Il punto di osservazione è sempre importante quando si osserva qualcosa. Lo sanno bene i fotografi come nel caso dei nostri grandi Gigi Soldano e Tino Martino che, non a caso, scelgono lenti di varia lunghezza focale quando scattano alla ricerca delle migliori immagini.
Un teleobiettivo è la scelta ottimale quando si vuole inquadrare un soggetto lontano, così come un grandangolo la scelta giusta quando si vuole avere una immagine panoramica. La realtà però è che il tele può essere utilizzato anche per scrutare un particolare all’interno di una scena più ampia, così come all’interno di una foto presa con un 24mm può apparire un dettaglio che, ingrandito, aggiunge qualcosa di importante ad uno scatto.
Essere sul posto durante un avvenimento, anche oggi ai tempi di internet ed alla sovrabbondanza di informazioni, è un po’ come disporre di un ampio corredo fotografico. Per questo GPOne, come sempre, non si è perso né lo shakedown, né i primi test MotoGP dell’anno a Sepang.
Avere la possibilità di seguire lo svolgersi delle prove, per ben sei giorni, facendo sù e giù fra la pitlane e la sala stampa, senza contare i momenti di pausa, magari chiacchierando con Michele Pirro nell’hospitality Ducati davanti ad un piatto di spaghetti, è stato come disporre delle migliori lenti fotografiche: dal generale al particolare e dal particolare ad una immagine più ampia, più completa, più comprensibile. Dunque, cosa ci hanno detto questi primi test dell’anno che, sono, contemporaneamente, un esame per gli ingegneri, per i piloti, ma anche ovviamente l’apertura del parco giochi per tutti i componenti della famiglia che è il paddock e che ama visceralmente la MotoGP?
In questo primo pezzo commenteremo solamente i primi cinque migliori tempi - quattro piloti Ducati ed uno Yamaha - Alex Marquez, Francesco Bagnaia, Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e Marc Marquez.
Perché? Beh, vogliamo esprimere pochi concetti, e qualche impressione personale. Iniziamo dalla prima: speriamo che, dopo la prestazione del fratello minore di Marc, Alex, anche i più duri di comprendonio si siano resi conto di che razza di moto è stata - ed è - la Desmosedici GP24. Semplicemente la migliore del lotto.
L’ex iridato di Moto3 e Moto2 lo aveva dimostrato anche nell’ultimo test del 2024, a Barcellona, ma a Sepang ha ribadito il concetto: parliamo di un mezzo assolutamente al top della categoria - tuttora - e che ha raggiunto veramente un livello di messa a punto eccezionale. Quanto eccezionale? Abbastanza da far venire qualche dubbio, più di qualcuno, a Pecco e Marquez sulla ‘necessità’ di andare oltre, specialmente dal punto di vista motoristico.
Lo abbiamo chiesto direttamente a Pecco, a bruciapelo: te la senti di dire a Gigi Dall’Igna che preferiresti accantonare il nuovo motore per quello 2024? Francesco, molto sinceramente, ha risposto: “non ho alcun timore reverenziale - ed ha aggiunto - Gigi è supercompetitivo e vuole solo vincere. E’ già capitato nel passato che io abbia dovuto dirgli di rinunciare a questo o quel componente perché non mi convinceva”.
Questo è già un aspetto della fotografia del nuovo campionato che inizierà in Thailandia il 2 marzo che non ci fa rimpiangere di aver viaggiato sino a Sepang. Dunque solo dopo il prossimi test, a Buriram, il 12 e 13 di febbraio conosceremo l’esito della decisione che prenderanno congiuntamente Bagnaia, Marquez e Dall’Igna, perché Alex Marquez non ha solo fatto il miglior tempo in Malesia, ma si è anche permesso il lusso di effettuare una simulazione di gara Sprint più veloce di quella del fratello.
