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La mia prima volta al Mugello (la seconda in pista) con la Suzuki GSX-R1000R

Un circuito leggendario come quello toscano può diventare un incubo per chi ancora “puzza di latte” tra i cordoli: ecco come sono sopravvissuto

La mia prima volta al Mugello (la seconda in pista) con la Suzuki GSX-R1000R

E’ strano da scrivere, e immagino lo sia ancor più da leggere, sulle pagine di GPOne.com ma anche in un tempio virtuale delle corse come il nostro sito c’è chi con i cordoli ci ha avuto a che fare poco o nulla.

Faccio pubblica ammenda: naturalmente anche io, come tanti, ho avuto il mito delle due ruote, ma per distinguermi dai miei amici o per qualche altro inspiegabile motivo, mentre gli altri simulavano le sfide Rossi-Biaggi sui loro cinquantini, il sottoscritto rigorosamente a piedi ( o al massimo in bici, perché a nulla sono mai servite le suppliche o le urla per ottenere uno scooter contro la ferma volontà dei miei genitori) sognava le acrobazie del freestyle motocross o il rombo dei V-Twin americani. Sono pur sempre un figlio degli anni ’90, e questa mia perversione giovanile è il sicuro sintomo dell’invasione culturale a Stelle e Strisce di quel decennio.

Ma sto divagando: vuoi o non vuoi alla veneranda età di 33 anni mi ritrovo con all’attivo una sola “pistata”, una giornata con una naked divertentissima e facile nonostante il suo essere hyper. Così quando arriva l’invito di Suzuki per la GSX-R Academy colgo l’occasione, ma non senza preoccupazioni. Sarò in grado di cavarmela con i semimanubri in un circuito così impegnativo? Finirò a pascolare tra i cordoli, preso idealmente a pugni dai Sali-scendi del tracciato toscano? C’era solo un modo per scoprirlo, provarci.

Good Morning, Mugello

Un battesimo del genere è meglio se avviene sotto l’occhio vigile di qualcuno che sa dove farti mettere le gomme: per questo ad accogliere me e i miei colleghi ci sono gli istruttori della Suzuki GSX-R Academy che, dopo un brief di rito sulle norme basilari di sicurezza e comportamento in circuito passano subito all’azione. Mi aspetta una GSX-R 1000R, 202 CV per 203 kg che un manico esperto saprebbe sicuramente come sfruttare al massimo (o quasi) tra le Biondetti, la Bucine e la San Donato. Io invece la costringerò al ruolo di nave-scuola per il mio battesimo al Mugello, che corrisponde alla seconda volta che gratto una saponetta in un circuito in vita mia.

Il primo turno è quello con cui gli istruttori prendono le misure di noi “allievi”. Molti infatti sono già scafati con i cordoli, ma il nostro appuntamento 0 con il calendario della Academy simula una giornata di corso per i clienti veri, quindi non si fanno strappi alla regola. Dopo aver ripreso fiato quindi si inizia a lavorare sulla posizione di guida, sulle linee e le traiettorie. Mi infilo il casco convinto di aver capito, ma sapendo già che con la moto tra le gambe il passo dalla teoria alla pratica è enorme.

Suzuki GSX-R1000R, la nave-scuola

Sicuramente esistono mezzi migliori per capire come iniziare a girare in pista, questo è assodato. Ma è anche vero che tra tutte le supersportive sopra il litro di cilindrata forse la carenata di Hamamatsu è la meno esasperata, e quindi per la proprietà transitiva, una tra le più facili con cui cimentarsi nella sua categoria.Sì, perché la triangolazione è tutt’altro che estrema nonostante i semimanubri siano piuttosto chiusi, lo spazio in sella non manca anche per chi come me sfiora i 190 cm e il feeling con l’avantreno è praticamente immediato.

Un buon punto di partenza visto che il Mugello, per un neofita, incute timore e rispetto: i sali-scendi continui richiedono una memoria di ferro, oppure un discreto pelo sullo stomaco per essere affrontati a gas spalancato e la successione di curve che portano verso il traguardo, come le Biondetti o le Arrabbiata obbligano a un certo rigore: se sbagli la prima è difficile che recupererai sulle successive. In situazioni del genere, attimi in cui la pista sovrasta il “pilota” (le virgolette sono d’obbligo) emergono due piccole pecche del primo contatto con la Suzukona: l’ABS diventa un po’ invasivo nel setting che hanno preparato per noi gli istruttori quando si cerca di staccare un po’ più forte e le Dunlop D212 GP Racer hanno una buonissima tenuta, ma non eccellono nella comunicativa. Perfetti invece traction control e soprattutto il quickshifter, morbido e fulmineo sia in scalata che in salita di marcia.

A giochi fatti...

I 4 turni a disposizione (5 per i clienti) passano in fretta e come spesso mi succede arriva l’amaro in bocca del “avrei potuto fare meglio, avrei potuto fare di più”. Con i polsi provati dai semimanubri e la tuta incollata addosso però scendo dalla GSX-R1000R con la consapevolezza di aver calcato uno dei palchi più importanti del motociclismo mondiale, di essermi divertito parecchio e soprattutto di aver imparato qualcosa da portare al prossimo trackday. E non è certo roba da poco. Il tutto sapendo dove migliorare: devo essere più fluido in moto, le gambe devono spingere di più e le braccia di meno. Anche qualche ulteriore millimetro di "terga" fuori dalla sella aiuterebbe, ma posso dire che rispetto alla prima volta ho fatto i miei piccoli passi avanti.

Le informazioni per partecipare

Chi vuole partecipare alla Suzuki GSX-R Academy può iscriversi andando sul sito Suzuki Italia Moto, per le prossime date, che sono:

DATA

PISTA

18 luglio

Autodromo del Mugello

2 agosto

Misano World Circuit

settembre (da definire)

Autodromo del Mugello

17 ottobre

Autodromo del Mugello

 

Il costo è di 1.350 euro se si partecipa noleggiando una GSX-R1000R in versione Race dell’Academy o di 650 euro con moto propria (GSX-R con cilindrata da 600 a 1.000 cc immatricolata dal 2000 in poi e in condizioni ottimali per la pista).

Abbigliamento

Casco AGV X3000
Tuta Dainese Laguna Seca
Guanti Dainese Full Metal
Stivali Dainese Axial D1

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