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MotoGP, Savadori: “Sono un altro pilota rispetto a quello che correva in Superbike”

“Ho cambiato tantissimo il mio stile di guida per adattarmi alla MotoGP, che è una moto rigida e complessa, difficile da portare al limite. Sono pronto per correre e spero si possa realizzare”

MotoGP: Savadori: “Sono un altro pilota rispetto a quello che correva in Superbike”

Non sono soltanto i piloti della Superbike a essere entrati in azione sul tracciato di Jerez, per la due giorni di test andalusa. Accanto ai protagonisti del Mondiale delle derivate di serie, sono infatti scesi in campo anche i collaudatori della MotoGP.

Tra i quali non poteva mancare l’instancabile Lorenzo Savadori che ci ha fornito un quadro della situazione in Casa Aprilia e del lavoro che sta svolgendo in Andalusia.

“Purtroppo, il meteo non è stato dalla nostra parte. Al mattino la pista era chiazzata in certi punti, e poi ha iniziato a piovere e siamo riusciti a fare solo qualche giro sul bagnato. Abbiamo un po’ di lavoro da fare, quindi speriamo di trovare tutta la pista asciutta mercoledì, in modo da poter spingere” ha chiosato il cesenate, parlandoci del complicato inizio a Jerez.

Complesso è stato anche l’adattamento alla MotoGP del trentenne, che ha raccontato di aver faticato a instaurare un buon feeling con la RS-GP all’inizio della sua avventura con i prototipi, a causa della sua formazione con le derivate di serie. Ricordi lontani per Savadori, ormai totalmente a suo agio in sella alla MotoGP di Noale.

Il mio stile di guida è cambiato tantissimo da quando correvo in Superbike, l’ho proprio dovuto cambiare completamente per la MotoGP, che richiede una guida pulita e più precisa con il gas. Anche guardando le foto si vede che sono un altro pilota rispetto a quello che ero quando facevo la Superbike - ha spiegato Lorenzo - Ho superato completamente quelle difficoltà iniziali, come dimostra il fatto che mi è capitato di provare delle moto stradali e non mi sono trovato subito a mio agio. Adesso mi trovo più in difficoltà a fare qualche giro con una moto di serie, che con una MotoGP, con cui il mio feeling è aumentato tantissimo. Ora ho una guida da MotoGP”.

Dopo essere stato in lotta per il titolo fino a fine stagione nel 2022, il team Aprilia Racing ha vissuto una stagione più altalenante in questo 2023, in cui la formazione veneta non è sempre riuscita a capitalizzare la sua velocità.

Abbiamo avuto abbastanza sfortuna a inizio stagione, con il meteo e diverse variabili esterne a noi” ha commentato il collaudatore, che ha voluto sottolinere la crescita compiuta dalla squadra: “Quest’anno abbiamo fatto un solido e consistente passo avanti, come dimostra anche l’ultima gara fatta da Aleix in Thailandia, dove è arrivato quinto su una pista che per noi non è super amichevole, prima di essere retrocesso per la pressione. La nostra moto ha delle caratteristiche tali per cui riusciamo a fare un po’ più la differenza su piste con curvoni e percorrenze ad alta velocità, mentre stiamo cercando ancora di migliorare su piste come Motegi e la Thailandia, con forti frenate e ripartenze a bassa velocità”.

Anche le continue voci di mercato, relative a un interessamento della Honda a Miguel Oliveira e Maverick Vinales come possibili sostituti di Marc Marquez non avranno certamente aiutato la squadra in questo finale di stagione, in cui può aver perso un po’ di serenità.

“Non sono riuscito a parlare con Rivola perché sono stati via tre settimane, però è difficile - ha commentato Lorenzo - Chiaramente ci sono dei contratti e spero che rimanga tutto così com’è e restino tutti con noi”.

La partenza di uno dei portacolori della squadra di Noale potrebbe però aprire uno spiraglio a Savadori per un ritorno in MotoGP. 

“Sì, ci ho pensato - ha ammesso - L’ho detto a inizio anno e anche l’anno prima che io vorrei correre. Sono pronto per correre in MotoGP e ci spero sempre. Anche perché ho fatto chiaramente un salto importante passando dal Campionato Italiano, che avevo vinto quell’anno, alla MotoGP. È un salto bello impegnativo, sia a livello di moto che di guida. Aprilia sa bene quello che mi piacerebbe fare e spero si possa realizzare”.

Guidare una MotoGP, del resto è cosa per pochi, ora che il campionato sembra essere diventato un mondo completamente a se stante.

“Sì, la MotoGP odierna è molto complessa. Non è che ci sali e vai forte. Devi capire bene come guidarla e come sfruttarla. È una guida complessa, esagerando un po’ potremmo dire quasi ‘ingegneristica’ - ha osservato il cesenate - Chi ha guidato prima in Superbike, o comunque delle derivate di serie, riesce a capire bene la reale differenza, perché sono moto estremamente rigide, che ti permettono di arrivare a un limite molto elevato, ma che non è facile da raggiungere. Più sei vicino al limite meglio vanno, ma è davvero complesso raggiungere quel livello di competitività. Oggi in MotoGP, tra il primo e l’ultimo c’è 1”2, c’è un livello altissimo, sia di moto e di piloti. Chi è ultimo adesso in MotoGP prende 32”, mentre il 15°, soltanto pochi anni fa, prendeva più di 30”. è tutto molto estremo”.

Questo test a Jerez è coinciso con il rientro in pista di Andrea Iannone, dopo quattro anni di squalifica. Un destino, quello dell’abruzzese, legato per certi versi a quello del cesenate, promosso in MotoGP nel 2021 per sostituire Bradley Smith, primo sostituto di Iannone tra le fila del team Aprilia.

“Io vinto con Aprilia nel 2015 e mi hanno fatto provare la moto nel 2017, quindi conoscevano già la mia voglia e il mio interesse nell’arrivare in MotoGP, ne parlavamo già da prima, e mi hanno dato la possibilità di arrivarci - ha spiegato Savadori - Però è bellissimo vedere che Andrea è tornato in pista. Gli faccio un grande in bocca al lupo”.

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