetto al 2020?
“Nel 2020 il mio destino era già segnato prima del via. Avevo una Spada di Damocle puntata contro e tanta pressione, perché dovevo andare alla ricerca di una sella. Ora sono in una situazione completamente opposta, dove avverto grande tranquillità e serenità. Ciononostante sono sempre grato a Ducati per il rapporto che abbiamo condiviso in tutti questi anni, in ultimo la gara MotoGP 2023. Ringrazio ovviamente anche Barnabò, perché ha investito molto su di me”.

Abbiamo parlato di Ducati. E se ti proponessero Suzuka?
“Ci vado al volo alla 8 Ore, ma anche alla Dakar (sorride). La 8 Ore è una sfida affascinante e mi piacerebbe davvero correrla. Se Ducati fosse interessata io sono qua. Penso che Suzuka sia una sfida tostissima e bisogna trovare dei piloti più o meno simili per affrontare una gara del genere. Inoltre la Honda è fortissima e preparata. Io però sono dell’idea che se a Borgo Panigale lavorano come sanno fare si può vincere in Giappone a casa loro”.

E la Dakar?
“In questi giorni la seguo e avverto un po’ di malinconia. Ci vorrei tornare e so che ci tornerò con l’obiettivo di prepararla al meglio e non in 7 uscite come accaduto l’altra volta con KTM. Volendo potevo farla con Fantic già quest’anno, ma ho preferito restare in SBK. Vedremo quindi in futuro e mi piacerebbe magari essere il primo pilota a portare la Ducati nel deserto”.

Lo stai vedendo Montanari?
“Certo! Tommaso è un grandissimo amico, facevamo addirittura scherma assieme ai tempi delle scuole, infatti io ero un fiorettista. Lo sapevi? Rispondo io: no (sorride). Sono molto contento per questa sua avventura e non posso che augurargli tutto il meglio perché è una persona vera”.

L’hai sentito Dall’Igna?
“No, perché è in ferie (scherza). Con Gigi c’è un grande rapporto che ci lega da tempo. Mi è dispiaciuto quando ho dovuto lasciare il team factory MotoGP, ma alla fine la scelta di puntare su Bagnaia si è rivelata vincente. Gigi è una grandissima persona e con Ducati sta facendo un lavoro straordinario, sotto gli occhi di tutti”.       

  

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