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MotoGP, Pecco Bagnaia contro Jorge Martin: sfida nel deserto

In Qatar arrivano staccati di appena 14 punt e l'italiano ha sulla carta il suo primo match point, ma lo spagnolo non molla. È un braccio di ferro anche psicologico e Bastianini potrebbe diventare l'ago della bilancia

MotoGP: Pecco Bagnaia contro Jorge Martin: sfida nel deserto

Bagnaia contro Martin, in Qatar i riflettori sono accesi ancora una volta su loro due. Anzi, solo su loro due perché dopo Sepang è l’aritmetica a dire che il titolo MotoGP quest’anno andrà o a Pecco o a Jorge. Chi dei due sia il favorito, è difficile da sapere. I numeri certificano il vantaggio dell’italiano, che con 2 Gran Premi e 4 gare alla fine ha 14 punti di vantaggio sullo spagnolo. Abbastanza per giocarsi il suo primo match point a Losail, anche se chiudere i giochi domenica non sarà per nulla semplice. Fra sprint e gara, Bagnaia dovrebbe fare 24 punti più di Martin, quindi poco meno del punteggio pieno della gara lunga: in quel caso sarebbe campione per avere vinto più dell’avversario.

Nei 18 Gran Premi che ci hanno portato in Qatar, Pecco ha vinto 6 gare contro le 4 di Jorge, il piemontese è in vantaggio anche per le pole position (7 a 4), mentre la situazione si ribalta nelle sprint, con il pilota di Pramac sul gradino più alto del podio 7 volte, contro le 4 del campione del mondo. Un po’ di cifre che spiegano come la lotta sia equilibrata e il suo esito tutt’altro che scontato.

A questo punto del gioco, ogni più piccolo dettaglio può fare la differenza, ogni punto conquistato o perduto, per una volata finale che mette a dura prova i nervi. Si dice che la pressione sia tutta su Bagnaia e in un certo senso è vero, perché può ottenere un risultato storico, quello di difendere il titolo, cosa riuscita in MotoGP a soli due piloti prima di lui: Valentino Rossi e Marc Marquez. Inoltre, corre per la squadra ufficiale e ha quindi il ‘dovere’ di vincere.

Per Martin la situazione è diversa, essendo in un team satellite si può sostenere che comunque vada sarà un successo, ma sono frasi fatte che non convincono nessuno. Anche quando domenica scorsa Jorge ha sostenuto che “essendo oramai sicuro che mal che vada sarò 2° in campionato ora posso rischiare”, era difficile credergli fino in fondo. Perché un titolo in MotoGP è qualcosa di speciale e portarlo a casa in una squadra privata (anche se con una moto ufficiale e grande sostegno da parte di Ducati) ancora di più.

La pressione c’è quindi per entrambi e va gestita. Bagnaia ha l’esperienza dello scorso anno ad aiutarlo, ma nel 2022 stava combattendo con un Quarartararo in difficoltà, ora ha davanti a sé un avversario tosto e veloce.

Il Gran Premio della Malesia è stato in un certo senso l’antipasto di quello che verrà: una sfida turno dopo turno, gara dopo gara, in cui cercare di piegare l’avversario. A Sepang Bagnaia lo ha fatto in qualifica con un pole postion che aveva più valore psicologico che altro, lo stesso in gara, quando ha risposto per ben due volte ai sorpassi di Martin. Un braccio di ferro costante.

Jorge, però, non è tipo di arrendersi e, calmati i bollenti spiriti della gioventù, ora è un pilota che sa anche ragionare. In Malesia lo ha fatto domenica, capendo quando era necessario accontentarsi e limitare i danni. In fondo, l’unica cosa che i due rivali non possono permettersi è un errore. Se lo facesse Pecco butterebbe via in un’istante il tesoretto faticosamente guadagnato, se accadesse a Martin potrebbe dire addio ai sogni iridati.

Tutto è nelle loro mani e nella loro testa, ma i due sfidanti non corrono da soli e gli altri piloti potranno essere variabili importanti nella lotta per il titolo. Soprattutto quelli Ducati, gli unici che possono con continuità tenere il passo di Bagnaia e Martin e inserirsi fra loro. Che non ci siano giochi di scuderia è chiaro, i risultati di Alex Marquez in Malesia lo hanno dimostrato. Quelli di squadra, però, sono altra cosa e a Sepang la collaborazione fra Pecco e Bastianini c’è stata. Il primo ha dato una mano al secondo nelle prove, Enea ha poi ricambiato nella sprint coprendo le spalle a Bagnaia. Avere un compagno di box veloce serve a velocizzare il lavoro nel fine settimana e ad avere un 'amico' in gara, cosa che a Martin sembra mancare con uno Zarco quanto mai altalenante.

Un altro piccolo dettaglio in quel quadro che sta prendendo forma, nell’attesa di scoprire se mostrerà il volto di Bagnaia o quello di Martin.

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