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MotoGP, Valera: "Acosta mi ricorda Jorge Lorenzo, un guerriero di 20 anni"

"Il suo futuro? tutto può succedere, è il miglior pilota della sua generazione, si merita la moto migliore. Martin? un vincente razionale, come Bagnaia. Abbiamo fiducia in Aprilia, ma è uno sport fatto di rischi e dobbiamo accettarlo. Questa nuova generazione di piloti ha una natura diversa, bisogna rispettarla"

MotoGP, Valera: "Acosta mi ricorda Jorge Lorenzo, un guerriero di 20 anni"
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Occhi azzurri ed uno sguardo vispo ma sincero, un fisico allenato, ha il passo svelto nel paddock di chi lo conosce da una vita. Alto quanto un pilota, lui che di piloti ne gestisce tanti, "per il basket non ho l'altezza" scherza con noi prima di registrare. Alla serietà ed alla sicurezza, caratteristiche imprescindibili di chi lavora a questi livelli, unisce una gentilezza ed una disponibilità non scontate, dati anche i numerosi impegni. Appena quarant'anni, parliamo naturalmente di Albert Valera, il manager spagnolo che può già vantare un'esperienza decennale in MotoGP maturata sin dagli anni del suo esordio al fianco di Jorge Lorenzo. Chiamato ad assistere il già campione del mondo di Palma di Maiorca nel 2012, subentrò proprio nell'anno del secondo titolo dello spagnolo in classe regina, per arrivare infine nel 2024 a gestire ben tre piloti in classe regina. Dal ritiro di Aleix Espargarò alla firma di Martin con Aprilia ancor prima che vincesse in seguito il mondiale contro Bagnaia, all'esordio di un Pedro Acosta dalla carriera esplosiva, recentemente ha accolto a sé anche il promettente Tony Arbolino.

Albert Valera è da tutti riconosciuto come uno dei personaggi di riferimento nel paddock della MotoGP, da alcuni persino additato come il "Re Mida" dei manager, avendo visto crescere i propri piloti attraverso le categorie portandoli sino ai massimi risultati, forte non solo di una capacità manageriale ma anche di un sistema di valori che sembra andare oltre il semplice rapporto manager-pilota. In Qatar abbiamo avuto il piacere di intervistarlo proprio in concomitanza del ritorno di Jorge Martin (prima del recentissimo e sfortunato nuovo infortunio), una chiacchierata in cui il manager spagnolo si è raccontato a cuore aperto, tra aneddoti del passato e speranze ed obiettivi futuri.

Il tuo esordio in MotoGP è iniziato nel migliore dei modi, al fianco di Lorenzo.
"Jorge Lorenzo è un mio grande amico - esordisce Valera - nel 2012 mi chiese se avessi voluto far parte di una squadra di management più giovane attorno a lui, per me si trattava di una sfida e la fiducia tra di noi era grande, così è iniziato tutto. Mi ha offerto questo lavoro, per me era tutto nuovo perchè venivo da un ambiente diverso, quello della farmaceutica, lavoravo da Johnson&Johnson. Il mondo dello sport è diverso ma qualche tratto in comune c'è, anche se è chiaro che iniziare da subito a lavorare con un campione come Lorenzo, e farlo nel 2012 l'anno in cui vinse il mondiale è stata una grande opportunità. Grazie a lui oggi sono qua".

Valera: Jorge Lorenzo ha avuto fiducia in me

Come ti sei approcciato a questo mondo?
"Lo sport mi è sempre piaciuto, la mia famiglia ha due palestre a Barcellona. Jorge Lorenzo ha avuto fiducia in me, un ragazzo che fino a quel momento non aveva esperienza in questo mondo, ma lui ha visto che avremmo potuto fare un buon lavoro assieme. Così è stato, abbiamo vinto assieme nel 2012 e poi nel 2015, siamo stati assieme nove anni. Di Lorenzo ricordo che può essere molto esigente, ma allo stesso tempo è molto divertente, in quegli anni ci siamo divertiti moltissimo con lui e con tutta la squadra".

C'è qualche aneddoto in particolare che ti è rimasto impresso?
"Ce ne sono moltissimi, ma sopratutto ricordo che lui nel celebrare le sue gare era il migliore penso. Ogni sua vittoria era come vincere un mondiale, ricordo una grande festa a casa sua, o nel motorhome fuori Barcellona, era veramente una grande famiglia. Mi ricordo molto bene anche la vittoria del Mugello nel 2018, la sua prima vittoria dopo il passaggio in Ducati, la Phillip Morris ci prestò il motorhome e lo distruggemmo! (Ride), credo ci sia voluto un giorno per rimettere quella hospitality a posto perché fu un davvero un gran party. Quel feeling di vincere al Mugello con la Ducati fu spettacolare".

