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MotoGP, Capirossi: "La mia Ducati perdeva olio, con l'attuale vanno tutti forte"

"Però è Bagnaia a vincere e fare la differenza, il suo potenziale è maggiore di quello che vediamo. Il prossimo anno con Bastianini ci saranno due bei galletti nel box"

MotoGP: Capirossi:

Era il 2002 quando la Ducati presentò la sua MotoGP al Mugello e ad osservarla c’era un pilota che avrebbe fatto la storia della Casa di Borgo Panigale. Ero in prima fila ad osservarla, ero un tifoso di Ducati in SBK, dove dominava” racconta a Valencia Loris Capirossi, la pista in cui, qualche mese dopo provò la Desmosedici per la prima volta.

Forse sono stato più coraggioso di altri piloti che rifiutarono quella sfida - sorride - Io invece l’ho accettata con entusiasmo, insieme a Bayliss. Però il primo test era stato uno shock: la moto era velocissima ma non andava dritta. Non so più quanti telai cambiammo già in quelle prime prove, cercavamo di irrigidire tutto”.

Andò bene: giro più veloce nei test invernali (a quei tempi c’era in palio un auto a Barcellona), podio a Suzuka alla prima gara, vittoria alla terza al Montmeló. Però non era tutto rose e fiori.

La Ducati scaldava tantissimo, al Mugello io e Troy ci ustionammo le gambe - continua il suo racconto Capirex - Era una moto grezza, perdeva olio, finiva sulle gomme e ti lanciava in aria. Ogni volta, prima di spingere, dovevamo guardarci i piedi per controllare non ci fosse del lubrificante. Era ignorante, come si dice dalle nostre parti, e nel 2004, poi, diventò una moto-razzo: in rettilineo raggiunsi i 350 Km/h, peccato non curvasse”.

Le cose migliorarono con il motore screamer e Loris, nel 2006, arrivò a un passo da titolo, ma l’incidente a Barcellona causato da Gibernau decise diversamente.

Non ho rimpianti, è stata comunque una bella stagione - dice Capirossi - Poi nel 2007 passammo ai motori 800 cc e quella moto sembrava fatta per Stoner. Lui è stato bravissimo a portate il titolo a Borgo Panigale, ma quella moto era difficile da guidare, lo dissi e avevo ragione perché poi anche Casey iniziò a faticare. Tornai in Ducati nel 2011, pensavo che con Valentino la moto fosse buona, invece trovai la peggiore Ducati che abbia mai guidato. Ce l'ho nel mio garage”.

L’imolese decise così di ritirarsi.

Non ho rimpianti, sono andato in pensione al momento giusto, ma l’ho detto a mio moglie qualche sera fa: mi sarebbe piaciuto avere una Ducati così competitiva ai miei tempi - confida - Dall’Igna ha creato un bel gruppo e una moto molto equilibrata”.

Tanto che a volte gli si dà fin troppo merito, forse.

Tutti vanno forte con la Ducati, ma a vincere è Bagnaia - mette in chiaro Loris - È il pilota più completo, quest’anno è maturato molto e il suo potenziale è ancora maggiore di quello che vediamo: i meriti vanno sempre divisi tra moto e pilota. So che in questi giorni ha il mondo nella sua testa, gli consiglio di stare tranquillo e di essere il Pecco che lui conosce”.

Poi il prossimo anno Ducati avrà di nuovo una coppia di italiani.

Bagnaia e Bastianini sono due bei galletti, diversi fra loro ma entrambi veloci. Sarà un bel campionato!” assicura Loris.

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