Se a questo punto pensate che la risposta alla domanda più importante sia stata data, sbagliate. Già perché quel che ci fa pensare è che nella simulazione i due piloti ufficiali Ducati non hanno utilizzato esattamente la medesima configurazione della Desmosedici GP25.
Non ce lo hanno detto nel particolare, anzi Bagnaia si è quasi scusato spiegando che la cosa più difficile, per un pilota nel debriefing con noi è…dirci qualcosa senza spiegarci nulla!
Però è andata così, quindi a questo punto abbiamo una foto scattata col grandangolo e dobbiamo prendere una lente di ingrandimento per scovare il particolare illuminante. Un obiettivo tutt’altro che semplice e che ci impegnerà nei prossimi giorni.
Per il momento abbiamo visto due GP24 occupare il centro della scena con Alex e Franco Morbidelli, marginalmente più veloce di Marc nel time attack. Se però il minore dei Marquez è stato estremamente efficace nella simulazione, altrettanto non si può dire di Morbido che è stato, sì, The Revenant offrendo una buona prestazione complessiva che lo riporta al centro della scena come outsider, ma che va osservata con il teleobiettivo.
L’italo-brasiliano ha infatti centrato il suo miglior tempo al 5° passaggio della giornata, nell’ora più fresca, inanellando quasi il giro perfetto - il suo ideal time è di 1'56.892 rispetto all’effettivo 1'56.948 - ma poi successivamente non è stato super-costante e nella simulazione, 14 giri, dove non è mai sceso sotto l’1’59” basso, certo nelle ore più calde.
Okay, dunque cosa ci hanno detto questi numeri? Fondamentalmente che passare dalla GP23 alla GP24 è decisamente un gran salto e che finalmente quest’anno non ci saranno discussioni a riguardo, anche perché pensiamo che il salto prestazione fra la GP25 e la 24 non sia così netto come rispetto alla generazione precedente.
In proposito ci piacerebbe conoscere l’opinione profonda di Marc Marquez per il quale la 24 e la 25 sono entrambe moto nuove. E questo spiega, ancorché parzialmente, perché lui e Pecco hanno fatto una simulazione con mezzi parzialmente diversi, ed anche perché, come mostrato nella bella foto di apertura che abbiamo riproposto all’interno, Bagnaia e Marquez si siano confrontati spesso ed apertamente. Una cosa che il torinese ha particolarmente gradito.
Va bene, la ducateide è finita, ma non ci siamo dimenticati della grande sorpresa dei test: il terzo tempo di Fabio Quartararo.
All’inizio delle prove Fabio e Maio Meregalli avevano scommesso su quell’1’56” che alla fine è apparso nel cruscotto del Diablo. Però…però dobbiamo tenere a mente che grazie alle concessioni Fabio ha avuto il doppio del tempo a disposizione per trovare la soluzione migliore e che alla fine della fiera la pista di Sepang era così gommata e ‘grippante’ da minimizzare eventuali problemi di aderenza.
E’ vero: Fabio è spesso sceso sull’1’57” alto, ma appunto è rimasto lì facendo registrare il suo miglior giro anche lui col fresco, al 10° passaggio, mentre alla fine della giornata ha percorso solo sei giri consecutivi, tre dei quali sul 1’57” alto, appunto. Il che ci suggerisce che la Yamaha ha fatto sì un deciso passo avanti, ma che il cammino verso la gloria è lungo ed il suo ideal time - 1'56.584 - è solo marginalmente migliore del suo miglior risultato, 1'56.724.
Insomma bene, molto bene, specie se la pensiamo nell’ottica accesso alla Q2, ma non benissimo in ottica Gran Premio. Anche se Quartararo è un animale da gara e non va assolutamente sottovalutato.
Va bene, queste sono le nostre prime impressioni, ancora a caldo dei primi cinque migliori. C’è da ragionarci attorno. Poi passeremo al resto del gruppo. Se avete considerazioni o osservazione da fare il vostro scriba le attende, sui social, sotto i nostri video o via mail. Saranno enormemente apprezzate.
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