Valera: la MotoGP cambia sempre, oggi i piloti sono rivali in pista e amici fuori

Sono passati alcuni anni, quanto è cambiata la MotoGP di oggi?
"Cambia sempre, perchè arrivano nuovi ragazzi, altri vanno via. C'è un cambio generazionale. Probabilmente oggi c'è una voglia nell'avere una buona relazione tra piloti, mentre in passato la rivalità era sia dentro che fuori dalla pista. Oggi quella rivalità si vede in pista, ma fuori no. C'è gente a cui piace di più così, a cui piace questo rispetto, e chi invece ha nostalgia di quelle rivalità, come quella tra Valentino e Lorenzo, o tra Lorenzo e Pedrosa. Quello penso fosse un qualcosa di buono per lo spettacolo, ma credo che anche il rispetto abbia i suoi meriti. Penso che non dovremmo forzare i rapporti e rispettare la natura di ogni generazione di piloti".

Oggi i manager sono un po' psicologi, un po' politici, un po' strateghi, si muovono dietro le quinte. Cosa serve per essere un buon manager?
"Innanzitutto serve l'opportunità, come nel caso di Lorenzo,  poi sono arrivati anche Aleix , Martin ed Acosta . In primis deve essere il pilota a voler lavorare con te, poi ovviamente sono necessarie altre abilità. Penso che la prima sia avere l'umiltà di trattare gli altri come vorresti essere trattato. Credo che sia un tema importante per poter essere un buon esempio anche per il pilota. Il pilota lo percepisce e risponde anche lui di conseguenza. E' importante anche essere in grado di poter fare un ragionamento critico, di vedere le opportunità e di saper trattare. Poi come hai detto te, si è anche un po' politici ed un po' psicologi (ride), ma tutto viene sempre dopo il rispetto per gli altri".

Hai parlato di valori come l'umiltà e la famiglia, è un qualcosa che cerchi nei tuoi piloti al di là delle prestazioni in pista?
"Per me è importante avere non solo il feeling con il pilota ma anche con la sua famiglia. Alla fine il pilota è il risultato dei valori con cui è cresciuto, è importante fare quindi un lavoro anche con la famiglia. Prima di iniziare a lavorare quello è sempre il primo passo".

Valera: il 2024 con tre piloti, una stagione intensa ma bellissima

Dopo Lorenzo è arrivata la nuova generazione di piloti, da Aleix a Martin ad Acosta. Lo scorso anno hai gestito ben tre piloti in MotoGP, che stagione è stata per te?
"Mia moglie e mia figlia si lamentavano perchè ero sempre al telefono, non ho mai avuto un momento tranquillo  - racconta scherzando il manager - è vero è stato un anno intenso ma anche bellissimo. Vedere Aleix concludere la carriera a Barcellona con quel livello è stato spettacolare. Vedere Jorge vincere il mondiale, che anche per noi come squadra è un grande risultato, lo abbiamo visto crescere sin dalla rookies cup ed è arrivato a vincere un mondiale, è stato un momento speciale. Lo stesso vale per Acosta, che ha debuttato in MotoGP lo scorso anno. Per ogni pilota la MotoGP è un punto di arrivo, l'inizio di stagione fu incredibile, a Jerez era secondo nel mondiale proprio dietro a Jorge. E' stato un mix di emozioni molto grande. Ora abbiamo anche Tony Arbolino, che è venuto a vivere in Andorra dopo che Pernat ha deciso di fermarsi. Siamo stati felici di averlo con noi, lo scorso anno è stato più difficile ma è stato bello iniziare questo nuovo percorso con lui".

Sei giovane, ed hai un rapporto molto stretto coi tuoi piloti, quasi familiare. Alla presentazione Aprilia Martin ti ha ringraziato indicandoti come un fratello.
"Si ma non è tutto merito mio, con lo staff cerchiamo sempre di proteggere questa unione familiare. Per lavorare con un cliente voglio prima sentirli parte della famiglia. A livello emozionale a volte può essere dura perchè diventa una montagna russa, ma lo rende anche più bello".

Valera: un inizio 2025 difficile per Martin, aveva molta voglia di correre

L'inizio del 2025 è stato difficile. Da un lato le complicazioni, inaspettate, da parte di KTM. Dall'altro l'infortunio di Martin. Quanto è difficile gestire il pilota in queste situazioni?
"Pedro lo scorso anno ha iniziato ad un gran livello, facendo dei podi, era felice con la moto. Sembrava che tutto andasse nella direzione giusta. Questo inverno KTM però si è trovata in una situazione finanziaria difficile, non so se per questo motivo il campionato quest'anno sia iniziato in modo difficile, non possiamo saperlo, ma sappiamo che stanno lavorando per portargli in Austria la miglior moto possibile. KTM vuole vincere, sono i primi a volerlo e speriamo che succeda. Ora andremo in Europa e lì ci aspetterà un altro campionato, lì siamo positivi che le cose andranno meglio. Quanto a Jorge, è stato veramente difficile, quando si tratta di un infortunio non è mai facile ma sopratutto la seconda lesione è arrivata proprio il giorno prima di prendere l'aereo per la Thailandia. Aveva molta voglia di correre dopo aver saltato i test, questo secondo colpo è stato molto duro per lui non solo a livello fisico. Anche a livello emotivo vedere gli altri correre non è stato facile, quindi è stata dura ma abbiamo una gran famiglia e questo aiuta molto il pilota ad affrontare questa situazione".

