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MotoGP, Acosta: “Vincere il Mondiale al debutto è stato più un problema che un bene”

“Uno dei problemi più grandi della mia carriera è stato il fatto di aver vinto il titolo all’esordio nel Mondiale, perché è arrivato tutto troppo in fretta per un ragazzo così giovane. Non ho aspettative per la MotoGP. Ho tanto da imparare”

MotoGP: Acosta: “Vincere il Mondiale al debutto è stato più un problema che un bene”

Tre anni dopo il suo debutto sul palcoscenico del Motomondiale, Pedro Acosta è pronto per fare il suo esordio sulla griglia di partenza della MotoGP, dove affiancherà Augusto Fernandez in sella alla KTM RC16 del team GasGas Factory Racing Tech3. Dopo aver riscritto pagine di record di precocità, vincendo il titolo della Moto3 da esordiente, prima di diventare il più giovane campione del Mondo della Moto2 a soli 19 anni, il due volte iridato si troverà ad affrontare uno dei passi più importanti della sua carriera con le luci dei riflettori costantemente puntate addosso. Una condizione ben nota al rookie maravilla della Moto3, che ha affrontato la questione in un’intervista rilasciata a MotoGP.com.

Uno dei problemi più grandi della mia carriera è stato il fatto di essere arrivato nel campionato e aver vinto al mio primo anno. Questo è stato più un problema che una cosa positiva - ha riconosciuto Pedrito, parlando del proprio esordio nel Mondiale - Non ho mai saputo come fosse arrivare nel campionato, avere dei problemi, non vincere delle gare e poi iniziare a migliorare e riuscire a ottenere il mio primo podio e la mia prima vittoria. È arrivato tutto così in fretta per un ragazzo che era così giovane su questo palcoscenico”.

Al successo travolgente vissuto da Acosta in Moto3 ha fatto però da contraltare il complesso adattamento alla Moto2, sperimentato nella prima delle sue due stagioni nella categoria intermedia.

Non sapevo cosa volesse dire avere un brutto anno. Poi sono arrivato in Moto2 nel 2022 ed è successo tutto. Ho perso un po’ di feeling con la moto e ho cominciato a cadere spesso. Ora so cosa significa avere una brutta stagione e capisco cosa vuol dire lottare dall’anno precedente per raggiungere un obiettivo - ha raccontato il talento iberico - Con un anno in più di esperienza è stato più facile arrivare su un circuito e dire: ‘ok, devo fare questo e quest’altro per andare veloce’. Abbiamo usato la moto dell’anno precedente senza cambiare nulla e il team mi ha detto chiaramente: ‘questa moto è pronta per vincere, ora bisogna solo gestire il tuo stile’. Perché a volte mi comportavo da ragazzo prodigio, mentre altre era un inferno. Era come se avessi un angelo e un diavolo sulle mie spalle e a volte era quest’ultimo ad avere la meglio”. 

Le difficoltà attraversate nella classe di mezzo, e le raccomandazioni del team Ajo, sono però servite alla crescita e alla maturazione del Tiburón de Mazarrón, laureatosi campione della Moto2 nella passata stagione.

“Era una sensazione abbastanza familiare, perché non è una cosa che capita tutti i giorni, ma a me è successo due volte in tre anni. Ero molto più tranquillo nella lotta per il campionato rispetto al 2021, quando ero un ragazzino e non avevo realizzato cosa stesse succedendo. Mi sono divertito molto di più che in Moto3” ha ammesso Pedro, ormai pronto per vivere la prossima fase della sua carriera: “Ho trascorso i tre migliori anni della mia vita con il team Ajo Motorsport. Sono cresciuto con loro e ho imparato a capire la vita nel modo in cui mi hanno insegnato. Sto vivendo il sogno di tante persone e devo esserne molto felice. Mi intristisce abbastanza lasciare la squadra, ma spero che le nostre strade torneranno un giorno a incrociarsi”.

Unico rookie della classe regina, Acosta avrà davanti a sé una grande sfida, che vuole affrontare un passo alla volta

“Non ho aspettative, perché se hai delle aspettative poi hai pressione e puoi commettere più facilmente degli errori. Se sbagli non impari e se non migliori torni a casa - ha osservato - Ho tante cose da imparare prima di poter essere competitivo. Cercherò di restare calmo e quando arriverà il momento di essere competitivo lo sarò”.

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