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Dove sono le Aprilia CRT MotoGP?

Dovrebbero essere 5. Si conoscono i nomi dei team, ma nessuno le ha viste

MotoGP: Dove sono le Aprilia CRT  MotoGP?

Nei due giorni di test di Valencia fra i team “aspiranti” CRT hanno brillato per la loro assenza quelli che, sulla carta, dovrebbero utilizzare la RSV-4 Aprilia.

Ma chi sono? I nomi sono noti: Jorge Martinez (2 moto), Andrea Iannone (1 moto), Paul Bird (1 moto) e Giampiero Sacchi (1).

Di alcuni di questi già si conoscono i nomi dei piloti. Aspar infatti dovrebbe far correre Aleix Espargaro, Sacchi, Danilo Petrucci. Ma perché allora queste squadre o piloti hanno perso l’opportunità di confrontarsi sul medesimo circuito con le MotoGP 1000? Qualcuno, pensando male (ma come si sa si fa peccato ma molte volte ci si azzecca) ha risposto: semplice, perché in un momento in cui si è ancora a caccia di sponsor piuttosto che far vedere quanti secondi si prendono al giro dai prototipi veri, è meglio stare a casa.

Ci potrebbe essere anche questo, ma la realtà come sempre è più semplice ed a confermarcelo è Gigi Dall’Igna, Capo del reparto corse della casa di Noale.

“I nomi sono questi, ma i contratti definitivi ancora non ci sono – ha confermato l’ingegner Dall’Igna, che ha aggiunto anche altri particolari – non sappiamo ancora se stiamo parlando dei motori con cascata di ingranaggi o quelli che corrono attualmente in Superbike, perché la differenza è minima. I telai, invece, ovviamente saranno diversi. Non sarà utilizzato il telaio SBK”.

La inmotec a ValenciaAnche perché, anche se i regolamenti sono ancora a dir poco lacunosi, ciò non dovrebbe esser permesso. Occorre anche chiarire un’altra cosa: da nessuna parte si parla di motori derivati di serie, ma semplicemente di motori con alesaggio di 81 mm e non presentati da una casa. Ci sarebbe un piccolo distinguo da fare: cosa è una Casa? La Inmotec, che ha presentato un prototipo, correrà come CRT o fra i “grandi”?

Non è questione di lana caprina, bensì di 21 o 24 litri di benzina e di 6 o 12 motori a disposizione. Qualcuno spieghi perché, per esempio, un prototipo puro costruito da una piccola factory dovrebbe essere avvantaggiato rispetto ad una piccola fabbrica come la Ducati…non è infatti il numero di moto prodotte a fare la differenza, ma semmai il potenziale economico. E la dimostrazione ce la dà in F.1 lo strapotere della Red Bull.

Parliamo di queste cose perché la Dorna e la FIM hanno il vizietto di non scrivere i regolamenti, o di scriverli senza avere alcuna cognizione di come questi debbano essere scritti. Ciò comporta – allo stato attuale delle cose – che uno sponsor molto ricco, senza fare nomi, potrebbe decidere di gareggiare in proprio spendendo gli stessi soldi della Honda, riuscendo a costruire una moto competitiva, ma con un innegabile vantaggio regolamentare.

E non tiriamo fuori, per carità, quella regola che consentirebbe alle Case di comprare un motore a 20.000 Euro, o di “bloccare” l’avversario facendolo passare obtorto collo da una categoria all’altra.

Questa seconda regola, infatti, è iniqua, per motivi evidenti: sono stato bravo, ho costruito una moto competitiva rispettando le regole e poi vengo penalizzato se dimostro di essere più bravo dei giapponesi. Quanto alla prima regola, anche se un motore speciale dovesse costare più della cifra richiesta, un titolo mondiale varrebbe comunque l’investimento. E poi vorremmo vedere l’altera HRC perdere la faccia per acquistare il motore di un “privato”…equivarrebbe per il team colpito a poter pubblicare una pagina di pubblicità con la scritta “anche la casa X vuole vedere quanto siamo bravi”.

Detto questo siamo a metà novembre. L’ultimatum alla Suzuki è scaduto, dunque si devono prevedere, a meno di comunicati dell’ultima ora, solo 12 prototipi al via della MotoGP 2012: 4 ciascuno per Honda, Yamaha e Ducati. Per riempire lo schieramento di partenza Carmelo Ezpeleta si avvarrà delle CRT. Una buona idea, ma nel campo del business l’amore non esiste. Aspar, Iannone, Bird e Sacchi, e gli altri che si sono visti nei test di Valencia, per partecipare riceveranno un bonus economico importante. In pratica sono stati comperati.

Va bene tutto, ma il motomondiale, la classe regina, merita di meglio, perlomeno dal punto di vista organizzativo: è il momento di tirare fuori un elenco ufficiale dei partecipanti al prossimo mondiale, con team, nomi dei piloti eccetera.

Ah, sarebbe il caso che le nuove squadre fossero obbligate ad essere presenti quantomeno ai test di Sepang, affinché si possa valutare la loro reale competitività e la professionalità dei piloti scelti. Già, perché ancora nessuno parla di questo, ma sarebbe necessaria una Superlicenza per andare a battersi contro Stoner, Lorenzo, Rossi e soci. Gli incidenti accadono anche a causa dell’inesperienza o…dell’eccessiva lentezza.

Già, ma in base a quali meriti si può dare una Superlicenza? E soprattutto quale organo potrebbe essere predisposto a questo scopo? Non la Dorna che ha un evidente interesse, dovrebbe essere la FIM, ufficialmente (si spera) libera da condizionamenti.

Siamo dei sognatori, lo sappiamo. Da italiani abbiamo questo difetto, dunque avanti così. Tredici novembre duemilaundici.

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