Rivoluzione Superbike: parla Flammini

"Una sola moto per pilota, come nella Supersport, per aumentare i partenti"


Se ne parlava da qualche tempo, da quando cioè nelle riunioni del ristretto club dei Top Team del Campionato Mondiale Superbike tra le varie proposte formulate per ridurre i costi, si era preso ad esempio il Mondiale Supersport che da quando (2011) era stata introdotta la regola di una moto a pilota, ha avuto un notevole rilancio (siamo quasi sempre oltre i 30 partenti).

"E' una formula che funziona - ci ha detto Paolo Flammini, CEO di Infront Motorsports - visto il rilancio notevolissimo della 600 ed allora perché non proporla anche nella Superbike? Le resistenze e le obiezioni sono state pochissime e molti team che oggi schierano un pilota dal 2012 sembrano intenzionati a raddoppiare la loro presenza",

Nessun timore sulla formula?

"Certamente ci saranno dei cambiamenti di impostazione da parte dei piloti. Abbiamo visto in Supersport che molti che cadevano hanno ridotto i loro incidenti. Forse verranno scelti dai team anche piloti che hanno minore abitudine a finire in terra".

E nel caso succedesse, ci sarà il tempo per ricostruire la moto?

"Stiamo analizzando nel dettaglio cosa consentire. Infatti, la nostra preoccupazione non è tanto la squadra ufficiale che ha tecnici di valore e in tale numero che è in grado di ricostruire in breve tempo una moto ma i team privati che potrebbero trovarsi in difficoltà. Quindi consentire magari una ciclistica completa o quasi".

Siete certi che favorirà una maggiore presenza di piloti in griglia?

"Anche se devo dire che, in completa controtendenza rispetto all'economia generale, il marketing e l'attività sportiva riescono a sopravvivere, occorreva un intervento che consentisse un risparmio. Con questa decisione - che verrà ratificata a Silverstone - i dati ci indicano che ogni squadra di due piloti risparmierà circa 300.000 euro. Invece, un team che volesse passare da uno a due piloti spenderebbe "solo" (si fa per dire) 200.000 euro in più".

Sono previsti altri interventi regolamentari?

"A parte la riduzione dei tempi delle prove da 60 a 45 minuti, sembra ormai tramontata qualsiasi discussione sull'elettronica. Anche in questo caso un intervento di contenimento sarebbe poco incisivo sui costi ma soprattutto potrebbe essere penalizzante per le prestazioni di alcune moto. E questo non è nelle nostre intenzione".

Si era parlato anche di riduzione del numero dei test.

"Stiamo discutendo perché c'è il problema dei controlli e della filosofia di base. Volevamo uscire anche con questa norma a Silverstone ma credo sia necessaria ancora una riunione. Penso che qualche intervento sia necessario ma che sia valido e soprattutto credibile".

Quindi il futuro sarà ancora Superbike?

"Pur essendo pronti a qualsiasi analisi e valutazione, credo di poter dire che anche nei prossimi anni si continuerà a correre con il regolamento Superbike. L'ipotesi di adottare qualcosa di analogo alla Superstock è al momento esclusa anche perché, anche in questo caso, andrebbe a penalizzare della Case che non hanno modelli già impostati per un uso agonistico. Ed allora perché costringere al ritiro qualcuna delle Case?"

Ultimo punto il calendario

"Come avete scritto da tempo voi di GPone.com, stiamo cercando di chiudere al più presto l'accordo con il circuito di Mosca per portare a fine estate una gara in Russia. Rimane in piedi l'ipotesi della Malesia, così come stiamo parlando con il circuito di Crimea. Se dovessero concretizzarsi questi accordi, dovremmo rivedere il calendario intervenendo su alcune modifiche ma di questo si parlerà, eventualmente, solo dal 2013".

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