Il terzo tempo nelle prequalifiche non racconta tutta la giornata di Marc Marquez. Il posto in Q2 è in cassaforte, ma a Motegi lo spagnolo della Ducati ha fatto più fatica del solito. A pochi minuti al termine del turno era fuori dai 10 e non ha dimostrato in pista quella superiorità a cui ci aveva abituato. C’è chi pensa che anche lui senta la pressione per il titolo in arrivo.
Marc risponde con una risata: “non sono per nulla nervoso, la verità è che è stato un venerdì complicato perché non avevo le sensazioni che cercavo, o che pretendevo - spiega - Non sono nervoso per il titolo, ma quando non sei nella situazione in cui vuoi cerchi di trovarla il più velocemente possibile e oggi abbiamo cercato di farlo troppo in fretta. Le sensazioni al mattino non erano perfette e nel pomeriggio sono peggiorate. Quando ci siamo calmati un po’, a fine turno ho cercato di guidare in modo diverso e sono andato meglio. Comunque, girando con la media al posteriore ero fra i primi 4 sul passo ed è la cosa più importante”.
Domanda secca: preferiresti vincere il titolo a Motegi con un 4° posto o in Indonesia vincendo anche la gara?
“Qui con il 4° posto. Quando vinci il titolo, il lunedì nessuno parla della posizione in cui hai finito la gara. È difficilissimo vincere titolo e gara, è vero che ci sono riuscito in passato ma perché i miei avversari erano caduti. Non riesci a guidare nello stesso modo di sempre. Il 2019 in Thailandia? Avevo battuto Quartararo, ma ero stato dietro di lui tutta la gara ed ero più veloce. Qui sembra che abbia un buon passo, ma è simile a quello degli altri. Preferisco chiudere il campionato, non importa in quale posizione finirò. Farò del mio meglio come sempre, ma la mia battaglia non vincere la gara. Ci sono priorità nella vita, la mia è quella di guadagnare 3 punti ad Alex, poi avremo tempo per lottare nei prossimi GP (ride)”.
Ci racconti meglio cosa è successo oggi?
“Alla mattina sono partito con la moto di sempre, ma poi abbiamo cercato di trovare qualcosa più del necessario, di risolvere tutti i problemi in un colpo solo. Anche questa è un’esperienza e la tranquillità che c’è nel box ci ha permesso, a metà turno, di ritornare alla calma e di tornare alla base e fare un finale più normale”.
Solitamente non hai di questi problemi, tutto funziona sempre a meraviglia.
“Per qualsiasi pilota, se a ogni uscita ha una moto diversa, è impossibile concentrarsi sulla guida. Per questo non abbiamo più cambiato la moto e ho deciso di lavorare sulla mia guida, di adattarmi ai problemi che avevo: non trovare soluzioni tecniche, ma a livello di guida. Ci siamo riusciti fino a un punto, ma domani dovremo lavorare sui dettagli per trovare più costanza, al momento è quello che mi manca”.
A che punto sei con le soluzioni?
“L’entrata di curva è l’area in cui mi stavo trovando peggio, è la prima cosa che abbiamo sistemato. Neanche a metà curva mi sentivo bene e anche lì abbiamo trovato una soluzione. Ora bisogna trovarla per l’uscita”.
Anche tuo fratello Alex ha faticato, è in Q1.
“È stata una giornata strana. Come per Pecco, al mattino volava e al pomeriggio ha faticato di più, sono cambiate le sensazioni. È vero che molti piloti hanno montato la gomma morbida presto e la classifica è cambiata molto, ma è stato un giorno strano. Senza contare che a fine turno ci sono state molte bandiere gialle, io sono stato fortunato a fare un giro perché negli altri due le avevo prese”.
In quel momento eri fuori dalla Top 10.
“Me ne sono accorto, per quello sono uscito subito dai box per il secondo tentativo. Volevo essere tra i primi per evitare le bandiere gialle”.
Come mai tante cadute?
"Perché le sensazioni erano stranissime, nonostante il grip non sia poi così male, questo ha causato molte cadute, forse è il venerdì in cui ce ne sono state di più. Al pomeriggio faceva più caldo, ma la pista era scivolosa e c’era anche vento”.





