Che le moto, se preparate per stracciare record, possano sfrecciare a velocità da jet lo sappiamo già, e che le elettriche si prestino particolarmente allo scopo lo abbiamo visto seguendo l’impresa di Max Biaggi e della sua Voxan. Quello che forse non tutti sanno, o si aspettano, è che proprio prendendo qualcosina dai jet le sportive che vanno a elettroni potrebbero fare un incredibile passo in avanti: l’elemento della svolta è il niobio, un metallo raro che in determinate condizioni si trasforma in un superconduttore e può aumentare in maniera esponenziale le performance delle moto a elettroni.
Come funziona?
Chiariamolo subito, il niobio non agisce sul propulsore delle moto, bensì sulle batterie: questo metallo di transizione raro viene utilizzato per creare leghe d’acciaio inossidabili che servono anche ai cavi dei magneti superconduttori perché generano forti campi magnetici. Se quindi viene mixato anche in bassa percentuale con un altro metallo crea una lega in grado di rimanere stabile anche alle alte temperature. In pratica è l’elemento che può mandare in pensione le batterie agli ioni di litio e assicurare ricariche rapidissime e un peso a dir poco contenuto. E allora perché le moto dovrebbero aumentare le proprie performance con il niobio? Perché con una trasmissione d’energia più stabile e maggiore anche a temperature d’esercizio elevate e un peso ridottissimo le moto elettriche con un pacco batterie in niobio sarebbero molto più leggere e in grado di sfruttare al massimo potenza e coppia dei propulsori. Senza dimenticare che al momento il peso e i tempi di ricarica sono due tra i più grandi limiti della diffusione dell’elettrico a due ruote.
L’esempio pratico
C’è chi nel niobio crede parecchio: è Lightning Motorcycles, che ha siglato un accordo con CBMM, azienda brasiliana nella produzione di magneti con niobio. Al momento la partnership è legata ad un’impresa sportiva, che però coinvolge una moto di serie. Lightning infatti vuole abbattere il muro dei 400 km/h con una moto di serie, forte anche del suo record di 352 km/h firmato sul lago salato di Bonneville nel 2012. In attesa di vedere come evolverà la situazione sorge una domanda: chissà se anche Ducati ci sta facendo un pensierino per i suoi prototipi di MotoE?