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MotoGP, FP1: Rossi e Dovi, coppia d'attacco a Barcellona

Valentino e la Yamaha con due gomme soft mettono tutti in riga, Andrea e la Ducati secondi con la dura al posteriore. 3° Lorenzo, 4° Marquez su Honda con due medie

MotoGP: FP1: Rossi e Dovi, coppia d'attacco a Barcellona

I protagonisti della MotoGP hanno acceso i motori nella mattinata di Barcellona per effettuare i primi 45 minuti di prove libere del weekend, utilizzando i dati raccolti nel test effettuato a fine maggio proprio al Montmelò, al quale hanno partecipato quasi tutti i piloti.

Dopo tre quarti di turno piuttosto “tranquilli”, ecco il time attack a circa 10 minuti dalla fine: Valentino Rossi, su una M1 ufficiale finalmente a punto e ben bilanciata, ha fatto montare dai suoi meccanici due Michelin soft, che ha sfruttato benissimo, siglando il primo tempo in 1’39”456, guidando pulito, stretto vicino agli (alti) cordoli, risultando il più rapido nell’ultimo settore – il T4 – nel quale è stata riaperta la Curva 13, veloce quanto difficile.

Scelta originale quella di Dovizioso e del team Ducati, con una morbida all’anteriore e una dura al posteriore; lo stile di Andrea è diverso da quello di Vale, lo si notava bene nelle forti staccate, e l’erogazione della potenza offerta dalla Desmosedici è più aggressiva rispetto alla Yamaha di Rossi. Il gap del Dovi è di 347 millesimi.

Un millesimo di ritardo in più quello di Lorenzo, a Barcellona con un casco inedito, in pista con due gomme medie; Jorge arriva dal primo successo con la Ducati, in Catalogna gioca in casa e parte tra i favoriti del Gran Premio di domenica.

In testa per quasi tutto il turno, quarto a sessione finita: Marc Marquez ha lottato coi cordoli alti del Montmelò, derapando come sempre usa fare, usando due Michelin medie, patendo un gap finale che sfiora il mezzo secondo. Il Campione del Mondo in carica ha anche commesso un errore decisivo nel suo passaggio migliore, che è poi abortito.

Anche Zarco ha sbagliato, proprio mentre tentata l’attacco alla classifica dei tempi; Johann è quinto con un ritardo che supera i sei decimi da Rossi. Maverick Vinales sfoggiava casco, guanti e stivali coi colori della bandiera catalana (lui è uno dei padroni di casa) ed ha concluso con il sesto crono, dopo un lavoro di messa a punto della ciclistica.

Coi soliti occhi da pazzo ed una Honda dalla livrea Castrol, Cal Crutchlow inizia il weekend con il settimo tempo; l’inglese potrebbe essere una mina vagante domenica, considerando la velocità della sua RC 213V in uscita dalle curve lente, in accelerazione.

Ottavo Rabat, nona la Suzuki di Andrea Iannone che, dopo aver firmato per Aprilia, deve onorare la seconda ed ultima stagione con il team Ecstar ufficiale; caduta per Jack Miller a fine turno e decimo posto nella lista per l’australiano Pramac, Aleix Espargarò è undicesimo con la RS-GP e, insieme a Rossi, il catalano è l’unico ad aver usato una soft al posteriore. Bello il suo casco dedicato alla nascita dei suoi gemelli, che hanno visto la luce pochi giorni fa. 

Dodicesimo tempo per Dani Pedrosa con la seconda Honda Repsol in pista; il numero 26 non ha ancora deciso che fare nel 2019 e, per il momento, le sue prestazioni non rispecchiano il livello mostrato in tanti anni di MotoGP.

Dopo Syahrin - che ha un futuro assicurato in KTM - e Bautista - in attesa di novità per la sua carriera -  ecco Mika Kallio, wild card finlandese con la miglior moto austriaca in pista; diciassettesimo e molto distante dalla vetta Alex Rins con la GSX-RR, indietro rispetto al solito pure Petrucci, diciannovesimo.

Caduta senza danni per Franco Morbidelli nel finale, ventiquattresimo Sylvain Guintoli con la terza Suzuki, chiude la classifica Karel Abraham, davvero in difficoltà quest’anno.

 

 

 

 

 

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