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MotoGP, Acosta: “Nel 2022 ero un po’ stufo e mi sono chiesto se ne valeva la pena”

“L’unica ragione per cui correvo era tornare a essere Campione del Mondo, ma la stagione in Moto2 non è iniziata come volevo. Ho pianto molto in quel periodo, non ci capivo nulla. Avrei potuto dire 'finisce tutto qui', ma non ne avevo motivo”

MotoGP: Acosta: “Nel 2022 ero un po’ stufo e mi sono chiesto se ne valeva la pena”

Fama, ambizioni e pressione sono delle condizioni ben note a Pedro Acosta, che all’età di 19 anni si prepara a fare il suo ingresso in MotoGP con due titoli già in bacheca. Vincitore del Mondiale al debutto in Moto3 nel 2021, il talento spagnolo si è ripetuto due annate dopo in Moto2, centrando l’iride nella sua seconda stagione nella classe di mezzo. Un ruolino di marcia invidiabile sulla carta, ma non tutto è stato rosa e fiori per il murciano, che ha raccontato i suoi esordi nel Motomondiale nel documentario di DAZN intitolato: “Pedro Acosta, obligado a ganar”.

Considerato da tutti un predestinato sin dal primo podio ottenuto nella gara d’apertura della stagione della Moto3 in Qatar, il Tiburón de Mazarrón si è trovato a fare i conti con un destino già scritto e una sola strada possibile da percorrere, che lo ha “obbligato a vincere” da subito. Proprio come sottolinea il nome del documentario.

“Sono arrivato nel Mondiale e dopo sole sette gare si parlava di già me come di un Campione del Mondo. Ero quello che doveva vincere. Il ragazzo che arriva nel Campionato del Mondo, sale su una moto ufficiale KTM e ha la Red Bull alle spalle, non lo porti certo lì e lo fai imparare - ha osservato Acosta - Alla fine ti mettono lì per vincere. Non per fare quello che ho fatto io, ma per vincere. Mi sono perso un sacco di cose semplici, come godermi il fatto di essere in una piccola squadra, di crescere poco a poco e conquistare il primo podio. Mi è mancato un po’ il percorso di chi parte dal basso. Improvvisamente sono comparso nel campionato. E da lì non sono più riuscito a tornare indietro”.

A Pedro non manca qualche rimpianto, ma il due volte iridato rifarebbe comunque tutto nella stesa maniera.

“Mi sono perso un normale Campionato del Mondo in Moto3. Ho perso l’occasione per apprezzare i componenti del team. Ma è pur vero che se domani mi chiedessero se rifarei la stessa scelta, direi di sì - ha ammesso - Non conosco il Mondiale da un’altra prospettiva. Se non avessi vinto il titolo quell’anno, credo che tutti sarebbero rimasti delusi. La mia carriera non sarebbe proseguita come è adesso”.

Acosta: “Nel 2022 correvo soltanto per essere di nuovo campione”

Lasciata la Moto3 da Campione, l’alfiere KTM si è trovato a fare i conti con un adattamento alla Moto2 rivelatosi ben più problematico del previsto.

“Ho cominciato molto bene nel 2021, è stata un'ottima annata e in generale non ci sono stati molti alti e bassi. Nel 2022 volevo tornare a essere Campione del Mondo. Non c’erano altre ragioni per cui andavo a correre. Ero sicuro di farcela, ma non è iniziata come volevo. Ci sono state tot situazioni che mi hanno portato a chiedermi se fosse possibile”, ha raccontato il giovane iberico.

“È stato difficile gestire la testa. Un anno è molto lungo. In tre mesi sono successe tante cose e c’era più pressione - ha continuato Acosta - In quel periodo ho pianto molto. Non ci capivo nulla. Non capivo cosa stava succedendo nella mia vita, nel Campionato, non ci capivo niente. Se sono qui è per stare bene e divertirmi. Chiaramente ci saranno momenti migliori e peggiori. Quando corri nel Mondiale ti rendi conto che dal primo all'ultimo sono tutti molto veloci e la gente non se lo immagina”.

Acosta: “Infortunarmi mi ha aiutato a vedere le cose in maniera diversa”

Tante avversità che sono però servite a Pedro per rimettersi in carreggiata e poi riuscire a centrare il suo obiettivo nel 2023.

“Forse le aspettative erano troppo alte e non le ha controllate al 100% in quel momento. Ma d’altra parte, come abbiamo affermato tante volte, all’epoca gli ho detto: ‘Ne abbiamo bisogno’. Ci servono questi momenti difficili. Se tutto va alla perfezione, non credo che sia il modo giusto. Quando sei un ragazzo come Pedro Acosta, che impara davvero dagli errori e dai momenti difficili, penso che questa sia la strada perfetta da percorrere” ha riconosciuto il boss del team Ajo Motorsport, Aki Ajo, parlando delle difficoltà attraversate dal suo portacolori all’esordio in Moto2.

Del resto, è stato proprio un momento complicato come la frattura del femore della gamba sinistra in allenamento a rappresentare un punto di svolta per la stagione di Acosta.

Non ho pensato al ritiro, ma ho valutato se ne valesse la pena. E in quell’estate del 2022, credo che l’infortunio mi abbia aiutato molto. Mi ha aiutato a capire che era importante muoversi, cambiare il mio ambiente mi ha aiutato a vedere le cose in modo diverso - ha confessato il 19enne - Avevo bisogno di qualcuno che mi spronasse, che mi desse una scintilla perché era arrivato un momento in cui, non voglio dire che ero saturo, ma ero un po’ stufo di tutto. Il 2022 è stato un anno in cui forse avrei potuto dire 'qui finisce tutto', ma non avevo nemmeno motivo di dirlo. Questi ultimi due anni però, e soprattutto la figura di Albert Valera (il suo manager ndr.), mi hanno fatto vedere le cose con chiarezza”.

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