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Yamaha 46 ai box: perché è un errore

Rossi è insostituibile, ma qui non si tratta di sostituirlo, bensì di avere delle idee

Moto - News: Yamaha 46 ai box: perché è un errore

Chi sostituirà Valentino Rossi? La risposta è: per i prossimi due Gran Premi, Silverstone ed Assen, nessuno.

Lo sappiamo: lo permette il regolamento, ma nella situazione attuale è sbagliato e non comprendiamo come né la Yamaha né la Dorna se ne rendano conto.

Partiamo da un presupposto: Rossi è insostituibile, ma qui non si tratta di far scendere in pista la Yamaha numero 46 per vincere, quanto piuttosto per dimostrare che il nostro ambiente, il motociclismo in generale, e la MotoGP in particolare, è serio e professionale.

Con appena sedici piloti in pista, infatti, siamo al minimo garantito. La FIM ha fatto molto male ad accettare di firmare un contratto con la Dorna dove l'unico punto da rispettare è un numero minimo di 14 Gran Premi, senza un accordo che garantisca anche un numero minimo di partenti. Ma questo è un altro discorso, che ci porterebbe lontano. Troppo lontano.

Rimaniamo invece alla situazione attuale: lo spettacolo. OK, lo ribadiamo, nessuno può sostituire Valentino Rossi, ma c'era, ci sarebbe, tutto il tempo per far salire in sella alla M1 numero 46 James Toseland o Cal Crutchlow. Il pubblico inglese, per il Gran Premio di casa, gradirebbe ed i giornali britannici parlerebbero della cosa. E ciò si tradurrebbe in pubblicità - locale - per il motociclismo, nella terrà d'Albione che quando pensa a campioni delle due ruote ricorda ancora, con tutto il rispetto per quelli della Superbike, Barry Sheene.

Non cerchiamo scuse: Toseland conosce moto, gomme e campionato. Crutchlow è meno esperto, ma visto che tutti i piloti SBK ambiscono a sbarcare prima o poi in MotoGP, sarebbe un'occasione come un altra. Come, per esempio, quelle accettate nel passato da Ben Spies.

Già, Texas Terror. Burgess ha detto: troppa pressione per lui. Non crediamo che uno che ha vinto il mondiale Superbike recuperando 80 punti su Haga sia una mammoletta e, ancora, qui si tratta di pubblicità, di fare scrivere, parlare di questo campionato. Per questo, per esempio, far gareggiare Colin Edwards non sarebbe una buona idea. Perché non è un'idea. E parliamo di Silverstone, per Assen poi si vedrà. Ci vogliono idee.

Questo è quanto pensiamo: non si può rimanere Rossi-dipendenti fino al suo ritiro. Valentino ha dato molto al motociclismo, ma non ha generato alcun effetto volano, economicamente parlando. Semmai il contrario e non ci vuole un genio per rendersene conto, basta fare due chiacchiere, sinceramente, con i team manager.

Da qui l'esigenza di cominciare a farsi venire qualche idea. Che non sia, per esempio, tenere in serbo i motori non "consumati" da Valentino durante la sua assenza per farlo, magari rientrare, con quelli in configurazione 2009, che duravano di meno ma andavano di più. Sarebbe un errore. Vale non ne ha bisogno e un Rossi artificiosamente super non farebbe bene, nella seconda metà del campionato, nemmeno a Jorge Lorenzo, presupponendo che il maiorchino si stia giocando il titolo mondiale.

 




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