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Ducati che succede? il sabato nero della Rossa

Dovizioso non 'morde' più, il team ad una punta fatica, mentre in Superbike Bautista a Donington sbaglia ancora e regala la leadership alla Kawasaki di Rea. Errori di strategia o totale mancanza?

Ducati che succede? il sabato nero della Rossa

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Non sta andando bene la stagione della Ducati.

La Rossa, infatti, dopo un ottimo avvio di Dovizioso in Qatar ed addirittura oltre ogni previsione con Bautista in Superbike, sta perdendo colpi.

Questa prima settimana di luglio, poi, è stata addirittura devastante - "il sabato di m. perfetto", ha chiosato Tardozzi - senza tenere conto della scomparsa di Carlin Dunne al Pikes Peak che è una autentica tragedia e che, naturalmente, non è assolutamente paragonabile con alcuna vicenda sportiva.

Oggi infatti la Ducati ha perso il comando del mondiale Superbike dopo l'ennesima caduta di Bautista, a favore di Jonathan Rea, mentre nella classe regina il forlivese non è entrato in Q2 e sarà costretto a partire dalla 13esima casella nel Gran Premio di Germania, mentre Petrucci, nel tentativo di migliorarsi, ha fatto un brutto volo prendendo un colpo ad una mano che potrebbe pregiudicargli la gara.

Il fatto è che entrambi i team, sia quello impegnato con Dovizioso e Petrucci in MotoGP, sia quello di Bautista e Davies in Superbike sembrano aver perso 'grip' sui rispettivi campionati.
A Dovi, in particolare, dopo un 2017 magnifico ed un 2018 in salita per la difficile convivenza con Jorge Lorenzo, non sembra aver giovato l'essersi ritrovato in squadra un compagno gentile come Petrux.

Se infatti il computo matematico dei punti 2019, 116, è ancora positivo rispetto a quelli dell'anno passato, 79, ed anche il distacco è diminuito, -44 punti oggi, -61 nel 2018, Andrea sembra faticare di più.

Evidentemente la convinzione che il problema nel passato fosse Jorge era sbagliata, anzi al netto delle cadute, l'impressione è che il maiorchino fosse per lui uno stimolo importante, che andava solo disciplinato ed accettato mentalmente.

Questo al netto dell'indubbio apporto fornito da Lorenzo nello sviluppo della moto.
Il fatto è che se nel 2018, oltre a Marquez, la Ducati non aveva avversari, quest'anno sono spuntate figure nuove, come quella di Fabio Quartararo, con la conferma di piloti come Alex Rins.
Per non parlare del passo avanti compiuto dalla Honda.
Così basta veramente poco per finire fuori dal podio.

E' vero, i numeri dicono che nella classifica dei team c'è la Ducati davanti, con un vantaggio che non dovrebbe essere difficile mantenere vista la situazione del maiorchino, ma cosa conta quando comunque il mondiale marche è nelle mani della casa alata?

Ciò che ha fatto decidere alla Ducati di correre con una sola punta nel 2019, invece che un punto di forza si sta trasformando in una debolezza, perché Magic Marquez può permettersi di correre contro un unico avversario, Andrea Dovizioso che, peraltro, recentemente ha ammesso con l'usuale sincerità la superiorità del rivale.

Ancora più grave, forse, è la situazione in Superbike dove Bautista si è fatto sfuggire di mano la leadership del mondiale infilando tre cadute praticamente di fila, ed ora dovrà ricominciare da capo. Inseguendo però.

La sensazione, senza la pretesa di avere la verità in tasca, è che sia mancata una strategia in entrambi i team.
Con una differenza: in SBK è sicuramente mancata, mentre in MotoGP, probabilmente, è stata seguita quella sbagliata.

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