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MotoGP, Dall'Igna confirms MotoAmerica and then a possible wild card in SBK for Petrucci

VIDEO - The Ducati engineer, guest of our live broadcast: "Danilo is important for Ducati just as MotoAmerica is. Taking him to the SBK world championship is an option, we're talking about it. Even today a 250 running makes me shed a tear."

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Gigi Dall'Igna è stato ospite del nostro Bar Sport parlando di tantissimi argomenti e rispondendo in diretta alle domande degli appassionati. Dallo sviluppo incessante della MotoGP all'amore per il due tempi, passando per il legame con Bautista e Petrucci ed il futuro elettrico. E' stato davvero interessante parlare con Dall'Igna di tutti questi argomenti, scoprendo amche dei retroscena molto interessanti, come il suo rapporto con le due moto del Team Factory Ducati MotoGP.

Oggi la ricerca in MotoGP è esasperata, ma resta il campionato del mondo velocità. Tu pensi che la velocità assoluta sia ancora l'aspetto più importante per una moto?
"Ci sono tante cose da considerare, ma la velocità resta fondamentale per una moto da gara, sia in MotoGP che in SBK. Superare in rettilineo è più facile ed è vero anche il contrario per chi il sorpasso lo subisce in rettilineo, nel senso che dopo deve osare di più per restituire il sorpasso. Trovare il miglior compromesso per avere una moto veloce in rettilineo, è una cosa importante e che io ho sempre cercato e che noi abbiamo sempre cercato come Ducati". 

Dall'Igna: "Mi piace l'approccio di Bautista a questo mondiale SBK"

Ti stai divertendo a vedere Bautista in testa al mondiale SBK?
"Alvaro sta facendo un lavoro incredibile. Sta tirando fuori il massimo dalla moto, ma al contempo non rischia troppo e porta sempre a casa il risultato. Questo è importante in qualsiasi campionato, ma riuscirci in un campionato così combattuto come l’attuale SBK, con tre piloti fortissimi, lo è ancora di più. Io ogni volta che guardo le gare e lo sento al telefono, sono felicissimo di come sta approccciando la stagione". 

Perché secondo te nelle ultime stagioni il peso del pilota sta diventando sempre più determinante?
"In tutti i campionati motoristici c’è un bilanciamento complessivo tra moto e pilota o tra auto e pilota. Gli unici dove questo non avviene sono proprio la SBK e la MotoGP e il peso è sempre una variabile fondamentale da tutti i punti di vista. E’ svantaggiato un pilota più pesante rispetto ad uno più leggero, e forse negli ultimi tempi è ancora più evidente questa cosa. Ma la fisica non mente, è così e basta". 

Tu che hai fatto nascere entrambe, puoi spiegare quanta tecnologia della MotoGP c'è nella Panigale V4?
"Nella Panigale V4 c’è tanto della MotoGP. Il suo motore è figlio della Desmosedici, gli studi termodinamici sono stati presi da quelli della MotoGP, c’è davvero tanto da questo punto di vista ed anche dell’elettronica. Tutte le strategie sviluppate in MotoGP sono state travasate sulla Panigale e c’è tanto di Ducati Corse nello sviluppo anche aerodinamico. Le ali della Panigale R sono figlie di quelle che si utilizzavamo un tempo in MotoGP. Anche le misure della ciclistica partono da lì. Il DNA della MotoGP è davvero presente nella Panigale V4". 

Ma a te piace lavorare di più sulla SBK o sulla MotoGP?
"Nell’elettronica, in SBK si può lavorare di più rispetto alla MotoGP e lì siamo liberi di sviluppare, di trovare soluzioni. Poi è vero che da altri punti di vista, la MotoGP è più libera ed è lì il nostro vero banco di prova, dove sviluppiamo tecnologia che poi travaseremo nelle nuove Panigale che arriveranno. E’ vero che le SBK hanno delle limitazioni legate alle moto di serie da cui derivano, ma proprio per questo è importante sviluppare la moto di serie per renderla il più vicina possibile a quella che è la nostra MotoGP, così da utilizzare queste idee e soluzioni anche in SBK. Cerchiamo di sfruttare le libertà che questi due campionati ci permettono per imparare e migliorare, che poi è la cosa più importante della vita". 

Dall'Igna: "La 250 era una moto semplice, quando ne sento una accesa mi scende una lacrima"

Albesiano in una nostra intervista definì le 250 da GP più pure come moto della MotoGP. Tu cosa ne pensi?
"Sono d’accordo con Romano. Ho spogliato di recente una 250 e lì vedi quanto semplici fossero quelle moto rispetto alle MotoGP attuali. Se togli una carena ad una MotoGP oggi non trovi nessuno spazio libero, non riesci ad infilarci un cablaggio, un sensore, niente! Su una 250 era tutto molto più semplice ed era anche più semplice lavorarci. Facevamo tanto in pista, il rodaggio dei motori lo facevamo in pista. Un altro mondo, impensabile oggi. Però un mondo che ha un fascino incredibile. Oggi quando sento una 250 accesa, mi scendono le lacrime, è un’emozione unica". 

Ci racconti un aspetto che ti esalta del tuo lavoro ed uno che ti piace di meno?
"Quando si vince una gara, dopo si sente quasi il bisogno fisico di tornare a vincere perché è una cosa che da' un’emozione incredibile. Non solamente perché ha vinto una tua moto, ma perché vedi il tuo pilota e il tuo team che hanno fatto cose eccezionali. La vittoria è una cosa unica che rende unico questo lavoro. Poi cose da fare tristi, ce ne sono tante! Alla fine è un lavoro, per esempio quando devi lavorare con un budget e riuscire ad incastrare tutte le spese per far uscire quel numero che alla fine deve essere ragionevole per l’azienda, è un lavoro seccante e triste, che porta a dover far le pulci nel lavoro degli altri. Anche tagliare delle idee che potrebbero avere del potenziale ma che ti tocca lasciare da parte". 

