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MotoGP, Marc Marquez: “studio i dati di Bagnaia e Martin per capire come guidano”

“Non mi interessa paragonare le nostre moto. La progressione nei test è stata positiva, ma non sono ancora al livello dei primi. Non so se ci arriverò in futuro però continuerò a insistere per riuscirci, senza pormi obiettivi per le prime gare. Acosta? Presto o tardi, lotterà per il Mondiale”

MotoGP: Marc Marquez: “studio i dati di Bagnaia e Martin per capire come guidano”

Marc Marquez non si tira indietro quando c’è da lavorare e lo ha dimostrato anche in questa terza e ultima giornata di test a Sepang, conclusa mettendo a referto 54 giri e la sesta posizione finale, a poco meno di sei decimi dal nuovo record del tracciato firmato da Francesco Bagnaia.

“Dovevo fare un ultimo sforzo dopo i 72 giri di ieri. Non so se in futuro arriverò al livello dei primi, ma voglio continuare a lavorare e a insistere per cercare di riuscirci, perché al momento non sono al livello di Martin, Bagnaia, Bastianini e di mio fratello Alex, che sono stati i più veloci qui in Malesia”, ha spiegato l’otto volte iridato.

Sebbene la vetta della classifica dei tempi sia ancora lontana, il trentenne non può che essere contento per i progressi compiuti in questa tre giorni malese di collaudi.

“Sono soddisfatto del test, perché la progressione è stata positiva. Il primo giorno è stato difficile, il secondo ho completato tanti giri e sono riuscito ad avvicinarmi sul passo, ma ero ancora lontano nel time attack; mentre oggi sono andato meglio - ha riconosciuto Marc tracciando il bilancio dei test - Lo stile di guida è completamente diverso rispetto a quello con la Honda quando si cerca di fare il tempo, quindi abbiamo dovuto fare degli aggiustamenti alla moto e anch’io ho dovuto modificare un po’ il mio stile. Sto cominciando a capire meglio come mettere a punto la moto e anche tecnici stanno capendo come adattare l’elettronica al mio stile di guida e abbiamo fatto un buono step. Siamo ancora a mezzo secondo dai primi, ma loro sono velocissimi nel time attack. Siamo più vicini sul passo gara e nella simulazione della gara Sprint, per esempio, sono stato più veloce in alcune curve di quanto non fossi nel mio time attack e anche questo è un aspetto positivo”.

Troppo presto per dire quanto sia profondo l’amore tra il catalano e la Desmosedici GP23, ma i presupposti sono buoni.

Se sono già innamorato della moto? … Mai abbastanza! - ha risposto sorridendo il nuovo portacolori del team Gresini - Ovviamente sto lavorando e man mano mi sento meglio, ma guido in maniera ancora un po’ rigida e non riesco a giocare col corpo come fanno ad esempio Martin e Bastianini. È pur vero che Pecco è veloce anche se non lo fa altrettanto, ma staremo a vedere anche perché ci sono ancora delle cose che devo capire. Soprattutto come trarre il massimo profitto dall’uscita di curva, che è il punto in cui fai il tempo con questa moto. Con la Honda era il contrario, perché l’ingresso curva a essere importante per il time attack. La principale differenza è proprio nel fatto che con la Honda entri velocissimo in curva, mentre con questa moto devi prestare attenzione a un po’ più di cose nel time attack”.

Conscio di avere ancora bisogno di tempo per abbandonare gli automatismi appresi in sella alla RC213V, il maggiore dei fratelli Marquez predica calma.

“Spero di riuscire a guidare la Ducati affidandomi solo all’istinto una volta che avrò sistemato tutto, ma ci vorrà del tempo. Non sai mai come può andare e anche quando un pilota del livello di Jorge Lorenzo è salito sulla Ducati, all’inizio tutti dicevano che era lontano e non riusciva ad adattarsi alla moto, però poi è riuscito a vincere delle gare. Anche mio fratello l’anno scorso non è partito benissimo ma a fine stagione era veloce. Vedremo se riuscirò ad arrivare al top. Per essere più veloce devi macinare giri, come ho fatto in questi tre giorni, ma uno dei problemi che posso avere nei fine settimana di gara è che con la Honda mi bastavano due giri per centrare il tempo, mentre in questi test mi sono serviti diversi giri per raggiungere dei buoni tempi - ha osservato il pilota spagnolo - Non mi aspettavo di adattarti più velocemente perché sapevo che Valencia è un tracciato speciale, una pista dove guido sempre bene, e che qui avremmo toccato con mano la realtà. Sono contento della nostra progressione, ma, come ho detto, devo riuscire a conoscere la moto abbastanza da riuscire arrivare subito al limite, come ha fatto Martin il primo giorno”.

Comparare i propri dati con quelli degli altri ducatisti potrebbe velocizzare l’apprendimento di Marc, che preferisce comunque non porsi obiettivi per l’inizio del campionato.

“Ho confrontato i miei dati con quelli di Jorge e Pecco, ma più che soffermarmi sulle differenze tra le nostre moto mi sono concentrato sulla comparazione degli stili di guida. È quello di cui ho bisogno in questo momento e poi le moto sono abbastanza simili, da quanto ho capito. Non ho nessuno obiettivo minimo per le prime gare, quello che conta per me è continuare lungo una parabola ascendente, ha sottolineato.

Come tutti, anche l’otto volte campione del mondo ha ammesso di essere rimasto colpito dalla performance di Pedro Acosta in Malesia

“Sarà rapidissimo durante la stagione - ha riconosciuto - Adesso i piloti sono super veloci quando salgono in MotoGP e mi sembra che lo stesso Bagnaia fosse riuscito a portarsi al comando in una giornata nel suo primo test qui. Non so quante volte sia caduto Pedro in questi giorni, ma è questo il modo per imparare: attaccare è la mentalità giusta e la difenderò sempre. È veloce, è un grande talento, e, presto o tardi, lotterà per il Mondiale”.

Anche il fratello Alex è stato uno dei piloti a mettersi in luce in questa ultima giornata a Sepang, conclusa in quarta posizione con oltre tre decimi di margine sul suo compagno di box.

“Se non ricordo male, Alex ha vinto la Sprint Race qui tre mesi fa, era in prima fila, ed è arrivato secondo anche in gara. Ha fatto un gran tempo nel time attack, chiudendo alle spalle dei tre piloti ufficiali, e il fatto che sia stato velocissimo oggi è un bene anche per la squadra. Sul passo gara eravamo più vicini, ma è stato comunque molto veloce e ovviamente auguro il meglio a mio fratello e al mio compagno di squadra”, ha commentato con eleganza il pilota iberico.

Prima di cominciare a prepararsi per il Qatar, Marc ha concluso l’incontro con i giornalisti analizzando le differenze riscontrate sin qui tra la Honda e il team Gresini. 

Sono due realtà diverse, perché uno è un team ufficiale con una cultura giapponese e l’altra è una squadra privata, italiana a conduzione familiare - ha puntualizzato - In un team factory hai molti elementi da provare e devi essere molto concentrato e fornire commenti precisi, per indirizzare lo sviluppo della moto. Adesso sono in una situazione differente perché sto imparando più che altro a guidare questa moto. Ovviamente è impossibile che dopo quattro giorni di test la comunicazione sia fluida come lo era dopo 12 anni in Honda, ma se vuoi lottare al vertice c’è un solo metodo di lavoro e di pianificazione i test ed è quello di cercare di organizzare tutto al meglio”.

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