Mugello: nuovo inizio di Rossi e Burgess

Nei test presente anche Jeremy e la sua squadra, per la prima volta


A volte serve anche un po’ di fortuna e se la pioggia è una benedizione in gara per Valentino e la Ducati, per i test servono  il sole e la pista asciutta per potere provare al meglio i vari aggiornamenti ed evoluzioni. Dopo il nubifragio dell’Estoril che aveva costretto tutti i team della MotoGP a ricaricare le moto sui camion, anche l’acqua ha accolto ieri al Mugello i piloti e i tecnici di Borgo Panigale ma poi il sole ha fatto capolino dalle nuvole e ha asciugato l’asfalto toscano. Questa mattina ancora bel tempo e temperature primaverili per l’ultimo giorno di lavoro per Rossi, Hayden e Battaini. Tutto sembra, finalmente, girare per il verso giusto a Borgo Panigale e la strada imboccata sta finalmente portando ai risultati sperati.

Sono passati meno di due mesi dallo sfogo di Valentino in Qatar, dopo un weekend disastroso. Due mesi in cui Ducati ha dimostrato di volere e sapere reagire e ha moltiplicato gli sforzi per riuscire a vincere una sfida che sembrava nuovamente persa. Non è ora di cantare vittoria, il podio di Le Mans è figlio di condizioni del tutto particolari e il primo a saperlo è il Dottore, ma si può guardare al futuro con un pizzico di ottimismo in più. Qualcosa è cambiato in casa Ducati e a dimostrarlo è anche la presenza di Jeremy Burgess nei box al Mugello. Il capotecnico australiano non era mai stato presente ai test del suo pilota lo scorso anno, con la conseguenza che ogni cambiamento che veniva approvato nei giorni di prove doveva poi essere “assimilato” dalla squadra durante i weekend di gara. L’impressione era che Burgess e gli uomini Ducati fossero ancora due corpi estranei, legati assieme solo dal filo di Valentino.

Valentino Rossi al MugelloRossi ha messo nelle settimane scorse le cose in chiaro: “abbiamo sbagliato” ha ammesso. A intestardirsi su delle regolazione che con la D16 non funzionavano, a cercare per troppo tempo di risolvere tutti i problemi in un colpo solo. “I trucchi che Jeremy e i suoi ragazzi hanno imparato nella loro carriera con questa moto non funzionano”. Meglio allora fare un reset generale e rimboccarsi le maniche. Sono partiti da una base sicura, il set up di Hayden, e hanno incominciato a lavorarci su. La Ducati è una MotoGP diversa da tutte le altre (anche con il telaio perimetrale in alluminio) e non si può cambiare, bisogna adattarsi e capirla. In questo senso sembra che Vale e Burgess abbiano compiuto il passo in avanti più importanti, quello che getta le basi per potere ritornare veramente competitivi. Nel box del numero 46 non c’è più confusione, si è tornati a lavorare con metodo e lucidità e il GP di Francia ne è stata la dimostrazione. “Con le condizioni del tracciato che cambiavano in continuazione sono sempre riuscito ad avere l’assetto giusto” ha confermato il Dottore.

Basta pensare ai miracoli. Questa due giorni di test toscana servirà anche a conoscere ancora più a fondo il mistero rosso e a continuare a lavorare come una vera squadra. Ad affinare quell'affiatamento fra pilota, squadra e tecnici che fino a ora sembra non esserci mai veramente stato. A Barcellona, fra sette giorni, si potranno vedere i primi risultati, aspettando Silverstone per l’introduzione del nuovo propulsore. La stagione 2012 inizia, anche, da qui.

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