Si sono conclusi in maniera più che positiva i tre giorni di test a Sepang di Francesco Bagnaia e del team Lenovo Ducati. Pur avendo molto lavoro da fare, per deliberare insieme al suo compagno di squadra Marc Marquez la moto con cui presentarsi in Thailandia per le ultime rifiniture e per la prima gara della stagione, il piemontese è riuscito a concludere questa ultima giornata in Malesia a un soffio dalla vetta della classifica dei tempi. Fermandosi a soli 7 millesimi dal riferimento siglato da Alex Marquez con la Ducati GP24 del team Gresini.
“La mia conclusione è che è sempre difficile parlare con i giornalisti durante i test, perché devi parlare tanto ma senza dire nulla” ha detto scherzando Bagnaia, tirando le somme della sua tre giorni: “Sinceramente, sono stati tre giorni positivi e intensissimi, nei quali abbiamo lavorato veramente tanto e quella di oggi è stata una giornata ancora più tosta perché dovevamo decidere alcune cose per difinire la base con cui partire in Thailandia. Il tempo non era molto ma è stato abbastanza per provare quasi tutto, anche se siamo stati sfortunati per il fatto che Di Giannantonio, che avrebbe magari potuto aiutarci molto, ha concluso i test il primo giorno. Io e Marc abbiamo svolto un lavoro fantastico e ci siamo divisi molto lavoro, effettuando tra l’altro la simulazione con due configurazioni diverse, per poter raccogliere più informazioni possibile. Secondo me è stata una grande idea, perché abbiamo visto chiaramente che i due diversi pacchetti avevano due comportamenti differenti. Non abbiamo finito, perché quasi tutto quello che abbiamo provato qui lo riproveremo anche in Thailandia, dove troveremo una pista più lenta e meno gommata e compariranno più problemi. Per il resto, possiamo essere soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto”.
Il due volte campione della MotoGP non è voluto entrare nel dettaglio parlando delle differenze tra le due Rosse: “Non posso spiegare le due configurazioni, ma ci siamo concentrati su cose diverse. Io ho provato parecchio il nuovo telaio, mentre lui si è concentrato su altre cose. Devo dire che il telaio nuovo a me è piaciuto. È un’evoluzione del telaio di Misano, che su una pista come questa lavora molto bene sotto alcuni punti di vista, ma va un po’ peggio in altri. Per il resto, siamo molto allineati e continueremo in questa direzione anche in Thailandia”.
La differenza con il passo di Marquez non è però dipesa soltanto dalla diversa configurazione adottata dal piemontese, ma anche da un problema che lo ha condizionato sin dalle prime fasi del long run.
“Ho avuto una vibrazione a partire dal secondo giro, che è andata incrementando durante la simulazione. Questo è stato un po’ un limite, anche perché era molto presente nell’ultima fase. Non è simile a quella che ci capitava lo scorso anno, ma pensiamo di sapere da cosa dipenda - ha raccontato - Entrambi abbiamo fatto una simulazione nettamente più veloce rispetto a quella dell’anno scorso e questo è già un buon punto di partenza, però ci sarà da lavorare perché la mia configurazione ha portato all’insorgere di un problema. Bisognerà fare delle analisi e cercare di risolvere in Thailandia in modo che se dovesse presentrsi la vibrazione dipenda dalla configurazione e non dal set-up”.
Bagnaia si è poi espresso sul nuovo motore Ducati: “Oggi abbiamo fatto un altro passo avanti con l’erogazione, ma non siamo riusciti a chiudere il gap in frenata. C’è da dire che qui la pista è gommata come non mai, quindi ci può stare che la moto affronti l’ingresso in curva in maniera differente, perché tende a spingere un po’ di più. Quindi, bisognerà aspettare di andare in Thailandia e vedere dove possiamo arrivare”.
Quella sul motore da punzonare in vista dell’inizio della stagione non era una delle decisioni da prendere tassativamente in Malesia.
