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MotoGP, Gran Premio di Sepang: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La Bestia si risveglia nella domenica di Sepang, Alex Marquez gode il sabato, mentre i due litiganti Bagnaia e Martin lottano. Pecco guadagna un punto, ma soprattutto un alleato con Bastianini

MotoGP: Gran Premio di Sepang: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La Bestia si risveglia nella domenica di Sepang, Alex Marquez gode il sabato, mentre i due litiganti Bagnaia e Martin lottano. Pecco guadagna un punto, ma soprattutto un alleato con Bastianini. È un finale in cui tutti sono sotto pressione, i piloti e anche le gomme, grazie al regolamento.

Le gioie sono tutte per chi guida una Ducati, ma qualche gioia è concessa anche a Quartararo alla sua Yamaha. In Moto2, poi, è festa grande per Pedro Acosta. Lo squalo spagnolo è un concentrato di felicità, almeno fino a quando non lo chiamano ‘il nuovo Marc Marquez’.

IL BELLO – Declassato, sottomesso, disgregato: fino a venerdì, veniva da descrivere Enea Bastianini con le parole di una canzone di Rino Gaetano. Da sabato in poi la musica è cambiata, vino all’assolo finale nella gara di domenica. La Bestia si è risvegliata da letargo, ha dimenticato frustrazioni, infortuni e messo a tacere chi lo avrebbe voluto già in seconda squadra. Una bella notizia per i tifosi, e anche per Bagnaia.

IL BRUTTO – Il mercato invernale, sulle bancarelle non ci sono caldarroste o funghi, ma piloti. Tutta colpa di Honda, che ha lasciato andare via Marc Marquez senza pensare a chi lo avrebbe sostituire. Così l’effetto farfalla ha mandato il paddock nel caos. Nel gioco delle sedie qualcuno rimarrà fregato e ormai i contratti sembrano buoni solo per creare aereoplanini di carta: tutto fa spettacolo, ma fare bella figura è un’altra cosa.

IL CATTIVO – A ogni azione corrisponde una reazione, dovrebbe ricordarselo chi scrive i regolamenti per la MotoGP. Lasciare un bonus per la pressione irregolare delle gomme significa poterlo usare strategicamente. Ducati ne ha approfittato e sarebbe stata stupida a non farlo, il legislatore è invece stato… distratto.

LA DELUSIONE – Un punto perso è poca cosa, ma Jorge Martin preferisce le addizioni alle sottrazioni. In Malesia ha iniziato a capire cosa significa lottare per un titolo in MotoGP, servono talento, velocità e anche una mente matematica.

LA CONFERMA – Gli dà fastidio quando lo paragonano a Marc Marquez ed ha ragione, perché lui è semplicemente Pedro Acosta. Due volte campione del mondo in appena 3 anni, la MotoGP lo aspetta e non vede l’ora di mettersi alla prova. La corona a Sepang è stata meritata, quello che ci riserverà il suo futuro lo scopriremo.

L’ERRORE – Magari Aleix Espargarò potesse usare il singolare. A Sepang lo spagnolo dell’Aprilia ha ceduto troppo spesso alla posizione sdraiata: 5 volte (3 nel solo secondo turno di prove), l’ultima delle quali in gara. I carrozzieri ringraziano.

LA SORPRESA – Essere il primo degli altri è già una vittoria, ancora di più se guidi una Yamaha. Piuttosto che niente, è meglio un 5° posto che rimane comunque un’insipida insalatina per chi ha denti per ben altre portate. Fabio Quartararo ha fatto vedere di non avere perso un briciolo del proprio talento, sta alla M1 rimettersi al suo livello.

IL SORPASSO – Quello all’esterno di Bagnaia su Martin e non solo perché è stata la chiave per salire sul podio. È stato anche un messaggio a Jorge, dopo che Pecco aveva fallito una manovra simile in Thailandia. Sbagliando si impara.

LA CURIOSITA’ – Dopo 23 anni un olandese è tornato alla vittoria in un Gran Premio. Hans Spaan era stato l’ultimo era stato l’ultimo, in 125 a Brno nel 1990. Collin Vejer ha rotto la maledizione, al suo compagno di squadra Sasaki (che si sta giocando il titolo) non sarebbe dispiaciuto se avesse aspettato ancora un po’.

IO L’AVEVO DETTO – È molto, molto, molto, molto, molto difficile che lascia il team VR46” sosteneva Luca Marini il giovedì. Nei giorni successivi ha dimostrato che l’impossibile non esiste.

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