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MotoGP, Pol Espargaró: “Questo podio è una liberazione per me e la Honda”

“Questo è un podio che significa tanto, per la mia autostima è bellissimo ma è fantastico anche per la Honda che ha lavorato tantissimo in questo periodo che li ha colpiti più duramente dei costruttori europei”.

MotoGP: Pol Espargaró: “Questo podio è una liberazione per me e la Honda”

Ieri aveva definito l’obiettivo del podio “un’esagerazione”: oggi, invece, Pol Espargaró ha trasformato in realtà quell’esagerazione, conquistando il miglior piazzamento in MotoGP della sua carriera con un secondo posto ottenuto con una gara solida e tranquilla: incapace di mantenere il passo di Bagnaia e Márquez, Polyccio ha gestito la situazione ritrovandosi nella terra di nessuno, a 9 secondi dal compagno di squadra (poi 5” alla fine sul traguardo) e con lo stesso vantaggio su Bastianini e Quartararo per un 1-2 HRC che mancava dal 2017.

“Questo è un podio che significa tanto, ottenere così il mio primo podio con la Honda Repsol è una liberazione. L’anno scorso ho preso una grossa decisione per la mia carriera – ha esordito Pol in conferenza stampa – Tutti hanno potuto vedere che ho fatto molta fatica per tutta la stagione. Alla fine, ottenere questo risultato per me è bellissimo, come ha detto Marc è bello per me, per il pilota, dal punto di vista emotivo, ma è importante anche per il team. Stanno lavorando tantissimo, questo periodo del Covid ha colpito duramente i costruttori giapponesi, più di quelli europei. Si può avvertire la loro sofferenza quando siamo in moto, è molto più difficile provare a risolvere i nostri problemi perché non riescono a lavorare tanto duramente quanto i costruttori europei. Finire con un 1-2 è incredibile. Sono felice per me, ma soprattutto per la Honda che ha lavorato tantissimo”.

Per te in alcuni momenti è stata una gara solitaria, anche se hai avuto una fase di lotta con Oliveira. Che cosa puoi imparare da oggi per migliorare? Ci sono delle aree dove puoi fare passi avanti per poterti mettere nei panni di Marc presto?
“Ci sono due cose: la prima è che non sono sicuro che la scelta della gomma posteriore sia stata quella corretta. Nel primo GP qui a Misano ho scelto la media dietro che mi permetteva di fermare meglio la moto e oggi sotto quel punto di vista ho fatto fatica, non ero a mio agio in ingresso curva perché il posteriore scivolava moltissimo ed era un problema che avevo già avuto nel primo weekend qui con la soft, ecco perché la scelta è caduta sulla media. La seconda cosa è che Marc è veramente bravo nei primi giri, con serbatoio pieno, a superare gli altri, ed è una cosa che devo imparare con l’esperienza, sicuramente lui è più esperto di me con la moto, sa come gestire la frenata per superare. Io ho fatto fatica a superare Oliveira, mi ci è voluto del tempo. Quando l’ho passato la gara per me era già andata, Marc, Pecco e Jack erano già scappati via con 1.5-2 secondi di vantaggio e non potevo riprenderli perché erano velocissimi, mentre io ero completamente da solo. Riprenderli era impossibile. Devo continuare a lavorare su questi due aspetti”.

Il lavoro che hai fatto nei test ti ha aiutato per essere competitivo in questa occasione?
“Si, nei test mi sono concentrato sul grip al posteriore, per cercare di averne di più. Il mio obiettivo è guidarla come voglio e come preferisco. Il pacchetto che avevamo qui, ad esempio, non era andato bene in America e l’ho pagata cara, lì la gara non è andata bene. Sapevo che con quel pacchetto qui a Misano le cose sarebbero andate bene, mi sono concentrato sul ripetere le cose fatte nella gara precedente e nei test ed è andata bene. Forse il momento migliore del weekend è stato nelle FP3 quando ho fatto quel giro che mi ha permesso di andare direttamente in Q2 e con il 4° posto metà della gara era pressoché fatta. Partendo da quella posizione il ritmo dei piloti che ci sono lì è più veloce, puoi sfruttare il tuo stile di guida, tutto è più tranquillo, la gara è stata più semplice rispetto ad una gara con la partenza da dietro”.

Qual è stata la cosa più importante per te riguardo questo podio? È un risultato che ti dimostra qualcosa, che puoi essere veloce con la Honda, o dimostra qualcosa a chi dubita di te?
Penso che sia importante per la Honda, prima di tutto, che ha due moto in prima e seconda posizione dopo un paio di stagioni difficili. Per me, per la mia autostima, è un podio importantissimo come pilota, penso sia la mia miglior posizione di sempre in MotoGP, con la KTM i miei migliori risultati sono stati dei terzi posti. È un momento importante per la mia carriera, sicuramente, ma sono più sollevato per la Honda. Voi non avete visto quanto duramente hanno lavorato nell’ultimo periodo, l’ho già detto, io arrivo da un costruttore europeo e durante il Covid so quanto hanno lavorato, al massimo, nonostante il Covid abbia colpito duramente l’Europa. I giapponesi hanno preso molto seriamente a cuore la sicurezza, più degli europei, e hanno sofferto tanto. Per me è importante, ma ho visto la faccia di Takeo e di Kuwata-san ed erano veramente felici”.


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