“No, abbiamo tempo. È vero che ci sono giusto un paio di settimane tra i test e la prima gara, ed è un po’ pochino, ma abbiamo tempo - ha affermato Pecco - Il discorso è che il motore che sceglieremo sarà lo stesso per due anni e quello 2024 ha sicuramente una base fantastica e lavora in maniera fantastica, mentre il motore 2025 è nato ieri e può sicuramente avere più margine di miglioramento. Bisognerà vedere quanto saremo disposti a rischiare, perché potrebbe essere un limite se questo margine che sembra esserci non ci fosse. Secondo me sarà più evidente in Thailandia, quindi aspetteremo di essere lì”.
Nessuna pressione da parte degli ingegneri: “In tutti questi anni in Ducati ci sono state diverse situazioni ben più complicate di questa, come nel 2022. Ma sono sempre stati orientati verso la prestazione, non c’è mai stato il limite di dire ‘abbiamo investito e quindi bisogna fare così’ o non ci hanno mai detto cose come ‘dai nostri dati..’. Non so se sia sempre stato così, ma negli anni ho notato che si è sempre andati più nella direzione delle sensazioni del pilota che quello che dicono i numeri”.
Bagnaia non avrà nemmeno del timore referenziale, qualora dovesse trovarsi a dire a Dall’Igna che è meglio optare per il vecchio motore. “Non ho mai avuto questo tipo di timore perché Gigi è una persona estremamente competitiva. Non gliene frega niente: lui vuole vincere e quando mi è capitato in passato di dire di usare una cosa piuttosto che un’altra, è sempre stato dalla parte del pilota e questa è una gran fortuna”, ha assicurato.
Il miglior tempo di Alex Marquez con la GP24 può rendere la scelta del motore ancor più complicata?
“Per me no, perché è chiaro che perdi un po’ di performance quando hai molte cose da provare. Stamattina, ad esempio, ho detto alla squadra di lasciarmi fare un time attack, ma non ne ho potuti fare tre o quattro come hanno fatto altri piloti, perché dovevamo concentrarci sul lavoro. Anche nella mini simulazione di gara ho dovuto sacrificare un pochino di performance per provare qualcosa” ha detto il piemontese, prima di commentare il fatto che il più grosso problema della Ducati in questo momento può essere proprio la GP24.
“È un po’ come il discorso tra il 2021 e il 2022: come ho sempre detto, la 2021 è stata una moto incredibile e la 2022, pur essendo nata bene, aveva dei limiti rispetto alla moto precedente. La 2024 è una moto che ha dato tantissimo a Ducati, vincendo 16 gare lo scorso anno, quindi è tosta abbandonare una moto così performante - ha riconosciuto - Però, secondo me il potenziale c’è anche nel nuovo motore. Come dicevo, bisogna solo aspettare una pista con meno aderenza per vedere come la si affronta con il nuovo motore”.
Nei test a Sepang la Ducati si è confermata la moto da battere, ma la Yamaha sembra essersi notevolmente avvicinata.
“Credo ci sarà un cambio in termini di chi sarà dietro a Ducati durante la stagione. La Yamaha ha fatto davvero un ottimo lavoro, ma dovremo aspettare la Thailandia, perché loro hanno svolto sei giorni di test qui e una parte della performance potrebbe dipendere anche da questo. È comunque vero che Quartararo ha mostrato un gran passo in tutti e tre i giorni ed è stato veloce oggi nel time attack che era uno dei punti deboli dell’anno scorso - ha concluso Pecco - Come dicevo hanno fatto un ottimo lavoro, ma guardando questi test dalla mia prospettiva io non sono riuscito a spingere come avrei voluto. Credo che con la mia configurazione, nel time attack sarei riuscito a battere il miglior tempo, ma è stato difficile con un solo tentativo. A parte questo, sono felice che tutto il lavoro svolto ci sia servito per capire dove migliorare e quale base usare in Thailandia”.