Quando Miller fa i suoi stoppies tu spesso alzi lo sguardo al cielo. Non potrai mai assumere Toprak!
"Io ho un rapporto particolare con le mie moto. Prima che escano dal box per andare in griglia, le accarezzo ed è una cosa che mi imbarazza dire, ma ho un rapporto particolare con loro. Ad accarezzarle tutte e otto si farebbe fatica, quindi devo limitarmi alle due del Team Factory! Nel caso di Jack, il vero problema è che non mi piace rischiare inutilmente ed è quello il senso della mia incavatura quando fa gli stoppie. Io non sono uno che non rischia, ma mi piace farlo quando serve. Odio quando un pilota fa delle cose che magari per lui sono sotto controllo, ma io so che a volte non è così. Poi bisogna anche accettarle queste cose, sono piloti e sono cose belle e per i tifosi hanno un grande valore. Anche Toprak è un pilota incredibile, quando fa queste cose è bello da vedere".

Dall'Igna: "La vittoria di Petrucci al Mugello mi emoziona ancora oggi, il mondiale SBK è una opzione per lui"

Come vedi il futuro di Danilo Petrucci con Ducati?
"Danilo è un pilota interessante sotto tantissimi aspetti, è stato legato a Ducati per tantissimo tempo facendo delle cose bellissime per noi. La sua vittoria al Mugello mi emoziona ancora oggi, è stata una cosa bellissima. Per noi lui è un pilota importante ed anche il MotoAmerica è un campionato importante. Lui vuole vincerlo, una volta fatto questo penseremo al futuro ed una delle opzioni è quello di portarlo a fare il mondiale SBK, ma è presto per parlarne. Potrebbe fare una wild card già quest’anno, è una prospettiva su cui stiamo ragionando". 

Ti stai interessando allo sviluppo della Ducati MotoE?
"La MotoE di Ducati sarà gestita da noi di Ducati Corse. Ci abbiamo fatto tanto, nasce a quattro mani assieme alla parte della produzione, perché è una moto che serve ad imparare e nel perfetto stile Ducati impariamo dalle corse. E’ la prima moto completamente elettrica fatta da Ducati e devo dire che ci sta dando delle soddisfazioni in pista, perché stiamo girando su dei tempi interessanti. E soprattutto ci permette di fare evoluzioni interessanti nel mondo dell’elettrico". 

Ma ti piace lavorarci?
"Ogni cosa nuova ti permette di usare la fantasia. Innovare sul motore a combustione interna è difficile. Innovare su un concept nuovo, ti permette di fare tante cose che per un ingegnere è bellissimo poter fare. Chiaro che resto legato al motore a combustione interna per questioni di età, purtroppo, ma è un mondo che mi interessa e mi diverte. Si parte da un pezzo di carta bianca, anzi, direi che non c’è neanche la carta!".

Dall'Igna: "Non ci vedo nulla di strano se un ingegnere mette una parola sulla scelta dei piloti"

A volte criticano il fatto che tu da ingegnere abbia voce in capitolo nella scelta dei piloti. Cosa ne pensi?
"La scelta del pilota non viene fatta da un singolo, ma si parla per trovare la migliore soluzione possibile. Ma non vedo nulla di strano che un ingegnere possa esprimere un giudizio anche sui piloti. E’ chiaro che un pilota è prima di tutto una persona, e va selezionata e scelta con i criteri che si utilizzano quando si deve scegliere una persona e non un computer o un motore. Non ci vedo nulla di strano se un tecnico mette una parola anche sulla scelta dei piloti". 

In SBK stai lavorando con dei piloti giovani come Rinaldi e Bassani.
"I giovani, mi piacciono tantissimo. Mi appassiono a lavorare con loto e devo dire che sia Rinaldi che Bassani sono fantastici. Sicuramente è vero che Michael sta faticando un po' di più quest’anno, ma io credo che qui a Misano possa tornare a fare quello che aveva fatto nel 2021. E un pilota a cui teniamo e sappiamo che può fare molto bene. Di Axel cosa devo dire? L’anno scorso ha fatto un campionato stratosferico, quest’anno anche lui è un pelino forse sottotono, però nel 2021 mi ha fatto impazzire". 

Tu avevi il sogno di realizzare una Moto3, è ancora vivo?
"La Moto3 secondo me è fondamentale soprattutto per i piloti. Il pilota nasce in Moto3 e se uno riesce ad acquisire la fiducia di un pilota quando è giovane, secondo me dopo è molto più facile da gestire quando arriva in MotoGP. A me è successo con Iannone, o anche con Bautista. Il rapporto di fiducia che si crea quando conosci un pilota da giovane, col tempo si mantiene e si può anche rafforzare. Per cui è molto più semplice lavorare in MotoGP con dei piloti che hanno fatto la gavetta con le tue moto. Mi piacerebbe lavorare su una Moto3 e magari un giorno ci arriveremo". 

Michele Pirro è un vero pilastro, ma per il futuro chi vedi?
"Penso di andare in pensione io prima di Michele! La vita di un collaudatore può essere davvero lunga, io ho lavorato con Lucchi che l’ha fatta fino a 50 anni. La domanda sarà da fare più a lui". 

Ti vediamo in pista al WDW?
"Si, andrò al WDW. Ma in pista faccio ridere, preferirei di no! Magari farò la parata, a me piace andare in moto, ma sono veramente un turista". 

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