Ti sei mai trovato a dover dire di no ad un pilota, o lasci loro sempre l'ultima parola?
"Ci proviamo ma ovviamente non siamo noi i piloti. In quei casi serve un po' di quella psicologia per valutare anche i rischi, ma dobbiamo rispettare le loro decisioni, l'ultima parola ce l'hanno loro. Questo è uno sport fatto di rischi e dobbiamo accettarlo, per il pilota andare in moto è anche un modo per isolarsi da tutto".

Valera: fiducia in Aprilia, con Ogura ho visto il potenziale

Martin ha avuto il suo primo approccio con l'Aprilia, a quattro gare da inizio campionato che impressioni hai della casa veneta? Abbiamo visto anche delle sorprese.
"A livello umano hanno una squadra spettacolare, a Noale hanno la capacità di sviluppo per poter vincere un mondiale, lo penso veramente. Siamo ottimisti, la moto chiaramente non l'abbiamo provata, non c'è stato ancora modo di capire il potenziale di Jorge. Abbiamo visto una bella sorpresa con Ogura, quindi il potenziale c'è, ma è ancora presto per capire quale sia il limite, quanto sia il margine potenziale. Abbiamo scelto Aprilia perchè abbiamo fiducia di poter fare un bel lavoro con loro".

KTM ha assicurato che non ci saranno problemi nel reparto corse, ed Acosta si è detto fiducioso. Avete un contratto con KTM ma in questo ambiente i cambiamenti succedono anche all'improvviso.
"Tutto è possibile, il mio lavoro è quello di cercare la miglior moto per Pedro. Vediamo dove la troveremo, speriamo sia KTM altrimenti cercheremo altre alternative, anche se in questo momento è ancora presto per parlarne. Un pilota come Acosta, il miglior pilota della sua generazione, deve avere la miglior moto, nel Motorsport è così".

Valera: Pedro è grato a KTM, ha 20 anni e la testa dura

Conosci Pedro meglio di chiunque altro, pensi che tutte le aspettative di KTM riposte su di lui per tutta la sua carriera abbiano influito?
"So che lui è grato alla KTM per ciò che hanno fatto per lui. Conosce le difficoltà che sta attraversando la casa austriaca ma ha fiducia che porteranno qualcosa di nuovo in Europa. Ha fiducia anche che in Europa le cose andranno meglio, quindi non sente pressioni da quel punto di vista. Se ha commesso degli errori è perchè spingeva al limite, è un vincente e cerca di vincere anche se la moto in quel momento non è la migliore. Ha 20 anni e ha quella testa dura che gli dice che si può fare, così a volte oltrepassa il limite".

Se dovessi definire i tuoi piloti in poche parole?
"Arbolino è tutto cuore. Jorge Lorenzo mi ricorda molto Pedro Acosta, gli aggettivi che potrei usare sono tanti ma direi un annichilitore, un vincente, un guerriero. Entrambi sono super competitivi vogliono vincere in tutto. Martin anche è un vincente, ma lui ha una parte più razionale, è più realista. In questo ha alcuni tratti in comune con Bagnaia".

Valera: la sfida tra Martin e Bagnaia nel segno del rispetto, quei due sono simili

Ti ha sorpreso il finale della sfida tra Martin e Bagnaia? Nella rivalità ha prevalso il rispetto.
"Si, come dicevo prima bisogna rispettare la natura del pilota, questo è ciò che rende bello il campionato, se tutti i piloti fossero uguali sarebbe noioso. E' bello vedere che piloti con personalità diverse sono in grado di vincere dei campionati. Acosta è diverso da Martin, tutti e due sono due vincenti, Lorenzo era ancora diverso come lo è Pecco. Lo scorso anno abbiamo assistito ad una sfida tra due piloti con alcuni caratteri simili ed un grande rispetto reciproco".

Se i tuoi due piloti dovessero trovarsi a lottare l'uno contro l'altro?
"Me l'hanno chiesto molte volte (sorride). Per me sarebbe una situazione bellissima. E' come avere due figli , se uno fosse un ingegnere della Nasa e l'altro un cardiologo o un medico, sarebbe bello. Sarebbe un gran risultato dopo il lavoro sia loro che di tutte le persone che lavorano per aiutarli. Come dico sempre, noi non prepariamo la moto, non siamo ingegneri, il risultato in pista dipende dai piloti e dalle squadre che lavorano con loro. Noi possiamo solo augurare loro il meglio, quindi sarebbe bello vederli entrambi davanti, non in difficoltà come adesso".

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